Il rinnovo col Milan, lo stupore per gli addii e i sogni: Rafael Leao si racconta
La conferma di Rafael Leao, al di là del mercato movimentato che si è poi scatenato in seguito, è stato un primo tassello basilare per il Milan di domani e per confidare in una stagione importante dei rossoneri. Lo stesso attaccante portoghese ha parlato, congiuntamente a Sky e a La Gazzetta dello Sport, dalla tournée statunitense del Milan soffermandosi sulla propria permanenza e sul futuro, riferendosi poi alle ambizioni personali e di squadra. Queste le parole di Leao:
Il rinnovo col Milan: "Il rinnovo del contratto è stato un atto d'amore. Nella mia testa c'era già la decisione, ci ho pensato tanto, era solo una questione di timing, di scegliere il momento giusto. Prima del contratto volevo andare in finale di Champions, ma non ci siamo riusciti. Ho firmato per 5 anni, vuol dire che voglio stare qui.I l progetto è molto importante, ci sono molti giovani e la cosa più importante è che qui posso crescere ancora per arrivare al mio obiettivo: vincere molto".
La Champions come obiettivo: "Dobbiamo fare una stagione da grande squadra e vincere un trofeo, abbiamo una squadra molto forte da quello che ho visto col Real Madrid. Il sogno dello scudetto l'ho realizzato, ora manca la Champions, il trofeo che tutti i calciatori vogliono vincere. Sto pensando di farmi un tatuaggio per lo scudetto vinto, se lo rivinciamo magari mi tatuo le due stelle. In Italia comunque è difficile vincere perché ci sono tante squadre forti e in 38 partite non puoi mai perdere punti. Le coppe europee, nell'ultimo anno, hanno dimostrato che la Serie A è un campionato forte".
Il numero 10: "Sono orgoglioso di avere il numero 10, ma sarà ancora più bello giocare con la 10 a San Siro. Mi piaceva tanto come mi piace il 7, ma è di Adli. Brahim Diaz è un amico, quando ho sentito che doveva tornare a Madrid, ho chiesto il 10 alla società. Ho visto un paio di video di Gullit, era fortissimo nell'uno contro uno, veloce. Solo che non posso compararmi a un giocatore così, mi manca ancora molto per arrivare a quel livello".
Sui nuovi arrivi: "Il Milan è un club storico, grande. Non è facile mostrare a tutti per che cosa sono qua, ma io di sicuro cerco di aiutare i ragazzi che arrivano. Quest'anno dal portiere all'attaccante siamo tutti forti, sento che l'ambiente è top. Pulisicè forte, può fare la differenza a destra e a sinistra nell'uno contro uno. Loftus-Cheek è potente, porta palla, spingerà la squadra da dietro in avanti. In Serie A non c'è un giocatore come lui. Reijnders è bravo sulle palle inattive, calcia bene ed è forte nel passaggio, il mediano per noi è importante per palleggiare".
Ruolo da leader: "Mi sento sempre più leader, grazie alla fiducia dei compagni. Io non sono una persona che parla tanto ma sto cercando di farlo di più, di essere una voce, anche se penso che ci siano giocatori più bravi a parlare per la squadra. Quando sono arrivato, alcuni compagni mi hanno preso per mano, ora lo sto facendo io con i nuovi".
L'addio di Maldini: "Il suo addio è stata una sorpresa. Io sono venuto al Milan anche perché mi ha chiamato lui. È stato molto importante per me, mi ha aiutato dentro e fuori dal campo, ma la società ha deciso così. Forse ci vedremo in futuro".
Su Tonali: "Non mi aspettavo la sua cessione, ma il club ha deciso così. Non è stato facile perché Sandro è milanista, ci ha aiutato a vincere lo scudetto. Ha fatto il suo percorso al Milan, oragli auguro il meglio".
Infine un sogno per il futuro: "Un calciatore con cui sarebbe bello giocare? Mbappé".