Il flop dell'Italia a Euro 2024 è dovuto al poco feeling tra Spalletti e i giocatori?

Il retroscena riportato da La Repubblica
Luciano Spalletti
Luciano Spalletti / Claudio Villa/GettyImages
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La prestazione offerta contro la Svizzera è il manifesto della spedizione dell'Italia a Euro 2024: nonostante un avversario sì molto organizzato ma comunque alla portata, gli Azzurri non hanno mostrato alcun segnale di vita e solo quando erano sotto di due gol hanno provato un assalto tanto disperato quanto inconcludente.

Il flop in terra tedesca non può avere un solo colpevole, alla sbarra degli imputati devono finirci tutti, dai vertici federali al commissario tecnico, passando naturalmente per i giocatori. Ed è proprio su queste ultime due figure che l'edizione odierna de La Repubblica concentra la propria attenzione, riferendo di un rapporto non esattamente idilliaco tra Luciano Spalletti e gli azzurri convocati per l'Europeo.

A differenza di quella visto nel 2021, la squadra dell'Italia non è stata mai unita. L'assenza di senatori del calibro di Bonucci e Chiellini ha privato lo spogliatoio di figure carismatiche, favorendo la creazione di piccoli gruppetti che non interagivano affatto tra loro. Secondo il quotidiano, ci sarebbe stato anche qualcuno che ha storto il muso per una preparazione atletica poco intensa e per la convocazione di Fagioli, considerato un delatore per aver tirato in ballo Tonali nella questione scommesse.

Dall'altro c'è stato invece un CT che non è mai riuscito a costruire delle certezze. Una mancanza attestata in particolare dalla rivoluzione adottata per la sfida contro la Croazia, quando i giocatori si aspettavano di continuare con gli stessi principi tattici visti nelle prime due uscite contro Albania e Spagna, ma Spalletti ha spiazzato tutti cambiando uomini e sistema di gioco. C'è infine il capitolo di Di Lorenzo, la cui inamovibilità dall'undici titolare nonostante le prestazioni orripilanti ha scatenato la rabbia di chi avrebbe voluto giocare al posto suo.


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