Il crollo di Spalletti nel girone di ritorno: verità o falso mito?
"Il Napoli crollerà prima o poi", "non può reggere a questi ritmi". Tra l'entusiasmo dei tifosi partenopei e lo scetticismo di molti tifosi di compagini rivali, si fanno pronostici, previsioni o analisi su cosa riserverà il futuro della Serie A. La squadra azzurra ha dominato il girone di andata (al termine del quale manca una giornata), imponendosi contro tutte le big (fatta eccezione per l'Inter) e conquistando 47 punti su 54 disponibili in 18 giornate.
A inseguire c'è il Milan, fermato ancora sul 2-2 dal Lecce e distante 9 punti; a -10 figurano invece la Juventus, ridimensionata dalla manita del Maradona, e l'Inter che ha superato di misura il Verona. Un distacco importante, difficilmente colmabile anche in caso di "crollo Napoli". Mai come nella stagione corrente gli azzurri sembrano poter riportare lo Scudetto in Campania. Ci riusciranno? E soprattutto quanto c'è di vero sulle difficoltà del tecnico Spalletti nel girone di ritorno?
Il presunto "crollo"
Poco, almeno analizzando le ultime stagioni dell'allenatore toscano dal suo ritorno in Italia. La prima in Serie A nell'avventura 2.0 con la Roma è un match casalingo contro l'Hellas Verona. La sua seconda prima volta all'Olimpico finisce 1-1, ma è il primo punto di una sequenza impressionante. I giallorossi chiudono a 80 punti, Spalletti, dopo i 34 conquistati da Rudi Garcia, ne porta a casa 46, secondo soltanto a una Juventus da 52 su 57 nel girone di ritorno. Una media punti da Scudetto esattamente nelle 19 gare restanti sul calendario.
La stagione successiva resta in giallorosso e chiude con 87 punti la Serie A (la Roma non riuscirà più a fare meglio), centrando il secondo posto dietro alla Juventus (91). Nel girone di andata i punti sono 41 e in quello di ritorno si ripete conquistandone di nuovo 46. La sua media punti cresce e tra le polemiche saluta la Capitale accettando l'offerta nerazzurra.
È a Milano che questo dato inizia a vacillare. Nelle due esperienze con l'Inter le prime parti di stagioni sono indubbiamente migliori delle seconde. Nella prima i punti sono 72, divisi in 41 nel girone di andata e 31 (ben 10 in meno) in quello di ritorno. Il calo non compromette la qualificazione in Champions League in nessuno dei due casi, nemmeno nella stagione 2018-19, nella quale la sua Inter conquista 69 punti (39 nel girone di andata e 30 in quello di ritorno).
La sua nuova avventura a Napoli inizia nella stagione conclusa con il Milan campione, quella passata, e Spalletti torna subito con una media punti superiore ai 2 a giornata. Gli azzurri partono benissimo e girano a 39 punti, dietro alle milanesi; nella seconda parte il tecnico toscano si migliora di una lunghezza conquistandone 40, 4 in meno dei rossoneri che si aggiudicano lo Scudetto.
E allora perché a Luciano Spalletti è legato il falso mito di crollare nelle seconde metà di stagione? Probabilmente per i suoi quattro secondi posti e i tre terzi posti raggiunti in carriera in Serie A, per le recenti avventure sulla panchina dell'Inter e per la generale sensazione che sia sempre mancata quella manciata di punti per esultare alla fine. Il motivo però, negli anni in cui Spalletti si è avvicinato di più al titolo, non è mai stato riconducibile al girone di ritorno (almeno confrontato con quello di andata).
La novità forse riguarda proprio il Napoli che nelle stagioni concluse al secondo posto, tra il 2017 e il 2019, ha perso punti proprio dopo il giro di boa. 48 punti conquistati nella stagione 2017-18 e il titolo di Campioni d'inverno a fronte dei 43 del girone di ritorno che ha distanziato la Juventus di quei 4 necessari al trionfo. 44 invece i punti nella stagione 2018-19, con una riduzione di ben 9 nella seconda parte: 35 punti che hanno lasciato il titolo a Torino con gli azzurri distanti ben 11 lunghezze nella classifica finale. Il calo nelle due stagioni a Milano può essere ricondotto a una rosa con meno qualità, migliorata poi negli anni successivi dalla dirigenza nerazzurra.
Qualcosa nella mentalità sembra essere cambiato a Napoli e molto del merito è di Luciano Spalletti. Lo stop contro l'Inter è stato soltanto fisiologico, la vittoria esterna contro la Sampdoria e la roboante prestazione al Maradona contro la Juventus l'hanno dimostrato. Non c'è crisi, non c'è alcun sintomo di crolli imminenti. Il Napoli gioca il miglior calcio d'Italia e, al momento, sembra poter battere chiunque. Al giro di boa i punti potranno essere 47, 48 o 50 e gli azzurri ci arriveranno con una certezza. Si può far peggio del girone di andata, ma un distacco di 9 punti permette di vincere comunque.