Il percorso da favola dell'Atalanta in Champions League

Eurasia Sport Images/Getty Images
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Ad un passo dal sogno, a una manciata di minuti dal triplice fischio, cinque per l'esattezza, poi la rimonta nel recupero del PSG, trascinato dalla classe sconfinata di Neymar e Mbappè. Un sogno che, al di là delle rivalità e delle fedi calcistiche, cullava segretamente tutta l’Italia. Ultima squadra della Serie A rimasta in Champions, simbolo della forza di un Paese che ancora cerca di risollevarsi dai danni provocati dal Coronavirus, l’Atalanta era arrivata in Europa come cenerentola, confermandosi, partita dopo partita, una splendida realtà. Un cammino incredibile, una sceneggiatura che sembra uscita da una serie TV, riassumibile in quattro capitoli.

PRIMO CAPITOLO: L'incubo

Il sorteggio dei gironi di Champions League sembra benevolo, come se la storia volesse ricompensare l’assurdo campionato 2018-19 della squadra di Gasperini, arrivata terza in Serie A con merito, davanti a squadre più blasonate come Inter, Milan e Roma. I nerazzurri pescano dunque Manchester City, Shakhtar Donetsk e Dinamo Zagabria. La partita d'esordio è contro la Dinamo Zagabria, in Croazia, contro la squadra meno attrezzata del girone. Risultato finale 4-0 per i padroni di casa. Atalanta schiacciata fisicamente e tecnicamente da Orsic, Dani Olmo e compagni, sotto di tre gol già a fine primo tempo. Sicuramente non l'esordio che ci si aspettava per la Dea, sembrata una lontana parente di quella che ben conosciamo.

Pixsell/MB Media/Getty Images

SECONDO CAPITOLO: A un passo dal baratro

Atalanta dunque che affronta lo Shakhtar Donetsk nella seconda giornata, teoricamente la squadra con cui dovrebbe competere per il secondo posto, a San Siro, sul grande palcoscenico scelto per affrontare la prima, storica, esperienza in Champions League. Le cose, però, non vanno come previsto. Nerazzurri che partono forte e trovano il primo gol della competizione con Zapata, passando in vantaggio alla mezz'ora di gioco. Ilicic successivamente fallisce il rigore del 2-0 e la squadra ucraina inizia a prendere in mano il gioco, andando a riposo sul punteggio di 1-1 grazie al gol di Junior Moraes. Secondo tempo che ricomincia allo stesso modo, Atalanta che attacca e Shakhtar che aspetta e prova a ripartire in contropiede. Così succede all'ultimo minuto, palla persa dai nerazzurri, ripartenza micidiale e Solomon completa la rimonta per l'1-2 finale. Ultimo match dell'andata del girone quello dell'Etihad Stadium contro la corazzata Manchester City. Gasperini, quasi rassegnato all'eliminazione, decide di provare a giocarsela a viso aperto, senza alcun accorgimento difensivo per provare a limitare i danni. 5-1 finale, con almeno altre due grandi occasioni per la squadra di Guardiola per rendere ancora più rotondo il parziale. Atalanta ultima nel girone, con zero punti.

Emilio Andreoli/Getty Images

TERZO CAPITOLO: Il miracolo

Quarta giornata dunque, partita di ritorno con il Manchester City, che sembra non avere pietà, passando in vantaggio con Sterling, in gol dopo un'azione straordinaria. Sul finire del primo tempo viene concesso pure un calcio di rigore per gli inglesi, che sembra mettere fine alle residue speranze di qualificazione dell'Atalanta. Gabriel Jesus va sul dischetto e calcia incredibilmente fuori. È la svolta che inclina il piano della storia. Pasalic a inizio ripresa segna il gol dell'1-1, ma sono gli ultimi dieci minuti ad essere a dir poco surreali. City in dieci per l'espulsione di Claudio Bravo, Guardiola costretto a mandare in porta Walker dopo aver terminato i cambi, ma l'Atalanta ha esaurito le energie e riesce a concludere nello specchio solo una volta. A Zagabria nel frattempo, la Dinamo è avanti 3-1 all'89' e virtualmente a 7 punti, costringendo così l'Atalanta a un vero e proprio miracolo per la qualificazione. Miracolo che arriva nei minuti di recupero, Shakhtar che segna due gol e 3-3 finale.

Atalanta che affronta alla quinta giornata la Dinamo Zagabria ed è costretta a vincere per rimanere in corsa. Vittoria che arriva per 2-0 grazie ai gol di Muriel e Gomez. Shakhtar che pareggia con il Manchester City, ma che sostanzialmente non cambia nulla per la banda di Gasperini, obbligata a vincere in Ucraina, sperando allo stesso tempo in un risultato positivo degli uomini di Guardiola, anche se già qualificati agli ottavi. Ecco che nell'ultima giornata, a metà del secondo tempo, tutti i pezzi vanno magicamente a loro posto in maniera perfetta, proprio come la sceneggiatura di un film. Atalanta che passa in vantaggio con il gol di Castagne e Manchester City che ribalta lo svantaggio iniziale con una tripletta, proprio di Gabriel Jesus. Nerazzurri che dilagheranno e vinceranno la partita per 3-0, marcature finali di Pasalic e Gosens, diventando la prima squadra a passare alla fase a eliminazione diretta dopo aver perso le prime tre partite del girone.

SERGEI SUPINSKY/Getty Images

QUARTO CAPITOLO: Da favola a realtà

L'urna di Nyon sorride all'Atalanta. L'avversario è il Valencia, decisamente alla portata rispetto alle tante corazzate arrivate prime nei rispettivi gironi. Nella magica notte d'andata a San Siro, oltre ai fuoriclasse Gomez e Ilicic, sono i comprimari a brillare: da Hateboer, spina nel fianco sulla destra, protagonista assoluto con una doppietta, a Freuler, che oltre al tiro a giro vincente ha confezionato insieme a De Roon una diga in mezzo al campo insuperabile. Atalanta che vince la gara casalinga 4-1, consapevole di avere un piede e mezzo ai quarti. Ritorno che si gioca in un Mestalla senza pubblico. La squadra di Gasperini va in vantaggio due volte nel primo tempo grazie a due rigori di Ilicic, si fa recuperare e va addirittura in svantaggio per 3-2 a metà secondo tempo. Negli ultimi venti minuti di partita, Ilicic prende di nuovo per mano la squadra e con altri due gol fissa il punteggio sul 4-3 finale. Atalanta che per la prima volta nella sua storia vola ai quarti di finale.

UEFA - Handout/Getty Images

Ed eccoci arrivati. Atalanta-PSG, Davide contro Golia, due realtà completamente opposte a confronto. Bergamaschi che nonostante tutto passano in vantaggio a metà del primo tempo. L’iniziale gol di Pasalic sembrava il segno che gli dei del calcio, almeno loro seduti sugli spalti di un Da Luz desolato, tifassero proprio per i nerazzurri. Poi però è uscito il PSG, con la qualità dei singoli. L'Atalanta non è stata battuta, si è lentamente sfinita nelle rincorse a Mbappé e soprattutto Neymar, imprendibile per tutto il tempo. Finisce così la favola, nel modo peggiore, con una rimonta negli ultimi minuti, ma è stata una storia bellissima e questo andrà ricordato sempre. Ma adesso basta parlare di favola. Proprio questo lieto fine che non si è concretizzato certifica come l’Atalanta debba tornare alla realtà, la sua realtà, una certezza nel nostro campionato e ormai, anche in ambito europeo.

David Ramos/Getty Images

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