Il problema logico del paragone Allegri-Thiago Motta dopo 5 giornate

Il tempo a disposizione e la questione realizzativa che affligge i bianconeri.
Juventus v Spezia Calcio - Serie A
Juventus v Spezia Calcio - Serie A / Jonathan Moscrop/GettyImages
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La Juventus non ha mezze misure, o vince con 3 gol di scarto oppure non riesce a segnare ai propri avversari. È quanto emerso dalle prime 5 giornate della Serie A 2024-25 (alle quali possiamo aggiungere la sfida di Champions League dominata contro il PSV Eindhoven). Sono i primi giudizi (affrettati) sul nuovo ciclo Thiago Motta che viene già paragonato allo start di Massimiliano Allegri nella passata stagione.

Tabelle e confronti che però non sembrano aggiungere contenuti rilevanti al discorso, in una nostalgia decontestualizzata e ripulita dai filtri negativi con i quali veniva raccontata soltanto qualche mese fa. Proviamo ad esprimere cosa non torna, secondo noi, nel paragone Motta-Allegri di cui si discute molto in questi giorni.

Tempo, porta inviolata, digiuno e rivoluzione

Sono quattro i fattori su cui proponiamo di approfondire.

Il tempo. In un panorama nel quale è abbastanza difficile trovare il match perfetto tra allenatore, dirigenza e calciatori a disposizione, si deve concedere un tempo adeguato. La vicenda De Rossi ha ricordato come le situazioni possano evolvere nel giro di qualche giorno e portare a scelte spesso impopolari. Agli allenatori serve tempo per adeguarsi al contesto lavorativo, è una questione che si accetta con difficoltà a causa di molte risposte preconfezionate che deviano il focus. Investire sul mercato non diminuisce direttamente il tempo a disposizione degli allenatori, anzi forse tende ad aumentarlo per un progetto a lungo termine che non deve essere minato fin dalle fondamenta. Il tempo non può essere sostituito o ridotto in modo drastico da altri fattori, va lasciato scorrere, va accettato il rischio che possa essere buttato, ma occorre sempre concederlo.

Thiago Motta, Massimiliano Allegri
Bologna FC v Juventus - Serie A / Alessandro Sabattini/GettyImages

Porta inviolata. È un dato decisivo che viene minimizzato soltanto in relazione ai pochi gol segnati dalla Juventus nelle prime 5 uscite. Thiago Motta è sinonimo di solidità difensiva e, in una squadra come quella bianconera, che ha storicamente, in particolare nell'ultima decade, basato le proprie vittorie sfruttando al massimo questo punto di forza, era prevedibile che emergesse come prima statistica da apprezzare. Anche ampliando lo sguardo ai principali campionati europei, la Juventus è l'unica a non aver ancora mai subito gol.

Michele Di Gregorio
Michele Di Gregorio of Juventus FC reacts during the Serie A... / Nicolò Campo/GettyImages

Digiuno di gol. Con Allegri erano 11 le reti le realizzate (con Motta 6) e 10 i punti conquistati nelle prime 5 (con Motta 9) di Serie A. Il nuovo tecnico è leggermente indietro in statistiche che soltanto raccontate in questo modo assumono valore, ma sulle quali incide forse un errore di concetto, di considerazione del nuovo allenatore. Che Thiago Motta portasse un'idea di calcio diversa a Torino è il pensiero sul quale concordano tutti, ma che questa si trasformasse in un'istantanea formazione in grado di superare ogni avversario con due o più gol a partita era più una speranza derivata dalla volontà di allontanarsi il prima possibile dallo stile di gioco precedente. Per fare un confronto con la realtà di Thiago Motta, occorre guardare anche la sua passata stagione (non solo quella di Allegri). Nella precedente annata Bologna l'ex Nazionale azzurro aveva ottenuto ben tre 0-0 nelle prime sei giornate di Serie A, concludendo poi la stessa con le stesse statistiche offensive e difensive (gol fatti e subiti) della squadra che allena oggi.

  • Juventus 2023-24. 71 punti, 54 gol segnati e 31 subiti
  • Bologna 2023-24. 68 punti, 54 gol segnati e 32 subiti
Dusan Vlahovic
Dusan Vlahovic of Juventus FC looks on during the UEFA... / Nicolò Campo/GettyImages

Rivoluzione. E l'ultimo punto si ricollega inevitabilmente al primo, toccando in maniera più o meno pesante anche gli altri temi. La Juventus ha cambiato modulo e circa metà rosa, ha salutato dei punti fermi della gestione Allegri e ne ha accolti altri destinati a incidere nei prossimi anni. Ha attuato quella rivoluzione che complica, ritarda la conoscenza e l'intesa dei calciatori in campo. Il voto al mercato, più o meno a detta di tutti, si è avvicinato al 10, ma con la piccola nota stonata di aver completato la trequarti offensiva negli ultimi giorni a disposizione. La bontà del lavoro di Giuntoli è stata riconosciuta il 1° settembre, alla chiusura del calciomercato estivo; per giudicare quella di Thiago Motta occorrerà attendere la fine della stagione.

Teun Koopmeiners
Juventus v Napoli - Serie A / Image Photo Agency/GettyImages

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