Il nostro viaggio in Qatar a un anno dai mondiali: diario della FIFA Arab Cup 2021
Doha - Sole e caldo a dicembre, sembrano la scusa perfetta per andare alla scoperta del paese che ospiterà, tra meno di un anno, i prossimi mondiali.
Se poi ci aggiungiamo la prima storica edizione di una competizione come la FIFA Arab Cup, scelta dal massimo organo calcistico mondiale per testare e presentare gli stadi che a fine 2022 - prima volta nella storia che il torneo viene disputato da novembre a dicembre - accoglieranno il mondo intero tra i grattacieli e il deserto del Qatar, allora non si poteva proprio mancare.
Doha, che si sta rifacendo il trucco per l'occasione, mi accoglie con la skyline futuristica della West Bay e con una metro nuova di zecca inaugurata nel 2019 e pensata per collegare tra loro gli 8 stadi che saranno teatro della prima Coppa del Mondo in Medio Oriente. 3 linee, Red, Green e Gold, e 3 classi, Gold - un vagone da 16 posti soltanto - Family e Standard, che attraversano la città da un lato all'altro e dispongono in tutti i vagoni di display con il percorso da fare per ogni impianto.
Abdallah, mio compagno di viaggio nel tragitto che porta all'Education City Stadium e membro del team che ha progettato il sistema di trasporti, mi spiega che la metro è stata realizzata ispirandosi alla rete di trasporti presente a New York e Londra: "Abbiamo preferito la spider technique alla line technique presente in altre città come Dubai, perché anche se è più costosa, garantisce maggiore qualità ai passeggeri. Siamo stati a New York e Londra per i trasporti e in Brasile e Russia per i mondiali. Sarà un mondiale unico, perché gli stadi sono tutti vicini tra di loro e vogliamo che tutti i tifosi che verranno qui, vivano un'esperienza indimenticabile, riducendo al massimo il tempo per gli spostamenti da uno stadio all'altro. Ci piacerebbe che si possa assistere anche a 3 partite in una giornata se lo si desidera".
Gioiello da 40.000 posti e realizzato quasi esclusivamente con materiali sostenibili, l'Education City Stadium è situato nel distretto di al Rayyan e dista una sola fermata di linea verde dall'Ahmed Bin Ali Stadium. La prima tappa del mio tour in questa competizione dai colori e i rumori esotici, mette di fronte l'Oman e i padroni di casa del Qatar, che vincono per 2-1 all'ultimo respiro qualificandosi per i Quarti di Finale e scatenando più di qualche polemica tra gli omaniti sugli spalti per il rigore del vantaggio trasformato dal talento di casa Akram Afif.
Dopo un giro al Souq Waqif, mercato vecchio della città, situato a ridosso delle Corniche e che permette di immergersi nella tradizione qatariota mentre si ammirano i grattacieli della West Bay e un po' di riposo, riparto in direzione Al Riffa. La linea è sempre quella verde e lo stadio è l'Ahmed Bin Ali, casa dell'Al Rayyan e teatro di un Giordania-Marocco dell'ora di pranzo. Fuori dallo stadio, c'è chi anima il pre partita con danze e balli tradizionali e c'è chi prega; dentro invece le note della famosa C'est la vie di Khaled accendono i tifosi del Marocco, prontissimi anche sulla Seven Nation Army, che accompagna l'ingresso delle squadre in campo, mi fa ripensare alla meravigliosa estate sotto l'arco di Wembley e mi ricorda che purtroppo per gli Azzurri, la strada che porta a queste latitudini è ancora lunga e parecchio tortuosa.
Il campo dice 0-4 per il Marocco, con una Giordania volenterosa ma con evidenti limiti tecnici. Lo stadio - poco più di 40.000 posti che verranno ridotti a 21.000 dopo il Mondiale - mi fa inevitabilmente incrociare le dita mentre penso, che un mondiale qui, tra grattacieli e deserto, con i canti dei muezzin che si sovrappongono a quelli dei tifosi deve essere qualcosa di davvero affascinante. I tifosi giordani intonano fieri il loro inno e allora sì, torna in mente il Canto degli Italiani. Mi rimetto in viaggio e vado a esplorare la città in attesa della prossima gara. Chissà se in questo momento Cristiano Ronaldo sta pensando al Qatar...
Segui 90min su Twitch.