Il nuovo Milan dei francesi
No, non lo stiamo paragonando al Milan degli olandesi. Saremmo folli soltanto a pensare un paragone del genere. Ieri la squadra rossonera di Stefano Pioli si è imposta per 3 reti a 1 sulla Roma di José Mourinho. È passata in vantaggio ed è stata salvata dal portiere, ha raddoppiato e ha subito il rigore di Paredes che ha riaperto la partita, prima che venisse definitivamente chiusa dal terzo gol.
Il Milan è una squadra con molte nazionalità in rosa. Oltre a quella italiana, si è detto spesso dei madrelingua inglesi, da Fikayo Tomori ai nuovi arrivati Ruben Loftus-Cheek, Christian Pulisic e Yunus Musah. Nell'ultimo turno però è emersa con forza (ancora una volta) la bandiera della Francia. Ai tre protagonisti dello Scudetto di oltre un anno e mezzo fa, si è aggiunto un altro interprete, ma seguiamo l'ordine cronologico.
Nel mercato estivo era uno di troppo e all'inizio della stagione abbiamo raccontato della sliding door che ha portato Yacine Adli alla scelta di restare in rossonero. Un nuovo ruolo in cui si è messo in gioco, una sfida vinta prima del giudizio finale. Il francese si è rivelato già molto utile nella posizione di regista, ha offerto una nuova soluzione al suo alllenatore e nell'ultimo turno è tornato a festeggiare un gol che gli mancava da oltre due anni. Un gol segnato grazie a qualità tecniche sopra la media: il dribbling da trequartista che sa stare nel traffico e la capacità di calciare in modo secco con entrambi i piedi.
Dopo la sua rete il Milan ha giocato con più serenità, sfiorando svariate volte il raddoppio. Nel primo tempo però, una Roma capace di squillare in momenti insospettabili ha bussato alla porta rossonera con Celik. Stop in area, diagonale forte e preciso; diagonale tra Theo e Kjaer che permette di differenziare un portiere fenomenale da uno bravo. Dopo essere stato spettatore per una mezz'ora, Mike Maignan scende in una frazione di secondo. 1-1? No, 1-0 grazie a un altro dei tanti miracoli dell'estremo difensore francese con la maglia del Milan.
Poi c'è il solito Oliver Giroud. Pioli nel postpartita di Empoli si soffermava sulla differenza di allenare i giovani e i calciatori più esperti nel calcio moderno. Sui secondi diceva in particolare che sono quelli più professionali, che si vogliono allungare la carriera, più disponibili. Pensiamo per un secondo alle cifre degli over 30 negli ultimi anni. Da Robert Lewandowski a Karim Benzema, passando per Harry Kane e Antoine Griezmann fino ad arrivare a Olivier Giroud.
L'attaccante francese ha segnato 10 gol in metà girone, e conta almeno due cifre nelle ultime tre stagioni consecutive di Serie A. Oltre alle reti ha collezionato 6 assist finora; non solo segna, ma ritarda (nell'ottica bilanci rossonera) il pensiero dell'investimento su un altro attaccante. Sono cifre normali per il numero nove? No, si tratta di numeri esaltanti considerando che il record di Giroud è di 21 reti in una singola stagione di Ligue 1, risalente a quella 2011-12 (13 anni fa), culminata con la storica vittoria del campionato del Montpellier.
Da Giroud a Theo con un colpo di tacco che non è poi così fantasioso. Contro la Roma ne ha eseguiti due. Il primo ha portato al tiro velleitario di Pulisic, il secondo al tris del suo compagno di Nazionale. Giroud non è soltanto un finalizzatore d'area di rigore, da una decade domina il gioco spalle alle porta e, a 37 anni, non ha ancora dovuto sacrificare nulla del suo stile unico.
Se parliamo di stile non possiamo concludere che con uno dei giocatori simbolo del Milan. Nei quattro anni e mezzo in rossonero Theo Hernandez ha quasi toccato le 200 presenze, giocando spesso con la fascia da capitano al braccio e mettendo a referto 50 partecipazioni dirette alle reti della sua squadra (27 gol e 23 assist). Numeri da centrocampista per un terzino che ha arato a lungo la sua fascia fino a spostarsi sempre più in una zona centrale, a necessitare più protagonismo di quello che solitamente spetta a un esterno basso. Regista o mezz'ala aggiunta, all'occorrenza difensore centrale in un'interpretazione totalizzante dei 90 minuti.
I mezzi tecnici, uniti alla forza fisica e alla devastante potenza permettono di innamorarsene subito calcisticamente; la sua tenacia, lo stile aggressivo e ribelle regalano ai tifosi un'idolo della piazza.
Come ricordato da Opta con i diversi dati elaborati sui francesi dopo la sfida di San Siro con la Roma, nel Milan si evidenzia sempre più una colonna transalpina, che potrebbe presto incrementarsi con il recupero dall'infortunio di Pierre Kalulu e un mercato che ha sottolineato alcuni connazionali nel ruolo (Brassier, Nianzou, Lenglet). Un perno francese in ogni reparto.