Il ruolo, il numero di maglia e gli obiettivi della Juve: Douglas Luiz si presenta

Douglas Luiz
Douglas Luiz / Marco Canoniero/GettyImages
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Douglas Luiz si presenta ai tifosi della Juventus. Arrivato dall'Aston Villa in una maxi-operazione da 55 milioni di euro complessivi, il centrocampista brasiliano ha preso parte alla prima conferenza stampa da giocatore bianconero, dove ha risposto a tutte le domande dei giornalisti, comprese quelle sul suo ruolo in campo, sulla scelta del 26 come numero di maglia e sugli obiettivi per la stagione che sta per cominciare. Ecco le sue parole (fonte: ilbianconero.com).

Prime impressioni:
"Molto positive. La Juventus è un club enorme, tanti giocatori sono passati, questo mi ha convinto a venire qui. Sono sicuro che sarà una stagione molto positiva. Giocatori nuovi, nuovo allenatore, ci stiamo abituando al lavoro di Thiago Motta. Ma sono contento di ciò che sta succedendo"

Cosa ti ha impressionato di più?
"Quello che mi ha impressionato di più è la grandezza di questo club. Lo stadio, la passione dei tifosi. Quello che mi ha impressionato di più. Sono molto felice di essere qui, credo che sarà una stagione molto importante, quindi faremo di tutto e lotteremo per ottenere grandi risultati".

Il ruolo di Danilo e Bremer:
"Sì, certamente hanno aiutato molto in questa trattativa Danilo e Bremer. Tutti i giorni sentivo Danilo che mi diceva 'forza Juve', mi ha motivato molto. Ho sempre saputo dell'importanza di questa società. Con qualcuno già lì e in nazionale con me, è una motivazione in più qualcuno che ti dice di venire fa la differenza".

Su Thiago Motta e il suo ruolo in campo:
"Sembra che io e Thiago ci conosciamo da tanto tempo, allenatore giovane, ti dà la libertà di comunicare. Di parlare di tattica. Degli aspetti del gioco. Il nostro rapporto è molto positivo. Come ho detto non ho una preferenza adatta. Chiaramente mi piace essere più vicino alla porta. Se la Juve o l'allenatore ha bisogno di me come numero 6, più difensivo, non avrò problema. Credo che la libertà che ho in campo può fare la differenza".

Le sue ambizioni:
"Non c'è stato bisogno di tante cose per convincermi, la grandezza della società parla da sola. Qualsiasi giocatore avrebbe voluto avere quest'opportunità. Quindi non sono diverso in questo senso. Quando ho saputo della proposta ho subito manifestato l'interesse ai miei agenti e abbiamo lavorato per chiudere bene. Credo sia un passaggio molto importante per la mia carriera, spero anche per il club. Continuerò a lavorare duramente, voglio continuare a migliorare e fare il necessario per raggiungere gli obiettivi".

Sui compagni di reparto:
"Giocare nella Juventus non può essere facile, sento la responsabilità di questo. Ovviamente il valore della trattativa e dell'acquisto è alto. Sento la responsabilità di questa cosa. Continuerò a lavorare duramente come sempre ho fatto. Voglio essere un esempio per i più giovani. Ho 26 anni e c'è un gruppo giovane. Sono qui per imparare e insegnare ciò che ho imparato. Sento la responsabilità, voglio prendermela".

Sulla Serie A:
"Vengo da un campionato che viene considerato il più difficile. In Serie A voglio fare ancora di più".

Sugli obiettivi:
"Come gli obiettivi anche i titoli sono la conseguenza del lavoro. Nuovo allenatore, ci stiamo abituando a capirci. Ci sono giocatori con qualità, con tanta fame di migliorare. Gruppo molto positivo, che ha anche una componente di esperienza. Il capitano Danilo ci aiuterà. Stiamo migliorando. Ho la certezza che daremo il meglio per la Juventus. E se Dio vuole quest'anno potremo conquistare un titolo".

Chi sono i tuoi modelli?
"Sul punto di riferimento in Serie A, parlando del campionato italiano, direi Adriano l'Imperatore. Alla Juve Felipe Melo, Danilo, sono punti di riferimento".

Sulla sua posizione:
"La versatilità è quello su cui ho sempre lavorato sin da quando sono giovane. Capisco il gioco. Ma non è qualcosa che nasce oggi ma sul quale io lavoro da quando giocavo nel Vasco, nel Girona. Ho lavorato duramente per svilupparlo".

Cos'è la Juve per te?
"Io ho 26 anni, mi considero ancora giovane. Penso di aver sempre utilizzato la Juve nei videogames. Per tutti i cicli vincenti la grandezza l'ho percepita naturalmente. Mi piaceva molto utilizzare Nedved o Davids. La grandezza del club aumenta con i titoli conquistati e la Juve ne ha vinti tanti. Quando avevo 12 anni già io avevo un'idea chiara della grandezza di questo club, ecco perché sono felice di essere qui. Spero di vincere tanti titoli, non è facile ed è il risultato del lavoro. Ma farò di tutto per farla andare al meglio".

Sulla Premier:
"Qualsiasi giocatore al mondo avrebbe voluto fare un'esperienza alla Juventus, io non sono diverso. Appena ho saputo dell'interesse della Juve, mi sono sentito molto motivato. Non dipende dal campionato ma dalla grandezza del club. Volevo quest'esperienza. È una cosa bella pensare di poter raccontare alla famiglia di aver giocato alla Juve. Lo so che la Premier è il top, ma la Serie A non sfigura, per me è a un livello molto alto. Il club mi ha incentivato molto a venire qua, spero di ricambiare i tifosi con grande felicità".

La 26 in onore di Davids?
"No, i motivi sono altri. Davids mi piace molto e usava anche gli occhialini, è stato iconico per me nell'infanzia. Un mix di tante cose la scelta del 26. È stato anche un numero libero, la 6 che usavo all'Aston Villa è di Danilo e ci voleva rispetto. È stata un po' una coincidenza questo 26. C'è il 6 che è il mio numero del passato, la mia età. Ho unito più elementi".

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