Il dito davanti alla bocca e la natura polemica del gol: Sottil riparte da qui
Il gol scopre sempre più una propria dimensione polemica, una sorta di lato oscuro che accompagna il movimento (in sé dolce) della rete che si gonfia, a maggior ragione dopo un destro che gira come quello che ha portato la Fiorentina sul 2-0 contro la Salernitana dopo 18 minuti, firmato Riccardo Sottil. Si è già detto come la dimensione del riscatto segua certi giocatori, come un peso inesorabile con cui fare i conti: ogni prestazione diventa così un esame da passare, ogni minuto in campo porta con sé pressioni con cui fare i conti.
I responso dei numeri
Come si concilia dunque un'esultanza polemica, come un dito davanti alla bocca a zittire qualcuno, con statistiche poco confortanti? Di fatto possiamo considerare come Sottil, fin dal suo ritorno alla Fiorentina dopo il prestito di Cagliari del 2020/21, abbia trovato appena 7 gol in 69 presenze complessive, tra le varie competizioni. Possiamo notare anche come Sottil non trovasse il gol in viola da quasi due anni (in campionato).
Si tratta di numeri e di dati in grado di giustificare e spiegare un'esultanza polemica, in forma così liberatoria? Sulla carta decisamente no, il responso dei numeri è chiaro, soprattutto considerando la nota aspettativa di Italiano rispetto agli esterni offensivi, definiti dal tecnico - volontariamente - come "attaccanti", come calciatori da cui si aspetta un buon bottino di gol a fine stagione (non distante da quello che ci si aspetta da una prima punta).
Sottil non ha avuto fin qui troppa continuità, peraltro il suo minutaggio è sceso nella seconda stagione di Italiano a Firenze, ma spesso non ha saputo lasciare il segno quando è stato chiamato in causa, pur mostrando a sprazzi quelle qualità che fin dalla Primavera s'intravedevano, a livello di dribbling, rapidità e di doti balistiche. Un mix di minutaggio ridotto, sfortuna e demeriti che - nel complesso - ha condotto una parte di tifoseria e opinione pubblica a sposare l'idea secondo cui Sottil "non sarebbe da Fiorentina".
Un punto di partenza
Ed è proprio qui, probabilmente, che trovano sede le motivazioni che hanno portato il giocatore all'ennesimo sfogo, tradotto poi a parole: "L'ho fatto perché nel calcio si tende a prendere di mira". Una sensazione che del resto, spesso, si amplifica ancor di più coi figli del vivaio, rinverdendo il detto secondo cui nessuno possa essere profeta in Patria. Non sono mancate investire importanti in passato, anche disattese, come quella da parte di Pradé che ha spesso dato prova di stimare l'esterno offensivo, di credere nelle sue capacità (tanto da non seguire mai le sirene del mercato).
Il nodo cruciale di un'ennesima esultanza polemica, chiaramente, è quello delle aspettative che si alimentano ancor di più: tenere un profilo basso aiuterebbe a ricucire definitivamente con la piazza mentre un simile gesto, che può suonare come provocatorio, può instaurare un circolo vizioso ancor più complesso da superare. La chiave sarà la continuità, in una logica di turnover che Italiano continuerà comunque ad adottare e con chance che non saranno dunque illimitate per il classe '99, arrivato ormai al necessario snodo della sua avventura in maglia viola. Il dito davanti alla bocca non mette un punto, non può farlo, ma prepara il terreno per esami ancor più decisivi.