Il pagellone dell'Inter per l'anno solare 2020
SAMIR HANDANOVIC 6 - L’età avanza e la reattività non è certo la stessa di sempre, ma se nella stagione 2019/20 la difesa nerazzurra è stata la migliore della Serie A è anche per merito suo. Qualche abbaglio di troppo viene cancellato da prestazioni decisive, come l'ultima contro il Napoli, ma la sicurezza è da ritrovare.
MILAN SKRINIAR 6,5 - Diversi alti e bassi nel 2020 dello slovacco, uno dei difensori che ha sentito di più (in negativo) il passaggio alla difesa a tre. Superato il Covid-19, però, l’adattamento ai meccanismi di Conte è andato via via migliorando, come dimostrano le ultime uscite dell’anno. In crescita.
STEFAN DE VRIJ 8,5 - Da Spalletti a Conte la musica non cambia: è la colonna difensiva nerazzurra. Regge sempre il reparto con eleganza e concretezza, regalandosi ogni tanto gol pesanti come quelli nel derby. La Serie A lo elegge come il miglior difensore della stagione 2019/20: è il giusto premio per un 2020 da top player. Imprescindibile.
ALESSANDRO BASTONI 7,5 - Nel primo anno in una big parte in panchina e poi soffia il posto a uno come Skrinair, che col passare del tempo diventerà uno dei fedeli compagni di reparto. Si conquista il posto con umiltà e prestazioni maiuscole che lo portano anche alla convocazione in Nazionale maggiore. Sorpresa.
DANILO D'AMBROSIO 7 - È l’uomo dei gol pesanti, quello che quando entra in campo può incidere direttamente sul match nonostante il ruolo. Si dimostra affidabile in più ruoli ed è uno degli ultimi a mollare. Gregario.
ALEKSANDAR KOLAROV 5,5 - Tra Covid-19 e panchina, gli sprazzi nerazzurri del 2020 sono stati ben pochi e poco convincenti. Adattato nelle difesa a tre ha finora complessivamente deluso: si fa ricordare per qualche assist con il delizioso mancino ma anche per scelte sciagurate come il fallo da rigore che spiana la strada al Milan nell’ultimo derby.
ANDREA RANOCCHIA 6 - Poche presenze, ma quando chiamato in causa riesce a rimpiazzare a dovere un mostro sacro come De Vrij. Parla sempre a proposito, è uno dei leader di questa Inter. Uomo spogliatoio.
MATTEO DARMIAN 7 - Arrivato a Milano tra le (ignoranti) risate generali, si cala subito al meglio nella realtà nerazzurra con performance convincenti che permettono al giovane Hakimi di crescere con calma e meno pressioni. Timbra anche il cartellino in Champions. Affidabile.
ACHRAF HAKIMI 7,5 - I numeri parlano chiaro: 4 reti e 3 assist in 13 presenze in A, un passaggio vincente in Champions League. Non male per un esterno nato nel ’98 ed al primo anno in Italia. Difensivamente ci sono ancora tante lacune da colmare, ma le potenzialità non sono in discussione: il miglior Hakimi deve ancora arrivare... Predestinato.
ASHLEY YOUNG 6,5 - Influisce con gol e assist (soprattutto nel post lockdown) nella cavalcata dell’Inter che si conclude con il secondo posto in classifica. Sbaglia poche partite e si autogestisce con invidiabile personalità. Esperto.
ARTURO VIDAL 5,5 - Il giocatore che Conte ha allenato in passato è per ora un lontano parente di quello arrivato a Milano. Diverse le uscite sottotono e tanti i danni provocati, soprattutto in Champions. Nel 2021 l’Inter aspetta il vero Vidal. Attesa.
NICOLÒ BARELLA 8 - Il miglior centrocampista del 2020 dell’Inter. Segna in tutte le competizioni, macina chilometri e unisce quantità e qualità. Un futuro top player che sotto la guida di Conte continua a crescere giorno dopo giorno. Diamante.
MARCELO BROZOVIC 7 - È il faro della mediana nerazzurra, il perno basso da cui devono obbligatoriamente passare tutti i palloni. L’Inter è ‘Brozo-centrica’ e quando il croato è mancato dal campo (vedi il periodo di Covid-19) la qualità del gioco ne ha risentito. Fondamentale.
CRISTIAN ERIKSEN 5,5 - Il grande caso che nel 2021 dovrà necessariamente essere risolto. Arrivato dal Tottenham a gennaio, fatica ad ambientarsi al nuovo campionato, alla nuova lingua e al nuovo modulo. Conte lo prova da mezzala, poi ha più occasioni dal 1’ anche da trequartista nel 3-4-1-2: l’Inter perde l’equilibrio, lui (forse) l’occasione di conquistare il tecnico salentino, che lo rilega pian piano ai margini. Delusione.
MATIAS VECINO 5 - Assente dal campo per il lungo infortunio, sotto la gestione Conte l’uruguaiano risulta meno centrale ed incisivo rispetto all’esperienza con Spalletti. Non a casa potrebbe salutare Milano nei prossimi mesi. Da ritrovare.
ROBERTO GAGLIARDINI 6 - Criticato e bistrattato, convince sempre e comunque Conte a lanciarlo come titolare nel centrocampo a cinque. Restano nella memoria numerosi errori pesanti (indimenticabile la traversa a porta vuota contro il Sassuolo), ma complessivamente fa il suo e a volte si concede anche la gioia del gol. Sufficiente.
STEFANO SENSI 6 - Finisce il 2019 lanciando l’Inter di Conte in vetta alla classifica, inizia il 2020 con un infortunio che si aggiunge poi ai numerosi stop fisici che ne condizionano l’annata. Si presenta in campo a sprazzi, ma quando lo fa mette in vetrina la grande qualità: serve solo trovare continuità e fortuna. Rimpianto.
IVAN PERISIC 5,5 - Per gran parte del 2020 emigra in Germania, dove mette in bacheca un Triplete con il Bayern Monaco di Flick. Torna a Milano carico e ricopre più ruoli andando anche in rete contro il Parma (pareggio last minute) e Real (inutile gol in Champions), ma tatticamente non sembra fornire le giuste garanzie. Spaesato.
RADJA NAINGGOLAN 5 - Si rilancia a Cagliari, poi torna ad Appiano e non riesce mai a convincere Conte a puntare su di lui fin dall’inizio di una qualsiasi partita. Questione di testa? Di allenamenti? Lo sanno solo i diretti interessati, ma il 2021 di Radja potrebbe essere lontano da Milano. Incognita.
ROMELU LUKAKU 9 - Nella prima annata nerazzurra brucia le tappe e mette la firma in tutte le competizioni: campionato, Coppa Italia, Champions League e Europa League. Eguaglia la prima stagione interista di Ronaldo il Fenomeno (34 gol) e chiude l’anno con lo scettro del capocannoniere delle competizioni Uefa nel 2020 con 16 gol in tre competizioni con le maglie di Inter e Belgio, due in più di Haaland (4 UCL, 7 UEL, 5 UNL). Serve altro? Leader.
LAUTARO MARTINEZ 7,5 - Insieme a Lukaku forma una delle coppie più complete e in sintonia di tutta Europa. La prima parte di 2020 è da 8 e mezzo, ma le voci sul trasferimento al Barcellona complicano le sue prestazioni del dopo lockdown. È l’unica pecca di un anno comunque tra i più positivi in carriera. Promessa.
ALEXIS SANCHEZ 7 - Quando Lautaro non ingrana (specie dopo l’interruzione del campionato), è lui a prendere per mano l’Inter e trascinarla fino al secondo posto in classifica guadagnandosi l'acquisto a titolo definitivo dallo United. Il Niño entra con costanza nel tabellino dei marcatori e disegna assist vincenti: è un peccato non averlo avuto a disposizione per gran parte del 2020 a causa del lungo infortunio. Riscatto.
ANTONIO CONTE 7,5 - Nel suo 2020 pesano le uscite anticipate dalla Champions League. Per il resto contribuisce al cambio di mentalità e alla crescita nerazzurra su tutti i fronti, in campo e in classifica. E i risultati parlano chiaro: secondo posto in Serie A, finale di Europa League e semifinale di Coppa Italia, con annesso upgrade di (quasi) tutti gli elementi della rosa e dei numeri della squadra. Un lavoro che non è stato interrotto in corsa grazie al ‘Patto di Villa Bellini’: nel 2021 l’obiettivo è alzare un trofeo.
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