Il ritiro tra le lacrime, 5 momenti chiave della carriera di Gonzalo Higuain
"Muchas gracias a todos, llegò el momento de decir adios". È con queste parole che termina la lettera letta da Gonzalo Higuain nella conferenza stampa del suo addio al calcio. A Miami con l'Inter Miami, la squadra che gli ha regalato una nuova esperienza in MLS, l'ultima da giocatore e che, stando alle sue precedenti interviste, gli ha fatto vivere il calcio da una prospettiva diversa, in modo più sereno e sano.
Finisce tra le lacrime una carriera che ancora deve terminare. Mancano due giornate alla fine della Regular Season e la sua Inter Miami è a un passo dai playoff, ai quali li sta guidando proprio l'argentino con 12 gol nelle ultime 14 partite disputate. Il sogno di ritirarsi "as a champion". La squadra non è tra le favorite alla vittoria finale, ma chissà che è un evento così toccante non riesca a creare quell'alchimia speciale che permette ai gruppi di dare un qualcosa in più durante i 90 minuti.
Il percorso di Higuain, nella migliore delle ipotesi, terminerà il 5 novembre. Nella lettera di addio ha menzionato tutti, dai massaggiatori ai cuochi, soffermandosi sull'importanza di chi lavora dietro le quinte nel calcio e ringraziando ogni staff dei club in cui ha militato. Riviamo la carriera del Pipita nella nostra Serie A, attraverso cinque momenti chiave.
1. L'arrivo a Napoli
Nell'estate del 2013 Gonzalo Higuain ha 26 anni, gioca a Madrid da 7 stagioni dopo essere stato prelevato dal River Plate, segna e vive una costante staffetta con Karim Benzema. Il Pipita sceglie l'Italia, il Napoli spende 35 milioni per le sue prestazioni e per sostituire Edinson Cavani. De Laurentiis fa shopping al Real Madrid con i soldi incassati dalla cessione del Matador, e con l'argentino sbarcano in Campania anche Albiol e Callejon, ma i riflettori sono sul 9, pronto a prendersi la scena e scrivere la storia in azzurro.
2. La consacrazione e il record
È decisivo fin da subito, un campione del suo livello è la pedina giusta che non fa rimpiangere Cavani. Al termine delle tre stagioni i gol saranno 91 e gli assist 26 in una nuova squadra, numeri da capogiro che si impennano nella stagione del record. 36 gol in una singola stagione di Serie A che gli valgono il primato nella storia e una tripletta indimenticabile all'ultima giornata contro il Frosinone all'allora San Paolo. In quel momento è sicuramente l'attaccante più forte in Italia, e tra i migliori in Europa.
3. Il passaggio alla Juventus
E infatti arriva "l'offerta" che alza nuovamente il livello del Pipita. La Juventus paga la clausola rescissoria dell'argentin,o che si trasferisce a Torino in cambio di 94 milioni versati nelle casse del Napoli. Con i bianconeri vince da subito, crea un'intesa perfetta con Paulo Dybala e sfiora la Champions League da protagonista nel 2017. Nella sua prima stagione segna 32 gol in tutte le competizioni ed è determinante sia nella conquista al titolo che nel percorso europeo.
4. La breve parentesi al Milan
Al termine del secondo anno la Juventus sceglie di investire su Cristiano Ronaldo e il Pipita viene sacrificato. Passa al Milan, ma con i rossoneri viene più criticato che altro. Non riesce a ambientarsi in quella che poi si rivelerà una campagna acquisti scellerata che obbligherà la squadra di Milano alla rifondazione. Dura 6 mesi, poi va al Chelsea e torna alla Juventus.
5. Il secondo capitolo alla Juventus.
Nella seconda parte alla Juventus si rompe qualcosa. Un anno difficile tra Chelsea e Milan suscita ingratitudine nei suoi confronti e Sarri gli concede soltanto una ventina di presenze da titolare in Serie A. Segna 8 gol, ma è il momento di dire addio. Si trasferisce a Miami, dove vive l'ultima parentesi calcistica della sua carriera, una delle più felici.