Il rinnovamento della Juve esce dal campo: le novità sul fronte della governance
La Juventus ha avviato da tempo un processo di restyling che non riguarda solo la rosa e la panchina ma anche ciò che concerne la governance e i rapporti con gli altri club fuori dal rettangolo verde. Il club della Continassa è tornato di recente a fare parte dell'ECA (European Club Association) dopo che i rapporti tra l'associazione e la dirigenza si erano decisamente inaspriti nel corso della gestione targata Andrea Agnelli, con la Superlega come tema a dir poco divisivo.
Come riporta oggi il Corriere dello Sport la Juve, adesso, vorrebbe seguire una nuova strada: un percorso meno "scontroso e combattivo" e più "aperto al dialogo" con le più grandi istituzioni quali FIFA e UEFA. Non solo: il club sta facendo sentire la propria opinione attraverso la figura di Francesco Calvo (promosso a responsabile dello "sviluppo calcistico"), staccandosi dal duo DeLa-Lotito e chiedendo una Serie A a diciotto squadre.
In dirigenza non ci sono più i fedelissimi di Andrea Agnelli: Cherubini e Manna hanno lasciato Torino e ora comincia un nuovo corso firmato Giuntoli (che ha già bloccato Thiago Motta come nuovo allenatore). Il ds della Juve e l'allenatore confidano di mettere in pratica un'ottima sintonia sul mercato e sui diktat da seguire per riportare la Juve ai massimi livelli. Nel frattempo anche fuori dal campo la formazione bianconera cambia mentalità, facendosi sentire a livello istituzionale e rimodellando la propria organizzazione interna rispetto al recente passato.