Il protagonista | Josip Ilicic, il ritorno del fuoriclasse che ha sconfitto il Grande Nemico
Se è vero che per un attaccante i gol vanno soprattutto pesati, la magia che Josip Ilicic ha confezionato contro la Roma fosse la prima rete stagionale per lo sloveno. La numero 88 in Serie A per il mago di Prijedor che non trovava la gioia della soddisfazione personale nel nostro campionato dalla partita contro il Lecce, datata 1° marzo. In quella partita l’ex Fiorentina confezionò anche tre assist, entrando quindi in quattro dei sette gol realizzati dalla Dea sul campo dei giallorossi, dopo che poco meno di due mesi prima era accaduto il contrario in un altro pomeriggio da pazzi, il 7-0 contro il Torino con tre reti e un assist e pochi giorni dopo ci sarebbe stato il clamoroso poker di gol al Valencia in Champions League.
I freddi numeri confermano come quello fosse il momento più bello della carriera di Ilicic, che per tornare a respirare calcio davvero ha scelto il modo migliore possibile, un gol da standing ovation da fare invidia agli amanti dei più grandi geni del calcio di ogni tempo. Una serpentina da urlo che ha steso ad uno ad uno i difensori della Roma a suggellare 45 minuti da fenomeno puro nei quali Josip era riuscito a far cambiare marcia alla spenta squadra vista nel primo tempo. Con Quasi dieci mesi esatti dopo, quindi, Ilicic è tornato.
Dieci mesi in cui il fantasista era sceso nei meandri più cupi della vita, quelli della depressione. Perché se il Coronavirus entra nelle ossa di chi lo ha contratto, il più terribile dei mali spezza l’anima oltre che il fisico ed è un nemico che non si abbatte con una semplice quarantena. Il numero 72 della Dea c’è riuscito grazie alla propria forza interiore, quella che uno non vede sul campo quando lo osserva pennellare calcio, ma anche alla vicinanza di tutto l’ambiente atalantino, allenatore, compagni e società.
Una vicinanza dalla quale il ragazzo è riuscito a sdebitarsi nel modo migliore, caricandosi tutto il gruppo sulle spalle nel momento più difficile della stagione, quello durante il quale tutto poteva implodere e anni di lavoro evaporare per colpa di malinconiche questioni interne. Ecco allora che il valore del secondo tempo da fuoriclasse autentico che Ilicic ha sfoderato contro la Roma va oltre al gol da cineteca e oltre i due assist per Zapata e Gosens, quelli più importanti per la rimonta, certificando il cambio di leadership all’interno del gruppo nerazzurro, dove il Generale resta Gian Piero Gasperini, dalla cui parte si è schierato tutto il gruppo rispetto al “caso Gomez”, come evidenziato proprio dalle risposte fornite sul campo contro Juventus e Roma, ma che sul campo da oggi può contare sul cambio della guardia tra il Papu e lo sloveno.
Ilicic darà magari meno sostanza e continuità di rendimento rispetto all’argentino, ma assicura più gol e inventiva ed in fondo può anche essere meglio così per una squadra dal gioco ormai codificato, ma che per continuare a stare al tavolo con le altre grandi ha bisogno proprio di quei tocchi di classe in grado di sparigliare le carte in partite equilibrate o in quelle in cui per una volta la squadra non si esprime su livelli elevati di gioco e di intensità.
“Era previsto che Josip giocasse un tempo, ha fatto allenamenti strepitosi, è evidente che abbiamo bisogno di lui” ha detto Gasperini al termine della partita. E mentre alla bottega di zio Josip sta crescendo il talento di Miranchuk è facile immaginare che anche a Madrid gli highlights di Atalanta-Roma avranno seminato preoccupazione…