Il patto, le talpe e un'Italia che ha già superato il primo dramma
I nervi che saltano dopo 9 giorni dall'esordio dell'Italia a Euro 2024. Meno di due settimane, tre partite giocate e tanti scenari vissuti dagli azzurri. È il rischio di tornei così intensi, le cui chance oscillano come in borsa, in base alle prestazioni degli altri, ai possibili accoppiamenti, alla costruzione di un tabellone che potrebbe riservare una, due, tre o zero big dal proprio lato.
Dopo l'esordio con l'Albania si parlava di una Nazionale promettente, che avrebbe potuto giocarsi la vetta del girone B con la Spagna. Dopo la Spagna di un'Italia da rifondare in fretta, dell'assenza di idee e dell'incapacità di reagire contro selezioni più forti. Durante la Croazia si facevano quei consueti calcoli per prevedere le combinazioni che avrebbero portato l'Italia agli Ottavi come una delle migliori terze (evitando di pensare a una contemporanea rimonta albanese).
Poi la magia di Zaccagni e l'evoluzione sperata alla quale non si era emotivamente preaparati. L'esultanza, rara, di Spalletti che invade il campo per festeggiare, seguita dai ringraziamenti ai tifosi azzurri presenti in Germania.
Gli animi che si rasserenano, le domande dei giornalisti che vengono modificate in fretta e un finale che complica felicemente i piani di chi stava lavorando con la sfida, pronto a premere invio per mandare online l'articolo al triplice fischio.
La conferenza di Luciano Spalletti nel postpartita è trascesa in toni e commenti dei quali poi il CT sembra si sia scusato privatamente con il collega di Radio 24 Dario Ricci.
Per unire i puntini attorno a un tema del quale si parla ininterrotamente da settimane, non c'è bisogno di avere una talpa nello spogliatoio. Soprattutto per chi è inviato in Germania e segue senza sosta ogni vicenda che riguarda l'Italia.
La formazione della quale si vociferava nei giorni precedenti all'ultima sfida contro la Croazia è cambiata a sorpresa. Secondo quanto riportato da chi era al seguito della spedizione, l'Italia avrebbe dovuto schierarsi con un 4-3-3, con Darmian pronto a rilevare l'acciaccato Dimarco (nel caso in cui non avesse recuperato), Cristante nel trio di centrocampo al posto del collega Pellegrini, Cambiaso come ala destra con l'opportunità di cambiare in corso d'opera lo schieramento, oltre a Retegui per sostituire Scamacca.
Alla comunicazione delle ufficiali, interpreti e sistema di gioco erano però diversi. E la sensazione che fosse successo qualcosa è risultata subito evidente. Non qualcosa di clamoroso, eventi o litigi che possano minare la solidità dello spogliatoio, o addirittura ricatti che giustifichino un clima nervoso a soli 10 giorni dall'inizio dell'Europeo.
È emersa semplicemente la sensazione che un dialogo, un patto tra staff e giocatori avesse portato a una soluzione diversa per la singola uscita con la Croazia; un'idea balenata nella testa di più di un singolo giornalista. L'Italia a 3 per passare il turno in un contesto in cui anche un pareggio sarebbe valso come una vittoria. La restituzione di un blocco Inter nell'undici titolare (Darmian-Bastoni-Dimarco-Barella), di Pellegrini nella sua posizione naturale, stesso discorso per Giacomo Raspadori. La volontà, forse, di sfruttare la seconda parte della gara per concedere spazio alle migliori risorse offensive dell'Italia (Scamacca, Chiesa e Zaccagni) per cambiare eventualmente la trama in corso.
La gara è stata nervosa, con un rigore concesso da Frattesi, 8 gialli a cui si è aggiunto il nono del CT; con ben 18 falli delle selezione croata, a fronte dei solo 6 azzurri. Una gara da dentro-fuori prima che inizino le sfide a eliminazione diretta. Gli animi si sono riscaldati e la parola "patto" è bastata a far scattare gli allarmismi del CT, in quella paura che spesso tormenta gli allenatori: la presenza di talpe nello spogliatoio.
Appurato il fraintendimento, ora bisogna soltanto andare avanti. Il primo dramma è superato, il gruppo squadra ha un obiettivo comune verso il quale nessuno sembra frapporsi come ostacolo. Sono trascorsi soltanto una decina di giorni, ma per la mole di eventi occorsi, la sensazione è che le emozioni vissute dall'Italia possano trasformarsi in un aspetto a favore degli azzurri nelle prossime sfide. Se mentalmente siamo apparsi in ritardo, ora sarà complicato arrivare impreparati contro la Svizzera.