Il primo effetto dell'assenza del Decreto Crescita sul mercato di Serie A

Un trend in cui solo la Juventus fa eccezione
Serie A
Serie A / Insidefoto/GettyImages
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La soppressione del Decreto Crescita ha inevitabilmente avuto delle ripercussioni sul calciomercato dei club di Serie A già nella finestra invernale. La Federcalcio aveva fatto di tutto per provare a prorogare la data di abrogazione, provando a spostarla in estate per consentire alle società di godere per un'ultima volta degli sgravi fiscali, ma il Governo non ha voluto sentir ragione; pertanto, il mercato di gennaio ha già avvertito il colpo.

La Repubblica riporta a tal proposito dei dati molto interessanti che dimostrano quanto ormai comprare giocatori dall'estero non sia più conveniente e che, per tutta risposta, i club di Serie A abbiano preferito prenderne altri provenienti dall'Italia. Una specie di mercato interno. Tralasciando la giornata odierna, l'ultima utile per completare operazioni in entrata, sono stati infatti spesi complessivamente 45 milioni di euro per ingaggiare calciatori che già si trovavano nel nostro paese, gli stessi che sono stati versati per prenderne altri da altri campionati.

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L'esempio lampante di questa tendenza è la Roma, squadra che con l'acquisto, imminente ma non ancora ufficiale, di Baldanzi dall'Empoli è tornata a investire in Italia dal 2021 (aveva solo ingaggiato Dybala e Belotti ma a zero) e su un italiano (l'ultimo era stato Mancini) dal 2020. L'eccezione è invece la Juventus, che nel mercato di gennaio ha comprato esclusivamente dall'estero accaparrandosi Djalò dal Lille e Alcaraz dal Southampton.