Il peso dei cambi, il gruppo da difendere e una rosa omogenea: scoprendo Thiago Motta

Aspettando il nuovo tecnico: tratti distintivi del pensiero del prossimo allenatore bianconero.
Genoa CFC v Bologna FC - Serie A TIM
Genoa CFC v Bologna FC - Serie A TIM / Simone Arveda/GettyImages
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La stagione della Juventus è andata in archivio, lo ha fatto con un successo ininfluente sul Monza e col clamoroso avvicendamento in panchina che ha visto finire prima del tempo la seconda era Allegri: dall'interregno Montero si passerà dunque a Thiago Motta, come guida del nuovo ciclo bianconero, ed è palpabile l'attesa rivolta al nuovo tecnico, all'artefice dell'approdo del Bologna in Champions.

Oggi Tuttosport si proietta proprio sul profilo dell'allenatore e parte dalle sue radici, dal Barcellona definito come base su cui appoggiare il proprio credo. Il lungo periodo trascorso nel club catalano, dal 1999 al 2007, lascia logicamente un segno sulla filosofia dell'allenatore ma - al contempo - esistono paletti e principi che esulano da quel riferimento e si proiettano altrove.

I principi base di Thiago Motta

La disamina parte dal peso cruciale dei cambi, soprattutto nell'era delle cinque sostituzioni: Thiago Motta ama cambiare in corsa sia riferendosi agli interpreti in grado di fare la differenza, subentrando, che alla possibilità di cambiare assetto in corso d'opera e di leggere la partita sapendosi adattare al suo svolgimento. Una conseguenza diretta di tale aspetto riguarda la necessità di avere una rosa versatile, con giocatori duttili e capaci dunque di assecondare tale voglia di adattarsi. Al contempo rimane la volontà di dare spazio e libertà agli elementi di maggiore talento e creatività, senza ingabbiarli.

Si passa poi all'etica del lavoro e all'approccio del tecnico all'allenamento: sedute relativamente brevi ma ad alta intensità, senza pause, lasciando per il resto grande libertà al gruppo (e valutando sulla base dei dati se i vari componenti faranno o meno vita da atleta). Si sottolinea inoltre un aspetto che, per certi versi, è apparso ricorrente già con Allegri: la volontà di proteggere in modo totale il gruppo, senza ammettere interferenze esterne o spifferi che possano turbare l'equilibrio interno.

Un riferimento anche alle possibili dimensioni della rosa, un gruppo che secondo quanto sottolinea il quotidiano dovrà essere omogeneo nei ruoli e nei valori: non si tratterà di una rosa extralarge, anche in presenza di un calendario folto e di tanti impegni, e di fatto lo zoccolo duro risulta composto in genere da 17-18 giocatori, senza eccessi.

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