Il terremoto di Hirving Lozano
Hirving Lozano e il Messico. A The Player's Tribune il calciatore del Napoli ha raccontato la sua evoluzione e i momenti salienti che l'hanno reso un uomo diverso, dall'infanzia a oggi. Cosa significa il calcio in Messico? Cosa significa vivere in un altro continente? Come ha vissuto il Covid lontano da tutti? Da dove nasce il soprannome Chucky?
Hirving Lozano nasce a Mexico City il 30 luglio 1995, cresce calcisticamente in Messico e salta in Europa quando è già padre, all'età di 22 anni, direzione Olanda. Vince il campionato con il PSV, gioca un Mondiale in Russia, sceglie Carlo Ancelotti e il Napoli e si trasforma nel primo calciatore messicano a vincere un trofeo nel nostro paese (la Coppa Italia). Oggi è una delle stelle della Nazionale del Messico, il secondo calciatore per valore di mercato (transfermarkt) del suo paese.
Andiamo per temi, vivisezionando la lettera scritta a The Player's Tribune.
Le origini del soprannome
Un bambino che sognava di diventare un professionista come tanti altri suoi coetanei. I calci al pallone nel parco sconnesso dietro casa, una casa che si trovava a tre minuti soltanto dallo stadio, l'Azteca, in un quartiere in cui - a quanto racconta Lozano - "ovunque andassi lo potevi vedere".
"Poi, sono diventato “El Chucky.” Forse saprete perché mi abbiano soprannominato così, ma vi racconterò la vera storia.... A 10 anni giocavo nell’accademia del Pachuca e facevo sempre scherzi ai miei compagni di squadra: cose infantili, come nascondersi nell’armadio o sotto il letto e poi saltare fuori per spaventarli. All’epoca ero un piccolo bambino di 10 anni con i capelli a spazzola e quindi credo che per loro fossi come Chucky, protagonista del film La bambola assassina".
Poi la gentile richiesta dei suoi compagni di squadra all'Accademia del Pachuca se potessero chiamarlo o meno Chucky, accolta senza problemi da Lozano che, 17 anni dopo, conserva ancora un soprannome pronunciato male in diverse parti del mondo.
Il terremoto per l'esultanza al suo gol nel 2018
Inizia così "Scossa di assestamento" su The Player's Tribune. Cosa significhi il calcio in Messico Lozano lo spiega attraverso l'aneddoto sul suo gol.
"17 giugno 2018: stavamo giocando contro la Germania – i campioni in carica – nella nostra prima partita al Mondiale in Russia. Quando segnai al 35° minuto, in Messico si scatenò il pandemonio. Tutti quelli che guardavano la partita in TV iniziarono a saltare su e giù esultando – milioni di persone nello stesso momento – e la terra cominciò a tremare".
Il gol vittoria alla Germania Campione in carica nella partita d'esordio del Mondiale e un'esultanza folle di milioni di tifosi collegati nello stesso momento davanti alla Tv. Forse uno dei pochi casi in cui sarebbe stato più bello esultare per una rete fuori dallo stadio invece che dentro.
"Non me lo sono inventato. Il gol causò un vero e proprio terremoto. Il dipartimento di sismologia del Messico rilasciò persino un comunicato. Le loro apparecchiature avevano rilevato un evento sismico a Città del Messico esattamente nello stesso momento del gol. Noi avevamo segnato e i tifosi a casa avevano fatto tremare la terra".
L'arrivo al Napoli
Al Mondiale di Russia ci arriva da giocatore del PSV, a quello in Qatar ci arriverà da calciatore del Napoli. Come è arrivato però il messicano Hirving Lozano in Campania? "Dopo la Coppa del Mondo (e il terremoto), accadde un’altra cosa incredibile. Un giorno, ho ricevuto una telefonata da un numero italiano".
“Hola, Chucky? Sono Carlo Ancelotti”. Una telefonata dopo la quale scrive di essere quasi impazzito, di quelle a cui non sei preparato. "Durante la stagione 2018-19, ricevevo telefonate da lui ogni settimana. Quando mi infortunavo, mi chiedeva: “Come va il ginocchio? Come procede il recupero?”. È una persona così. Quando mi chiese di andare al Napoli, come potevo dire di no?".
Ancelotti come figura determinante nella carriera di Lozano (e di tanti altri calciatori), poi l'esonero del tecnico e il conseguente shock, le difficoltà e la solitudine provate durante il Covid (sua moglie e i suoi figli si trovavano in Messico). Oggi il Chucky è un calciatore più maturo, che ha imparato da altri grandi allenatori come Gattuso e Spalletti e ha stabilito un legame con i tifosi del Napoli, nei quali ritrova delle similitudini nel vivere il calcio con i messicani.
I Mondiali in Qatar
I Mondiali in Qatar sono sempre più vicini. Per il Messico la gara d'esordio sarà martedì 22 novembre allo Stadium 974 di Doha (ore 17 italiane) contro la Polonia del suo compagno di squadra Piotr Zielinski.
Nella lettera ripercorre le difficoltà di arrivare al Mondiale, nelle qualificazioni Concacaf spesso percepite in maniera errata dagli europei.
"Chiunque pensi che abbiamo vita facile dovrebbe andare a giocare in trasferta nel Panama, con razzi e fuochi d’artificio che esplodono tutta la notte fuori dalla finestra dell’hotel. I tifosi distruggono il pullman della squadra con bottiglie, sassi, monete... tutto ciò che può essere lanciato. Una volta a Panama hanno spento i riflettori a metà partita, solo per prenderci in giro, e poi li hanno lasciati spenti per 30 minuti, per cercare di rovinarci il ritmo".
"Provate poi ad andare al nord, in Canada, come abbiamo fatto noi lo scorso novembre, e giocare a -23°C, con il campo completamente ghiacciato, come se fosse cemento. Non ho mai avuto così tanto freddo in vita mia! Quella sera a Edmonton avevano ribattezzato lo stadio “Ghiaccioteca”!".
L'infortunio che ha rischiato di concluderne la carriera
Un infortunio tremendo contro Trinidad e Tobago che è ovviamente rimasto nella testa dei tifosi messicani. Partite dure e un colpo durissimo che ha rischiato di compromettere la carriera del Chucky e non solo.
Lozano lo ricorda così: "Il mio collo è ruotato di 180 gradi, la mia spina dorsale è rimasta danneggiata e il mio occhio è...esploso. Ho avuto molta paura. Ho pianto tanto. Ho temuto per la mia vita, sinceramente. Grazie al chirurgo, sono rimasto fuori per soli tre mesi, ma molti medici mi hanno detto che è stato miracolo che siasopravvissuto, per non parlare del fatto che sia riuscito a tornare in campo così rapidamente".
Non è lo stesso di quattro anni fa. Giocare un Mondiale, alzare il proprio livello in Italia e altre peripezie della vita lo hanno reso un calciatore e un uomo diverso.
Vivremo tutti insieme questi momenti, 130 milioni di persone.
Noi soffriremo e voi soffrirete.
Noi proveremo gioia e voi proverete gioia.
Se voi credete, noi crederemo.
Anche quando siamo dall’altra parte del mondo, vi sentiamo.
Io l’ho sentito.
Facciamo tremare la terra.
Lozano - The Player's Tribune