Il paradosso di Marco Pellegrino: 0 minuti col Milan ma convocato dall'Argentina

Marco Pellegrino
Marco Pellegrino / Marco Canoniero/GettyImages
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La convocazione in nazionale dovrebbe rappresentare il culmine per la carriera di un giocatore, una soddisfazione che premia i suoi sforzi e l'ottimo rendimento nella squadra di appartenenza, ma negli ultimi tempi questa tendenza sembra essersi invertita, tant'è che vediamo sempre più spesso calciatori chiamati a rappresentare il proprio paese senza aver però ben impressionato a livello di club.

È il caso di Marco Pellegrino, difensore classe 2002 che in questi giorni sta vivendo il sogno di allenarsi con i campioni del mondo dell'Argentina. Il CT Lionel Scaloni ha pensato infatti di regalargli la prima convocazione con l'Albiceleste e - chissà - di impiegarlo nelle prossime gare contro Paraguay e Perù.

Dov'è il problema? È che Pellegrino, arrivato al Milan la scorsa estate per prendere il posto di Gabbia, non è sceso in campo nemmeno un minuto nell'avvio di stagione dei rossoneri.

Perché Pellegrino è stato convocato dall'Argentina?

Come spiega La Gazzetta dello Sport, Pellegrino è stato convocato per la prima volta dall'Argentina per quanto dimostrato con la maglia del Platense, dove nell'ultimo anno ha raccolto 17 presenze e un gol.

Tuttavia, le ragioni non si esauriscono qui e dietro alla sua chiamata ci sarebbe anche una scelta "strategica". Il giovane centrale ha infatti origini italiane e dispone del doppio passaporto. Il CT azzurro Luciano Spalletti l'aveva messo nel mirino e in futuro avrebbe provato a convocarlo. Avendo accettato però la convocazione con l'Albiceleste, Pellegrino non potrà però tornare sui suoi passi e Scaloni ha tolto così all'Italia un possibile prospetto per il futuro.

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Pioli ha bocciato Pellegrino al Milan?

Perché Marco Pellegrino non ha ancora esordito con il Milan? Al momento il 20enne rappresenta la quinta e ultima scelta per una difesa in cui Thiaw e Tomori la fanno da padroni, con Kjaer e Kalulu prime alternative, ma la stagione è lunga e anche lui potrebbe trovare spazio nei prossimi incontri.

Già, perché Stefano Pioli ha utilizzato in passato una strategia simile con i giovani centrali come Kalulu e Thiaw. Prima concede loro del tempo per adattarsi, magari per imparare meglio la lingua e di crescere senza troppi riflettori puntati addosso, poi li lancia quando nessuno se l'aspetta facendoli entrare regolarmente nelle rotazioni.