Il nuovo ciclo della Nazionale e la lotta Scudetto: parla Prandelli
Dall'attesa per il ritorno in campo dell'Italia dopo il flop europeo, a una lotta Scudetto che vede ancora l'Inter come grande favorita: sono questi i temi principali toccati da Cesare Prandelli nell'intervista concessa ai microfoni di Tuttosport. Nello specifico, l'ex allenatore si è concentrato sul ritorno di Tonali e sugli altri giovani convocati in azzurro, per poi soffermarsi sulla Juventus di Thiago Motta.
Sull'Italia di Spalletti: “Ho sempre detto di avere grande fiducia in Luciano e non è che cambio idea dopo il risultato dell'ultimo Europeo. Stanno lavorando tanto, stanno cercando di capire quali ragazzi possono essere più utili nella continuità e nel futuro. Il calcio italiano ha bisogno di far giocare più giovani possibili, all'ultimo Europeo c'erano diversi giocatori con poca esperienza internazionale. Il calcio deve essere al centro del progetto: Federazione e Lega devono assolutamente andare d'accordo”.
Su Tonali e i giovani: “Tonali non lo scopriamo adesso, gli facciamo un grosso in bocca al lupo per il rientro, può dare qualità e leadership al nostro centrocampo. Gli altri due sono giovani e fanno parte del coraggio che dobbiamo avere in questo momento perché purtroppo non siamo a livelli altissimi”.
Su Balotelli: “Su di lui ho parlato talmente tanto che avrei potuto scrivere due libri. Gli ho voluto e gli voglio sempre tanto bene. Era un giocatore di talento, dai grandi colpi, riconosciuto da tutti. Poi però la continuità è un'altra cosa”.
Favorita per lo Scudetto? “L'Inter rimane la favorita e anche con un certo margine”.
Juve antagonista più credibile: “Intrigante l'idea nuova della Juventus. Thiago Motta è uno degli allenatori più bravi, capaci e completi in circolazione. È forse l'unico giovane non rigido sullo sviluppo del gioco, lavora sui princìpi e sugli spazi da occupare, ma senza diktat. La società Juventus ha avuto il coraggio di cambiare tutto quello che andava cambiato, con giocatori giovani e un allenatore con idee molto chiare”.
Modello di Thiago Motta: “Modello è una parola da non scomodare. Io e lui abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto. L’anno scorso andavo ogni tanto a Bologna perché mio figlio lavorava per il club quindi ci incrociavamo, facevamo due chiacchiere. Fin dalle prime partite ho capito che quella squadra poteva andare lontano. Dissi a mio figlio che gli avversari difficilmente avrebbero trovato le contromisure. Non era facile capire come giocava quel Bologna. Thiago non è un giochista rigido, da tre tocchi, triangoli e profondità sempre quella. No. Il suo è un principio di calcio basilare. Vogliamo tutti giocare la palla, vogliamo tutti occupare gli spazi, ma lui lo fa con equilibrio. E poi lascia la libertà. Zirkzee era un giocatore da scoprire, da far crescere e lui l’ha fatto diventare regista della parte offensiva riuscendo anche a fargli far gol. È stata un’intuizione geniale, geniale. Calafiori aveva sempre giocato a sinistra, lui l’ha messo centrale nonostante le critiche e le diffidenze iniziali. Questo significa che gli allenatori bravi sono ancora importanti”.