Il panchinaro che non ti aspetti: Muriel è il jolly dell'Atalanta
"È l'anno di Muriel". Quante volte abbiamo sentito pronunciare questa frase nel corso degli ultimi anni, magari dopo una prestazione indimenticabile oppure una giocata da fuoriclasse da parte dell'attaccante colombiano, ormai stufo di girovagare per l'Europa in cerca di un habitat perfetto.
L'esplosione di Luis Muriel con la maglia del Lecce, la consacrazione all'Udinese e il parziale fallimento alla Sampdoria. Poi l'esperienza estera al Siviglia (più ombre che luci), il ritorno in Serie A per pochi mesi alla Fiorentina e infine la chance Atalanta.
Opportunità colta al volo dal classe '91, intenzionato una volta per tutte a dimostrare con continuità (e non a sprazzi) le proprie qualità tecniche. È servita la ferrea impostazione mentale di Gian Piero Gasperini per farlo rinascere, nonostante all'inizio della sua avventura in terra bergamasca c'era chi storceva il naso e gridava a una nuova delusione.
Muriel, però, ha deciso davvero di sorprendere tutti diventando il miglior marcatore nella storia della Serie A subentrante dalla panchina. Chi avrebbe mai pensato alla possibilità di sacrificarlo in panchina per permettergli di rendere al meglio negli ultimi istanti di gara? Il rendimento del colombiano è sotto gli occhi di tutti, non è più un'opinione soggettiva ma un dato numerico inconfutabile. Finalmente possiamo dirlo: è l'anno di Muriel.
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