Il ritorno di Lukaku a San Siro: i fischi, i meme e la tempesta perfetta apparente
- Lukaku a San Siro per la prima volta da avversario dell'Inter
- Il peso dei fischi sulla prova del belga: racconto più che sostanza
- Le conclusioni pretestuose sul valore di una coppia-gol
In un calcio orfano di quelle che una volta chiamavamo bandiere, con una difficoltà sempre più oggettiva a tracciare solchi identitari profondi o a intrecciare legami umani che risultino credibili o stabili, risulta naturale creare o rafforzare un senso di unità in opposizione ad un "nemico". Non più un simbolo in cui riconoscersi ma il traditore da combattere e da respingere, come nuova epica e come racconto portante dell'attualità calcistica: lo abbiamo visto in modo dirompente seguendo l'epopea legata al ritorno di Romelu Lukaku a San Siro con una maglia diversa da quella dell'Inter, per la prima volta.
Lukaku a San Siro: la tempesta perfetta?
Di fatto, e non solo dall'immediata vigilia del match tra Inter e Roma, la marcia di avvicinamento alla sfida di San Siro - da parte nerazzurra - ha trovato forza propulsiva nella costruzione di tale scontro. Una marcia partita da lontano, pensando anche ai tanti segnali di disappunto mossi verso Lukaku non solo da parte della tifoseria (dato che per certi versi ha saputo sorprendere) ma anche dagli ex compagni di squadra e da componenti della dirigenza. Ponendo l'enfasi in modo quasi totalizzante su un fatto o su un aspetto si corre sempre il rischio di patirne il contraccolpo, di subire quella stessa foga qualora gli eventi prendessero una piega differente.
Non è stato questo il caso, l'epilogo della sfida tra nerazzurri e giallorossi ha rappresentato per certi versi una tempesta perfetta per chi seguiva quel tipo di costruzione retorica, quella che vedeva un popolo intero schierato contro chi quel a quel popolo ha voltato le spalle. Si tratta di un incrocio anche simbolico che rasenta la perfezione di una sceneggiatura orchestrata a tavolino: un prepartita caratterizzato da una tensione palpabile e dalla freddezza degli ex compagni, una bordata di fischi ogniqualvolta il pallone arrivava anche solo dalle parti del belga, una partita fatta di pochi palloni giocabili e - come epilogo - un gol decisivo firmato proprio da chi, Marcus Thuram, ha sostituito Lukaku nel corso dell'estate.
Dal copione alla realtà
Una sceneggiatura, appunto: quella della rivalsa del protagonista tradito, una sorta di effetto karmico cristallizzato nell'immagine di Lautaro e Thuram che esultano, con un Lukaku affranto sullo sfondo. Tanta parte di quest'epica, però, vive al di fuori della sostanza e del peso effettivo delle cose ma si lega a un contesto sempre più rivolto all'immediato, all'evento sportivo come fonte di meme usa e getta, alla continua ricerca di rivalsa social sull'avversario di turno. Esistono dati sostanziali che possono ridimensionare l'intero impianto retorico di una domenica milanese, partendo innanzitutto dal peso concreto dei fischi sulla prova di Lukaku.
Di fatto la prestazione del belga può trovare sufficienti risposte in questioni tattiche più che ambientali: non si parla tanto del pudore e della suggestione di chi patisce uno stadio, insomma, quanto di un centravanti chiamato a giocare pochi palloni, rigorosamente spalle alla porta e con pochissime alternative rispetto alla sponda o all'appoggio più prevedibili. Sponde che peraltro, almeno nel primo tempo, si stavano rivelando anche corrette e utili per provare ad alzare il baricentro.
Merito di una difesa dell'Inter che certo non scopriamo oggi (appena 5 gol presi in 10 giornate, ben 7 clean sheet) e conseguenza diretta dell'atteggiamento prudente, per restare nel campo degli eufemismi, mantenuto dalla Roma per larga parte della sfida. Al contempo diventa anche complesso stigmatizzare un simile atteggiamento, pensando al modo in cui l'Inter ha dimostrato fin qui di saper punire le squadre troppo arrembanti e audaci (Fiorentina e Milan sono due esempi lampanti).
L'effetto del meme come timbro sulla vittoria, poi, rivela ancor di più il proprio valore temporaneo e a scadenza veloce: sentir parlare di ThuLa come coppia superiore alla LuLa (restando nel campo nei nomignoli ormai di utilizzo comune) appare prematuro e per certi versi pretestuoso, considerando come la coppia Lautaro-Lukaku sia stata protagonista assoluta di uno Scudetto e abbia alle proprie spalle la conquista di una Supercoppa, una Coppa Italia, una finale di Champions League e una di Europa League.
L'impatto di Thuram sul calcio italiano è stato sorprendente, per concretezza e numeri più che per caratteristiche tecniche (già note e attese a priori), ma la retorica del momento non può condurci - appena alla decima giornata di campionato - a individuare già vincitori e vinti.