Il rinascimento azzurro, l'espansione nel mercato asiatico e la digitalizzazione di Serie A e LaLiga
Di Marco Deiana
Dall'espansione del mercato asiatico all'innovazione e alla digitalizzazione delle leghe europee, passando per le emozioni e il racconto di una telecronaca e il rinascimento azzurro. Questi sono alcuni dei temi trattati nella terza, e ultima, giornata del Social Football Summit 2020 dove 90min è stata Media Partner dell'evento. Questo il riepilogo di alcuni interventi della giornata, tutto il resto potete trovarlo all'interno del sito ufficiale dell'evento.
Innovazione e digitalizzazione
Innovarsi, stare al passo con i tempi e creare strategie e strumenti sempre più avanzati per garantire maggiore liquidità al sistema calcio. Questi principalmente i temi trattatati da Lorenzo Dallari e Javier Tebas, rispettivamente Direttore editoriale della Lega Serie A e Presidente de LaLiga.
Queste le parole di Lorenzo Dallari: "Come Lega, in occasione della finalissima di Coppa Italia abbiamo virtualizzato gli spalti e questo ci ha permesso di dare maggiore visibilità non solo agli sponsor delle due squadre ma anche a TIM, il title sponsor della competizione. Stiamo continuando a lavorare per realizzare altre attività che ci permettano di rispondere a questo momento di crisi, sfruttando il momento per aumentare il livello di digitalizzazione della Lega Serie A".
LaLiga si è mossa in anticipo sul fronte dell'innovazione e come spiega Javier Tebas, è un lavoro che deve partire da lontano: "Come Liga abbiamo cominciato ad innovare e digitalizzare la nostra struttura nel 2014. È un processo che parte da lontano. Ora abbiamo un dipartimento tecnologico che conta più o meno 70 persone e in tutto abbiamo 128 persone che si occupano di tecnologia e altre 50 circa dislocate sui vari mercati. Dico questo per far capire che non è un processo che risponde al contesto attuale, ma piuttosto un processo che parte da lontano. Oggi la chiave dell'innovazione tecnologica è la digitalizzazione delle aziende. Dal 2015 LaLiga ha un proprio OTT che è fondamentale. Ci avvaliamo dell'intelligenza artificiale per decidere gli orari delle partite, perché sappiamo fino a 30 giorni in anticipo quante persone andranno allo stadio o quante guarderanno la partita in tv. Tutto ciò è possibile con l'utilizzo dell'intelligenza artificiale. In questa direzione è necessario non basarsi solo sulla tecnologia ma anche coinvolgere le persone".
"Il settore pubblico deve rendersi conto che il calcio è un'industria da nono sottovalutare nelle analisi del contesto economico. L'iniziativa privata credo sia fondamentale, oltre quella pubblica. Lo Stato non deve aiutare direttamente ma credo sia necessario incentivare fiscalmente gli investimenti privati, come ha fatto l'Italia. Nel vostro Paese il Decreto Crescita ha portato investimenti capaci di attrarre grandi campioni e sono sicuro che questo porterà benefici anche alla fiscalità nazionale. Non lo dico solo in ambito sportivo ma soprattutto per quello che ruota intorno allo sport, e in questo caso al calcio. Spero che la Spagna faccia lo stesso percorso intrapreso dall'Italia".
L'espansione in Asia
Tra i temi trattati durante la terza e ultima puntata del Social Football Summit 2020 c'è anche quello dell'espansione su mercato inesplorati o comunque che permettono ancora un inserimento da parte dei club calcistici, in questo caso si tratta dell'Asia. Ne hanno parlato Claudia Balu e Fabio Fusco, rispettivamente Business Development Manager del Cagliari Calcio e International Development Manager del Valencia.
Claudia Balu ha spiegato la strategia del Cagliari per entrare nel mercato asiatico: "Attraverso una ricerca di mercato abbiamo riscontrato come il 77% dei cinesi segua il calcio europeo. In questo contesto ci siamo resi conto che c'è spazio anche per un club piccolo ma ambizioso come il Cagliari. Ci siamo così avvicinati a questo territorio attraverso varie partnership e promuovendo non solo il club rossoblù ma anche l'intera splendida Sardegna. Abbiamo deciso di aprire i confini e adeguare il tone of voice della nostra comunicazione attraverso video e campagne di comunicazione mirate, per essere in linea con il target asiatico".
Anche un club storico e importante come il Valencia vede l'Asia come terra di conquista, lo ha spiegato Fabio Fusco: "Il Valencia ha 22 milioni di tifosi in tutto il mondo, 5 milioni di questi sono in Asia. Ovviamente questo è un mercato ampio e molto interessante. Noi siamo fortemente presenti in India, Cina e Vietnam. Un veicolo fondamentale sono le Academy attraverso le quali riusciamo a diffondere i nostri valori, potenziando il brand Valencia su più livelli. L'Asia offre un mercato pieno di grandi opportunità e prospettive. Per questo il nostro obiettivo è di coinvolgere sempre più i nostri tifosi asiatici per renderli fan attivi".
Raccontare una partita
Emozionare ed emozionarsi raccontando una partita. Non è solo questione di preparazione (tanta, oltretutto) ma anche di passione e di saper leggere la partita, perché in 90 minuti - lo sappiamo bene - tutto può succedere. A parlarci del lavoro dietro una telecronaca ci ha pensato Pierluigi Pardo, volto televisivo di Mediaset e DAZN. Nel panel è intervenuto anche Daniele Adani, ex calciatore e opinionista di punta, nonché voce tecnica, di Sky Sport.
Pierluigi Pardo ha parlato di cosa vuol dire raccontare un evento. Dalla preparazione alla gestione dei 90 minuti: "La telecronaca racconta una storia di cui non si sa il finale. Il calcio ha la capacità di sorprenderti e questo senso di euforia e stupore non si può prevedere o preparare. Io preparo la partita come fanno tutti, ma tutta questa preparazione diventa secondaria rispetto alla capacità di interpretare dal vivo cosa succede, con un'emozione che per me è unica e totalmente diversa rispetto a tutto il resto. La telecronaca ti dà l'opportunità di essere messaggero di emozioni nei confronti dei tifosi".
"I social? Sono entusiasta, soprattutto di Twitter. Il calcio è un modo per raccontare noi stessi e la nostra cultura e in questo i social sono uno strumento importante ed imprescindibile. Le storie invece vanno celebrate e raccontate, e la tendenza nel mondo è questa. Basti pensare a The Last Dance o alle serie All or Nothing. I social non tolgono spazio al giornalismo tradizionale ma piuttosto aggiungono qualcosa mettendo al centro i protagonisti".
Le emozioni e gli stati d'animo che offre una partita li conosce bene Daniele Adani. Come voce tecnica (e opinionista) a Sky Sport ha dato sempre l'impressione di vivere le partite come se fosse la sua prima volta. E ciò in parte viene confermato dal suo intervento al Social Football Summit 2020: "Bisogna adeguarsi e riconoscere le emozioni della partita. Il nostro lavoro ha il fine di avvicinare i tifosi e i protagonisti. Per me il calcio sudamericano è una passione, una ossessione. Il calcio però si evolve e non dorme mai. La mia natura è quella di cercare di immedesimarmi in chi ascolta e dentro la preparazione della telecronaca ci deve essere il giusto compromesso per coinvolgere la gente".
"Il calcio è popolare, il calcio è di tutti. Questo è il grande vantaggio di questo sport meraviglioso. Soprattutto, il calcio è inclusione e non esclusione, coinvolge tutti a prescindere dal contesto social che la gente vive. La base del calcio è tra la gente comune ed è questa la sua prima caratteristica. Il calcio non è un gioco ma un messaggio sociale. Quello che abbiamo fatto con Bobo Tv durante il lockdown aveva il fine di raccontare le nostre storie. Storie che partono dall'oratorio, dalla strada, come avviene per tutti. Se tu ami qualcosa, la conosci. Io so benissimo cosa è l'Uruguay. So cosa è quel Paese da tre milioni di abitanti e so come vive il calcio. Quindi, conoscendolo, rispetto quel qualcosa che amo. La Garra Charrua è questo, è qualcosa che esiste e che ho vissuto e letto. Ed è la partita che ti porta a tirare fuori determinate emozioni. I social ti mettono a nudo perché viene fuori chi sei e cosa fai. Se vuoi stare sui social devi accettare di stare insieme con le persone. Più tutti ci mettiamo insieme e più smascheri i bluff".
Creare contenuti per contesti diversi
L'espansione digitale a livello globale ha portato i diversi club ad adottare strategie di comunicazione diverse a seconda del target di riferimento. In questo caso parliamo di creazione di contenuti per fan fuori dal confine nazionale. Mafalda Monteiro e Roberto Monzani, rispettivamente Digital Brand Manager dello Sporting e Media House Director dell'Inter, hanno raccontato le loro rispettive esperienze.
Cosa fare durante il lockdown? Come si comporta il tifoso in questi momenti? Mafalda Monteiro ha spiegato come si è adattato a questo nuovo contesto: "Ci siamo resi conto che senza partite l'utente è più attento e partecipe. Abbiamo coinvolto i nostri calciatori nel raccontare la loro quotidianità. Ci siamo confrontati all'interno del team digital per essere più creativi possibile. I canali che ci permettono di potenziare maggiormente l'engagement sono sicuramente Tik Tok e Instagram. Questi due social sono rivolti principalmente alle nuove generazioni, che sono anche quelle più attive, e ai nostri fan stranieri. I calciatori in questo ci aiutano nell'avvicinare comunità lontane dal Portogallo, come quella dell'America Latina. Noi non abbiamo una vera e propria Media House ma piuttosto un Digital Lab dove le risorse IT e lo staff digital lavorano e si confrontano sulla gestione dei canali ufficiali del club".
Anche Roberto Monzani ha parlato di contenuti e della sua personalizzazione a seconda del mercato di riferimento: "Noi poniamo particolare attenzione nel differenziare il tone of voice a seconda dei canali utilizzati, in modo da aprirci il più possibile agli interessi e alle abitudini delle nostre diverse community online. L'obiettivo dell'Inter Media House è quello di ampliare il bacino di utenze e raggiungere i tifosi nerazzurri presenti in tutto il mondo, attirando la loro attenzione con contenuti esclusivi e personalizzati".
Il rinascimento azzurro
Il Social Football Summit 2020 si è chiuso con il ritorno in auge dell'Italia. Dal fallimento del 2017 con la mancata qualificazione al Mondiale di Russia 2018 alla vittoria del Gruppo di Nations League che permetterà agli azzurri di giocarsi il titolo il prossimo ottobre. In mezzo anche un Europeo dove l'Italia non parte con i favori del pronostico, ma con grandi possibilità di arrivare fino in fondo. Giovanni Sacripante, Head of Marketing & Digital Content in FIGC, e Roberto Mancini, commissario tecnico degli azzurri, hanno parlato di questa rinascita.
Giovanni Sacripante ha parlato dell'idea di Marketing per riavvicinare i tifosi alla Nazionale: "Dopo la mancata qualificazione al Mondiale 2018, abbiamo pensato ad un riposizionamento netto del calcio italiano, creando un punto di rottura con il passato e salvaguardando comunque sia la storia che la tradizione. Questa nuova prospettiva si esprime attraverso la nuova maglia. Una maglia che racconta il cambiamento in atto. Una scelta coraggiosa che ci ha portato a rivolgerci alle nuove generazioni di tifosi, che offre una nuova immagina della FIGC e della Nazionale Italiana".
Roberto Mancini invece va più sul tecnico ed esalta i giovani azzurri: "Quando siamo arrivati la situazione non era sicuramente facile, però ci abbiamo creduto sin da subito. Abbiamo voluto chiamare giocatori giovani e di qualità. Era il momento giusto per cambiare e per dare fiducia ai ragazzi, costruendo un nuovo percorso. Il gruppo è solido e compatto, ha fatto qualcosa di straordinario e speriamo di proseguire su questa strada. I giovani sono importanti non solo nello sport. Nel dare fiducia ai giovani ci si guadagna sempre".
Si è chiusa così una tre giorni dedicata al Social Football Summit 2020. Tanti panel, tanti ospiti importanti e soprattutto tantissimi temi per chi ama il calcio che si sviluppa dietro le quinte e non solo il risultato dei novanta minuti di gioco.