Il primo derby da tecnico, il ritorno di Abraham e gli arbitri: De Rossi su Roma-Lazio

Le parole di De Rossi alla vigilia del derby della Capitale.
AS Roma v US Sassuolo - Serie A TIM
AS Roma v US Sassuolo - Serie A TIM / Paolo Bruno/GettyImages
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La prima avventura di Daniele De Rossi come tecnico di Serie A, alla guida della sua Roma, è partita senz'altro col piede giusto - al netto dell'ultimo 0-0 di Lecce - e adesso per l'allenatore e uomo simbolo giallorosso arriva il momento di confrontarsi con uno degli appuntamenti più suggestivi e attesi da tutto l'ambiente: quello col derby. DDR ha parlato in conferenza stampa soffermandosi proprio sul derby della Capitale, in programma domani alle 18. Queste le sue parole:

Cosa cambia in un derby vissuto da tecnico: “Cambia. Devo dire che negli anni ero diventato bravo a gestirla ed è un vantaggio dell’età e mi sento tranquillo ma sono anche emozionato. I ragazzi sono sereni e  lavorano forte, cerchiamo di dare equilibrio e di caricarla al punto giusto ma cerchiamo di non andare oltre per non dipendere energie presto e per arrivare troppo carichi” riporta ForzaRoma.info.

I ricordi nel derby: "Ce ne sono tanti, tanti episodi tante notti fantastiche e tante meno belle. Il derby se giochi 20 anni in un posto non possono essere solo ricordi positivi. Ripenso al primo che ho giocato quello dove il derby Mancini ha segnato di tacco. A fine partita pensavo di essere l’uomo più felice del mondo, è stata una bella emozione. Ero un ragazzo giovane però sono cose che non dimentichi. In mezzo c’è stato tanto che tirare un solo episodio darebbe riduttivo. Ricordo con piacere il fatto che nei primi anni lo soffrivo. Entravo in campo teso poi dopo ho iniziato a giocarli bene o male. I primi 3-4 non li ho giocati veramente”.

Il peso di conoscere quel tipo di partita: “Devi preparare tutto come se fosse una partita normale sparendo che non avrà conseguenza normali. Non porta lo stesso stress di Roma-Sassuolo. E’ diverso perché abbiamo un trend positivo negli ultimi derby. Stavo leggendo dei numeri che da tifoso non ricordavo tipo 0 gol negli ultimi derby quindi c’è nei ragazzi che lo hanno vissuto voglia di rivalsa. Dobbiamo lamentare questa voglia ma non andare oltre perché dobbiamo preparare la sfida contro una squadra forte. La Lazio è forte e dobbiamo rimanere lucidi per poter essere una squadra di calcio anche noi”.

Le condizioni degli attaccanti: “Poche reti? Abbiamo anche fatto due gol a Firenze. Contro il Lecce è stata una delle partite peggiori ma abbiamo creato 4 occasioni da gol, un paio clamorose e un paio che potevano andare meglio. Non abbiamo trasformato in occasioni delle situazioni al limite poi anche il Lecce ha creato. Può succedere, anche col Sassuolo potevamo fare tanti gol. Stanno tutti bene i nostri attaccanti tranne Azmoun. Nelle partita si fa gol da squadra ed è quello che ci ha aiutato quando abbiamo fatto belle vittorie e belle partite. Abraham lo vedremo in allenamento e quelle che sono le direttive dei professori che lo hanno seguito per capire se ha bisogno di altri giorni di allenamento. Negli infortuni così lunghi ci sono delle scadenze che vanno rispettate mentre altre volte si può anticipare. Oggi capiremo”.

Sul futuro: “Abbiamo parlato del futuro della Roma, del futuro a breve termine e del nostro campionato. La pausa ci è servita per far quadrare i conti per il futuro che conta di più per noi che va da qui a due mesi”.

Sulla Lazio: “Non so se giocherà Zaccagni o chi sta male nella Lazio. Alcune volte in queste partite si stringe i denti. Abbiamo poco per fare ipotesi sulla Lazio. Ci stiamo concentrando su noi stessi. Tudor non ha iniziato due giorni fa ad allenare ma ha una sua filosofia e penso che la stia cercando di trasmettere ovviamente non troveremo una squadra che giocherà 90 minuti come il Verona. I giocatori che ha usato nelle prime due sono di tutto rispetto. Stiamo preparando tatticamente quello che abbiamo visto e quello che pensiamo che lui farà ma fino ad oggi abbiamo visto poco. Prepari tante cose in base all’avversario, a volte hanno uno veloce e ne metti uno veloce o hanno un alto e ne metti uno alto. Ma non ci stravolgiamo, potrebbe succedere quando incontriamo occasioni unici per ora affronteremo la partita come le ultime”.

Su Tudor: “Entrambi siamo subentrati e non abbiamo avuto tempo per lavorare soprattutto con le coppe di mezzo. Lui ha fatto meno di allenamenti di me, lo stimo e penso sia un allenatore importante. Viene da una serie di allenatori che ha come Gasperini in suo capostipite. E’ intelligente e sa che non puoi programmare il tipo di calcio come a Verona e si adatterà alla squadra che ha trovato. Lo stimo e ho un buon rapporto con lui”.

L'approccio alle partite: “Penso che ci siano più discorsi tattici da affrontare. All’inizio quando sono arrivato dicevate che nel secondo tempo calavamo forse abbiamo puntato troppo sul secondo tempo e abbiamo lasciato il primo (ride ndr). Penso che vanno affrontate determinate cose, la mia analisi post Fiorentina lascia il tempo che trova. A Lecce abbiamo sofferto anche a 4, so i problemi che abbiamo affrontato. Ma in Serie non si va a passeggiare sapendo la situazione di due mesi di difficoltà oggettiva. Non è facile giocare sempre bene, forse lo fa l’Inter e ci sono gli avversari. E’ normale soffrire un tempo a Firenze. L’Atalanta l’altra sera ha faticato per avere un quadro completo dobbiamo anche analizzare gli avversari, il Lecce sembra una squadra piccola ma è difficile andarci a giocare per le caratteristiche dei giocatori e per l’importanza che avevano quei punti. Il campo era molto duro e c’era molto vento, ci sono dei fattori che possono portarti a soffrire. Nel primo tempo abbiamo sofferto poi nel secondo tempo siamo tornati ad essere un’altra squadra”.

Rapporto con gli arbitri: ”Penso che non ho una strategia ma ho una gestione degli arbitri. Non li posso allenare per fargli prendere una decisone giusta la domenica successiva. Gli allenatori non vogliono quella giusta ma quella a favore. A Lecce siamo stati danneggiati e queste cose vanno analizzate e dette in sala stampa. Alcune volte non vuoi parlarne perché i giocatori devono pensare che ci sono tante cosa da migliorare oltre all’arbitro. Penso di essere l’allenatore ora e giocatore prima di fare un discorso sano. Penso di poter parlare con loro, non protesto come fanno altri e cerco di protestare in base all’evidenza. In quel caso avevamo ragione,. Ora con i tablet vedi tutto e ti senti libero di protestare. Lì mi fermo, con la società parlo anche di questo. L’ho fatto con Lina e Maurizio anche due giorni fa ed è chiaro che uno prende una posizione e si mette di traverso se l’episodio si ripete ogni settimana. Per ora non c’è nulla di clamoroso ma sono preoccupato della direzione del regolamento e della gestione del regolamento. A noi giocatori e allenatori dovrebbero usarci come cavie per rendere il calcio più giocabile. Noi sappiamo riconoscere l ‘entità di un fallo o un contatti. Dovremmo essere uniti agli arbitri per stilare un regolamento. La zona d’ombra crea polemiche la frase che ho sentito se fischia è rigore, se noi fischia non lo è, è un controsenso pericoloso”.

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