Il dilemma tattico di Iachini: perché il passaggio al 4-2-3-1 appare fisiologico
"Un regista e un centravanti d'esperienza, ecco cosa serve". Questo era il ritornello, già da qualche mese, attorno agli obiettivi di mercato della Fiorentina: i maggiori sforzi sarebbero dovuti essere quei due, erano tutti unanimi nel sostenerlo. Un proposito tanto chiaro a priori quanto poi caduto in un nulla di fatto: a centrocampo sono arrivati tre colpi ma nessun regista in senso stretto mentre, in avanti, tutto è rimasto invariato.
Nel suo complesso la rosa appare più esperta e profonda, per molti aspetti, ma poco adatta al 3-5-2 che sembrava invece ben chiaro nei piani di Beppe Iachini, non un diktat ma comunque un marchio di fabbrica. Occorre dunque valutare quale possa essere la veste più coerente con la rosa a disposizione: il 4-2-3-1 e il 3-4-3 sembrano i moduli più percorribili e più su misura anche considerando i nuovi arrivi. Entrambi permetterebbero soprattutto di non snaturare troppo Callejon, obbligandolo a compiti di sacrificio eccessivi sulla fascia destra: lo stesso Chiesa, pur con le sue doti di corsa e generosità, era spesso costretto troppo lontano dalla porta.
Il 4-2-3-1 peraltro avrebbe interpreti adatti davanti alla difesa come Amrabat e uno tra Duncan e Pulgar, con Castrovilli più avanzato e davvero nei panni del numero 10 (quest'anno stampato anche dietro alla sua maglia). Iachini non è mai stato un integralista, un cambio di modulo appare dietro l'angolo e anche il passaggio dalla difesa a tre a quella a quattro potrebbe non essere traumatico, uno tra Milenkovic e Caceres infatti potrebbe agire come terzino più bloccato, con Lirola pronto a subentrare nelle sfide in cui servirà più spinta anche da parte dei terzini.
Segui 90min su Facebook, Instagram e Telegram per restare aggiornato sulle ultime news dal mondo della Serie A!