Il dilemma del Padovani e la distanza Fiorentina-Comune: il punto sullo stadio
Le partite interne della Fiorentina, in questa stagione, sono caratterizzate da uno scenario certo distante da quello passato e da un colpo d'occhio che tradisce la natura di cantiere che segna lo stadio Artemio Franchi: un cantiere in senso pratico che si riflette anche, in senso lato, sulla situazione legata al futuro dell'impianto fiorentino e ai rapporti tra le parti coinvolte.
Parti che, stando a quanto sottolinea anche oggi La Nazione, non sono concordi sul futuro dello stadio Padovani come potenziale nuova casa della Fiorentina: lo stadio fiorentino del rugby è in attesa dell'approvazione di CONI e FIGC sull'adeguamento agli standard per la Serie A, il club viola però non ha mai assecondato l'idea del Comune e non ha mai gradito l'idea di abbandonare (pur provvisoriamente) il Franchi.
Capienza e nodo restyling: i punti critici
Il punto principale del discorso riguarda la capienza: anche con l'adeguamento del Padovani ai canoni di base della Serie A, con 15mila posti, non si arriverebbe alle presenze garantite dal Franchi anche al netto dei lavori (si parla in tal caso di 22mila posti). Esiste poi un fronte economico, pensando ai 10 milioni di euro necessari per procedere al restyling dello stadio fin qui dedicato al rugby: la Fiorentina ha sempre escluso di poter partecipare in tal senso e di mettere mano al portafoglio per soluzioni non legate alle scelte compiute dalla società, scelte in un certo senso subite.
L'idea del club viola è quella di seguire l'esempio di quanto accaduto a Bergamo e a Udine, con Atalanta e Udinese rimaste nei rispettivi stadi nel corso dei lavori che hanno portato al rimodernamento degli impianti: si tratta di due precedenti che agli occhi della proprietà viola sono sufficienti per capire come sia una strada percorribile, senza bisogno di uno spostamento.
Rocco Commisso, non avendo potuto assecondare la volontà di realizzare un nuovo impianto ex novo, ha dato sempre l'impressione di vedere il Franchi coi lavori in corso come "male minore" rispetto a un trasferimento che comporterebbe perdite ancora maggiori, il Comune di Firenze lavora però ancora sul piano B rappresentato dal Padovani e la macchina burocratica annessa si è già messa in moto (per arrivare all'omologazione per il massimo campionato).