Il Milan di Pioli è davvero Leao-dipendente?

Rafael Leao.
Rafael Leao. / Marco Canoniero/GettyImages
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Il Milan è uscito sconfitto dalla semifinale d'andata della UEFA Champions League contro l'Inter. I rossoneri - complice un inizio disastroso con i sigilli avversari di Dzeko e Mkhitaryan - non sono mai entrati in partita. Un'assenza che si è fatta sicuramente notare è stata quella di Rafael Leao: il giocatore portoghese, dopo aver accusato un problema all'inguine nel corso dell'ultima sfida di campionato contro la Lazio, non ha preso parte al match forse più importante della stagione. Il Milan, senza di lui, fatica a creare e la domanda è la seguente: i rossoneri sono davvero Leao-dipendenti? Si è trattata di una vera e propria mancanza d'atteggiamento nei primi minuti di gioco? Proviamo a trovare la risposta prendendo in considerazione due fattori.

L'apporto di Leao e la mancanza di alternative

Con Rafael Leao in campo il Milan ha registrato il 64% di vittorie con una media di 2,2 punti a partita. Inutile dire che la presenza del portoghese nel mosaico tattico di Pioli è fondamentale, senza di lui solo l'11% di successi, con la media che è scesa dello 0,8 (Fonte: Kickest). Senza il portoghese dal primo minuto, i rossoneri hanno totalizzato quattro pareggi, quattro sconfitte e soltanto una vittoria che risale al girone d'andata, precisamente il 4-1 inflitto al Monza.

Senza Leao, inoltre, il Milan pecca di fantasia nella manovra: non è bastato il collettivo, non sono manco bastate le alternative, la verità è che i rossoneri non possono fare a meno della loro stella. Nel bene e nel male Leao sembra essere l'ago della bilancia di questa squadra: quando c'è lui il Milan crea e gira, quando è in panchina o quando è indisponibile le occasioni vengono a mancare. Il vero problema sta anche nell'organico: in occasione della sfida casalinga con l'Empoli, Leao è stato sostituito da Rebic e il risultato è stato alquanto scontato e controproducente. Il Milan faticava a creare, lo stesso contro la Cremonese. Coi grigiorossi Pioli ha provato a inserirlo a partita in corso ma senza ottenere i risultati sperati. E infine l'Euroderby: match clou della stagione, partita che definire fondamentale è proprio riduttivo visti l'avversario e la posta in palio. Senza Leao, Pioli ha spostato Saelemaekers a sinistra ma il belga - seppur con voglia e grinta - non è riuscito a fare le veci del giocatore più importante della rosa. E se ci mettiamo pure i primi dieci minuti da bollino rosso oltre a una prova del collettivo disastrosa allora si ottiene un fallimento prevedibile.

Stefano Pioli, Rafael Leao
Stefano Pioli, Rafael Leao / Nicolò Campo/GettyImages

Considerazioni finali

Se torniamo al discorso principale, contro l'Empoli, contro la Cremonese ma soprattutto nell'Euroderby il Milan si è rivelato molto debole in termini realizzativi. Leao è ormai il catalizzatore del gioco di Pioli, e senza di lui il mosaico tattico del Milan - come sottolineato in precedenza - è povero di fantasia, soluzioni e fiammate. Considerazione off-topic: Leao è l'ago della bilancia di questo Milan, ma le alternative mancano e senza di queste difficilmente si potrà competere ad alti livelli come altre squadre. Un esempio? Prendiamo proprio l'Inter, che può permettersi il lusso di lasciare Lukaku, Brozovic, de Vrij e Gosens in panchina e che - visti i ricambi - dispone di più soluzioni in ogni reparto. Altra considerazione: è alquanto paradossale che il Milan debba dipendere da un giocatore. Oltre alle seconde scelte non proprio all'altezza, c'è anche da sottolineare il fatto che l'acquisto più importante è stato un flop su tutti i fronti. De Ketelaere non ha dimostrato il suo valore in quelle poche occasioni che gli sono capitate, e forse con quei 35 milioni potevano essere investiti in un grando colpo oppure in altri profili più utili alla causa e non su giocatore ibrido e ancora da sgrezzare. Il Milan adesso aspetta il ritorno di Leao, ma il problema si trascina da mesi. E adesso l'etichetta di "Leao-dipendenti" - per i rossoneri - non è mai stata così azzeccata.