Il peso della potenziale cessione di Nico Gonzalez per la Fiorentina
L'appuntamento dell'Olimpico contro la Roma rappresenta sulla carta, per la Fiorentina, un possibile ultimo appello per sognare un avvicinamento alla zona Europa e per non doversi rassegnare all'idea di una stagione da malinconica metà classifica (quando peraltro manca ancora un intero girone all'epilogo).
I significati della sfida contro i giallorossi dovrebbero dunque bastare a spiegare il momento viola ma, a mercato aperto, è evidente che accanto al discorso di campo esistano altre faccende, neanche troppo nascoste tra le righe: l'idea di poter perdere Nico Gonzalez a gennaio trova continui rilanci e, comprensibilmente, spinge il mondo gigliato a una riflessione e ad altrettanti dubbi.
La strada è quella che eventualmente conduce da Firenze a Leicester, dalla Serie A alla ben più ricca e ambita Premier League: una strada che, dal punto di vista del giocatore, porterebbe ad un palcoscenico globalmente più intrigante (al di là del peso specifico del club interessato) e a un impatto positivo sull'ingaggio che, stando alle voci degli ultimi giorni, arriverebbe a circa 4 milioni di euro a stagione (attualmente ne percepisce 2,5).
Presupposti che hanno un loro peso e che, in qualche modo, mediaticamente offuscano l'immagine offerta dall'esultanza dell'argentino contro il Sassuolo: il bacio allo stemma accompagnato a un gesto emblematico, a indicare come il Franchi sia ancora "casa sua".
Due binari diversi
Oggi il Corriere Fiorentino indica in 40 milioni di euro la cifra necessaria a convincere Commisso, il punto di non ritorno per sancire l'approdo di Nico al Leicester: una cifra importante per quello che, nell'estate del 2021, è stato il colpo più caro di sempre messo a segno dalla Fiorentina nella propria storia (23 milioni e 4 di bonus aggiuntivi).
A questo punto emerge spontaneamente la valutazione sull'opportunità o meno di lasciar partire, alle condizioni di Commisso, l'esterno offensivo argentino. Un ragionamento che si muove su due binari diversi, con risultati altrettanto dissimili.
Il peso tecnico di Nico Gonzalez in questa Fiorentina (soprattutto potenzialmente) è cruciale, senz'altro, ma è altrettanto vero che nel periodo fin qui trascorso in viola l'ex Stoccarda abbia avuto un rendimento pesantemente condizionato dagli infortuni, tanto da renderlo (attualmente) una sorta di spacca-partite di lusso, una variabile impazzita per cambiare volto alle sfide nel corso della ripresa.
I numeri ci raccontano fin qui di una grande capacità di incidere, anche in pochi minuti, ma di una evidente discontinuità, con frequenti infortuni e la necessità di dover poi ritrovare la forma per tornare pienamente arruolabile.
Accanto al discorso fisico, poi, si sono registrati anche scricchiolii (poi ricuciti) nel rapporto con la piazza, soprattutto a margine dei Mondiali in Qatar, con l'impressione di una dedizione maggiore alla causa albiceleste che non a quella viola.
Da questo punto di vista, dunque, arrivare a cedere il calciatore per 13 milioni in più rispetto alla cifra per cui arrivò dallo Stoccarda potrebbe avere un proprio senso logico, andando poi a reinvestire nei ruoli più deficitari (assicurandosi un sostituto sull'esterno e una prima punta).
Il peso del riscontro mediatico
Non è però possibile esaurire qui l'analisi dell'impatto di un possibile addio di Gonzalez ai viola: diventa altrettanto cruciale la percezione, anche mediatica, di una cessione simile. Occorre, cioè, allargare la visuale e riflettere su quanto accaduto anche negli anni scorsi, con gli addio di Federico Chiesa e Dusan Vlahovic, sicuramente i due elementi di maggior caratura dei viola nel momento dei saluti per raggiungere la Juventus (ottobre 2020 e gennaio 2022).
L'idea di fondo promossa da un addio di Nico Gonzalez, insomma, arriverebbe a seguire un filo conduttore fatto di addii pesanti, di una scarsa capacità di convincimento nei confronti dei calciatori più pregiati della rosa e più trascinanti agli occhi dei tifosi.
A fronte, dunque, di ragioni logiche che vedono in 40 milioni una cifra tale da far vacillare esistono, e hanno un loro peso, ragionamenti diversi (e opposti) sull'effetto mediatico di un ennesimo addio: un effetto che, agli occhi della piazza e degli addetti ai lavori, creerebbe una percezione fisiologica di ridimensionamento (perlomeno nelle apparenze) difficile da digerire.