Il Napoli ricorda il Barcellona di Guardiola? Il commento di Spalletti

Luciano Spalletti
Luciano Spalletti / MARCO BERTORELLO/GettyImages
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Nemmeno il Sassuolo riesce a fermare la marcia del Napoli verso lo Scudetto. Nell'anticipo della 23ª giornata di Serie A, i partenopei battono i neroverdi 2-0 grazie ai soliti Kvaratskhelia e Osimhen. Grazie a questa vittoria, la squadra di Luciano Spalletti si porta momentaneamente a +18 dall'Inter. Proprio il tecnico degli azzurri ha commentato la prestazione dei suoi ai microfoni di Dazn.

Un Napoli che ricorda - con le giuste proporzioni - il Barcellona di Guardiola?
"Bisogna andarci piano con i paragoni con questi colossi perché poi è un problema. Bisogna fare bene le cose che sappiamo fare. La riaggressione l'abbiamo fatta molto bene, ma stasera abbiamo offerto una grande prestazione in generale. Le ultime partite le abbiamo vinte con meno qualità, invece stasera siamo stati squadra in tutte le cose".

Come sta Osimhen?
"Per quello che abbiamo potuto valutare non sembra niente di particolare, solo un po' di stanchezza. Lui non riesce a risparmiarsi, ha sempre voglia di fare strappi, non si ferma finché non ha ripreso palla".

Come fa il Napoli a dominare le partite?
"Stasera siamo stati veloci e qualitativi nella gestione della palla, nell'andare a creare occasioni. Abbiamo sofferto in un paio di occasioni perché il Sassuolo è una bella squadra. Non puoi dominare una partita per tutti i 90 minuti. La squadra ha fatto una prestazione matura e vogliosa. Nessuno ha la presunzione di andare più morbido, sono segnali importanti per il futuro".

Un commento sull'Eintracht:
"L'Eintracht è fortissimo, ha calciatori velocissimi e ripiega bene per attaccare gli spazi con gente tecnica. È abituato a giocare per la singola partita, più di noi. L'anno scorso ha vinto l'Europa League e ha mantenuto più o meno la stessa squadra. Anche se abbiamo questo vantaggio in classifica dobbiamo affrontare le partite di campionato in maniera concentrata, non dobbiamo fare calcoli e affrontare le gare come se fossero tutte decisive. È così che ci si abitua a giocare le partite da dentro o fuori".