Il nodo Pnrr mette a rischio la ristrutturazione dell'Artemio Franchi?
Proprio quando il percorso sembrava in discesa, perlomeno come iter già delineato e appurato, la situazione legata ai fondi del Pnrr da utilizzare per la realizzazione del "nuovo" stadio Artemio Franchi, cioè per l'ammodernamento del vecchio impianto viola, sta offrendo una buona dose di incognite e di ostacoli.
Dai dubbi legati al trasferimento della Fiorentina dal 2024 al 2026, coi lavori in corso allo stadio di Campo di Marte, si è dunque passati a una nuova fase del problema, ben più profonda: la Commissione Europea ha espresso dei dubbi in merito all'utilizzo di 55 milioni di euro di fondi per la ristrutturazione del Franchi.
I dubbi della Commissione Europea
A cosa si legano tali perplessità e come si potranno sciogliere (in 30 giorni di tempo)? In sostanza si tratta di 55 milioni connessi in modo necessario a presupposti di rivalutazione urbana (sul piano ambientale, sociale e occupazionale). Il nodo della questione è illustrato in modo chiaro dall'esperta Annalisa Giachi, osservatrice privilegiata sul fronte Recovery Plan, ai microfoni del Corriere Fiorentino: "Con quella tranche di Pnrr io non posso fare delle strade. Ma posso realizzare delle piste ciclabili e delle tratte ferroviarie. Perché in questo caso si tratta di infrastrutture che offrono un servizio pubblico e che hanno ricadute positive sull’ambiente. Lo stadio è qualcosa che è un po’ al limite" ha spiegato.
Essendo un progetto al limite, appunto, occorrerà dimostrare che l'aspetto di riqualificazione urbana e le ricadute sociali-ambientali saranno tali da giustificare anche l'utilizzo di quei 55 milioni: "Se si mettono al lavoro per dimostrare che ne so, per esempio, che il Franchi riammodernato servirà ad aumentare l’occupazione o a riqualificare il quartiere di Campo di Marte, non sarà impossibile farlo rientrare tra i progetti ammissibili" ha proseguito la coordinatrice dell'Osservatorio sul Recovery Plan.
Il restyling del Franchi è a rischio?
Il sindaco Dario Nardella, dal canto proprio, ha tenuto a freno ogni allarmismo e - così come il ministro Fitto - confida in un normale processo di dialogo e di chiarimento con la Commissione, senza dunque alcuna idea di "definanziamento" in corso. L'interrogativo a questo punto si lega al progetto in toto, considerando poi come i tempi siano piuttosto stretti da qui all'inizio dei lavori. L'eventuale rinuncia ai 55 milioni di euro metterebbe a repentaglio il restyling?
Verosimilmente, a quel punto, si tratterebbe di trovare strade alternative per aggiungere fondi ai 95 milioni di euro che non vanno ritenuti in dubbio (si tratta di fondi italiani, su cui la Commissione non ha più voce in capitolo) a differenza di quelli legati ai "piani urbani integrati" (i 55 milioni, appunto). L'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport si sofferma proprio sui possibili piani alternativi per portare a compimento l'intero progetto di restyling dello stadio e di valorizzazione del quartiere di Campo di Marte.
Senza fondi europei a disposizione si tratterebbe di individuare un'alternativa, puntando anche sull'ambizione italiana di sostenere la candidatura per ospitare Euro 2032. In tal senso il comitato interministeriale lavorerebbe per ottenere risorse da un fondo pubblico-privato da integrare al dossier che la FIGC a breve dovrà consegnare alla UEFA (il 12 aprile). Diventa chiaro come un restyling del Franchi potenzialmente in dubbio possa anche pesare sulla candidatura italiana per gli Europei: il progetto, in sostanza, non dovrà naufragare neanche in assenza dei 55 milioni di euro di fondi europei.