Il Clasico con Hierro e Mendieta, ambasciatori della Liga
Una chiacchierata interessante con un tema, il Clasico, due ambasciatori della Liga ed ex calciatori di Real Madrid e Barcellona come Fernando Hierro e Gaizka Mendieta, e domande provenienti da tutto il mondo. Come si vive il Clasico? Da dentro, da fuori, rispetto al passato e in questo contesto storico.
Mendieta e Hierro hanno provato a rispondere dal proprio punto di vista, spiegando le difficoltà in una partita singolare alla quale "l'entorno", l'ambiente, affida un peso ancora maggiore. Sarà per il seguito in tutto il mondo, per i milioni di appassionati, o forse perché in Liga, e in generale in tutti i campionati che non rispondono al nome di Premier League, partite di un così alto livello si vedono un paio di volte l'anno, ma il Clasico di domenica ha creato tanta attesa.
Entrambe le squadre imbattute in campionato, dopo 7 vittorie e un pareggio, prevarrà una delle due o la classifica rimarrà invariata? Il Real ha il primato anche nel girone di Champions League, mentre il Barcellona dovrà fare i conti con una probabile eliminazione dopo il pareggio di mercoledì al Camp Nou contro l'Inter. Secondo i due ex campioni però, la ripercussione di una delusione così pesante potrebbe non esserci per i blaugrana.
Hierro: "Tutti abbiamo in testa la stagione passata. Quando c'è una partita come il Clasico, con le squadre a pari punti, nonostante la Champions, il Rela è già nella testa del Barcellona. Si tratta di una gara importante, esaltanti, di 3 punti che conteranno a fine stagione e ho la sensazione che questo incontro farà dimenticare al Barcellona cosa è successo in Europa. Questi 90 minuti motivano a prescindere e sono certo che il Barça affronterà la partita mentalmente al 100%, sapendo dell'importanza per se e per i tifosi".
Per Hierro gli assenti potranno incidere anche se, come spiega l'ex capitano del Real Madrid, "a tutti piacerebbe assistere a uno spettacolo con ogni protagonista disponiibile per il proprio allenatore". Gli assenti riguardano maggiormente la difesa blaugrana, situazione emersa in modo evidente nel turno di Champions League contro l'Inter. Xavi dovrà sistemare qualcosa per evitare di incorrere nuovamente negli sbagli compiuti nella difficile notte del Camp Nou,
Mendieta: "Credo che senza dubbio prenderà quanto di buono buono visto nella partita senza dimenticare che, nonostante ieri sera, i risultati ottenuti dal Barça in Liga e il modo in cui li ha ottenuti, sono positivi. Per quanto riguarda i concetti negativi, proverà a correggerli essendo autocritico e molto onesto con i suoi giocatori. Cambiare alcuni movimenti, alcune tattiche e strategie che non hanno funzionato nella maniera in cui voleva. Quando giochi il Clasico, con la qualità che hanno le squadre, e in questo caso il Real Madrid, qualunque errore, margine concesso ti può penalizzare. Xavi dovrà minimizzare queste opportunità per il Real, soprattutto giocando al Bernabeu".
Quale sarà però il giocatore da tenere d'occhio in questa gara e quali argomenti potrebbero fare la differenza nei 90 minuti. Per Hierro, e concorda anche il suo collega, in mediane così ricche di talento e catene offensive spaventose, sarà l'approccio difensivo delle due compagini a marcare la differenza. I dettagli, la capacità di compiere meno errori possibili in gare così delicate e tese.
Sui giocatori si esprime Mendieta: "Valverde per il Real Madrid, che arriva sempre al momento opportuno quando c'è la necessità di diventare goleador, Gavi e Pedri, giocatori che si uniscono bene all'attacco e che, nonostante la gioventù hanno le capacità per incidere".
Ruota tutto intorno al Clasico, anche la chiacchierata con i due ex campioni del calcio spagnolo e quindi c'è spazio per tanti altri temi. Da Hagi al derby tra Lazio e Roma, fino al bisogno d'adattamento e al sempreverde ritorno di Messi in blaugrana, passando per Lewandowski, Benzema ed Erling Haaland.
Hierro su George Hagi: "È un genio, non è facile giocare sia con Real Madrid che Barcellona e lui l'ha fatto, in una carriera meravigliosa. Personalmente mantengo ancora i contatti con lui. Quando viene in Spagna, prendiamo un caffè, ci vediamo. Come giocatore aveva il miglior mancino che io abbia mai visto, oltre a essere una persona fanatastica per le sue qualità umane. Ha lasciato il segno ovunque è stato".
Mendieta su Messi: "Non mi piace parlare di rumor. Leo è in un altro club e lo rispetterà. Il Barcellona ha svolto un lavoro molto intenso per rinforzare il club e e nella Liga sta funzionando. Vedere Messi in Spagna è stato fantastico, è uno dei migliori nella storia ed è quello che vogliamo qui, attrarre i migliori giocatori al mondo. Messi al Barça si inserirebbe? Dovresti fare questa domanda a Xavi, non so se sono il più indicato per rispondere".
Messi a Parigi, Haaland al Manchester, se si parla di grandi attaccanti non si può non confrontare il norvegese ai due pezzi da novanta che guidano gli attacchi di Real e Barça, Karim Benzema e Robert Lewandowski. Sulla questione livello dei tre calciatori, Hierro e Mendieta concordano nel posizionare francese e polacco un gradino sopra il giovane attaccante del Manchester City. Sia per una questione anagrafica, sia perché i primi due hanno già segnato un'epoca, trionfando in tutte le competizioni disputate da assoluti protagonisti.
Restando in Europa è per Mendieta la domanda di Alessandro Eremiti riguardante l'esperienza del Clasico in relazione a un derby sentito come Lazio-Roma.
Mendieta: "Sono molto differenti per l'idiosincrasia della città, delle tifoserie. Però da calciatore si vivono in modo molto simile. La partita che segna un punto sulla stagione, che segni sul calendario che trascende un po', nonostante non siano squadre della stessa città, la ripercussione che tiene a livello, locale, nazionale e internazionale. Devi essere mentalmente molto forte e capire che ci sono le gare successive e questa gara è molto speciale. La cosa difficile è mantenere questo fuoco mentale e non lasciarti trasportare dall'ambiente, dalla drammatica esagerazione. In questo caso il calciatore prova a mantenere sempre una linea piana e moderata per affrontare la partita ".
Si parla sempre troppo poco del periodo d'adattamento. Vuoi perché ci sono calciatori straordinari che non ne hanno bisogno, vedi proprio Haaland o Lewandowski, vuoi perché tutto il carro mediatico che segue H24 giocatori e squadre più importanti, dilata il tempo riducendo quello a disposizione di un calciatore che, in molti casi ha cambiato tutto (casa, città, paese, lingua, stile di vita, abitudini, campionato, allenatore, compagni). Sul tema si è soffermato proprio Mendieta, che ha vissuto in prima persona questo cambiamento con la Lazio e con il Barcellona.
Mendieta: "Per la tappa della mia carriera non fu un grande ostacolo in quel momento. Avevo chiaro come giocava il Barça e come voleva giocare con Van Gaal. Dopo gli anni passati al Valencia non mi posi il problema, avevo occupato molte posizioni e avevo chiari i compiti in ognuna di quelle. Qual era il lavoto da svolgere e cosa ci si aspettava da me. Capisco chiaramente che ci sono giocatori che arrivano da fuori e necessitano un periodo d'adattamento, anche io ne ho ha avuto bisogno, soprattutto lontano dalla Spagna. È qualcosa che succede abitualmente, un adattamento ai nuovi allenamenti, alle partite, momenti per conoscere i tuoi compagni e farti conoscere da loro. Ho visto grandi giocatori arrivare al Barça e aver bisogno di un periodo d'adattamento e credo sia normale".
Se anche i campioni hanno bisogno di un periodo d'adattamento, chissà quali sono le sensazioni per un nuovo arrivato o un esordiente al momento di mettere piede in campo per la prima volta in un Clasico. Hierro, che ne ha giocati una trentina, racconta che lo spogliatoio non ti mai lascia da solo.
Hierro: "Sono i giocatori con più esperienza ad aiutare, i capitani. Non per fare chissà che ma per spiegare cos'è un Clasico, come viverlo. L'abbiamo tutti visto in Tv, ma giocarlo in prima persona è qualcosa di unico. Nel mio caso i più esperti, i capitani, mi spiegarono cosa succede quando lo vinciamo, l'allegria dell'aficion, cosa significa per milioni e milioni di madridisti".
Noi, domenica alle 16:15 saremo tra quelli alla Tv, come milioni e milioni di altri tifosi e appassionati. Una trentina i protagonisti in campo, che cercheranno di "mantenere il fuoco mentale" e non farsi influenzare da "l'entorno". Dunque, per chiudere il collegamento come ha pensato Mendieta: "Disfrutad del Clasico".