Il Toro dura un tempo, la Juve fa la voce grossa nella ripresa: 2-0, derby bianconero
Una Juventus priva di diverse armi offensive, out sia Chiesa che Vlahovic, affronta il Torino nel derby della Mole e si affida a Miretti alle spalle di Kean, soluzione di Allegri per ovviare alle assenze in attacco. Dall'altra parte Juric fa a meno di Radonjic, out anche dai convocati, e punta su Seck-Vlasic alle spalle di Zapata (storicamente una minaccia per i bianconeri).
La Juve trova il vantaggio con un potente destro di Kean al 5', sul primo palo, rete però annullata per fuorigioco: unico lampo di un avvio deludente dei bianconeri. Il Torino pressa e spinge, la prima occasione arriva al 17' con un intraprendente Lazaro: destro alto sulla traversa. Risponde subito la Juve con Kostic, sinistro troppo strozzato e fuori sul secondo palo: l'equilibrio regge fino alla fine del primo tempo, 0-0 del tutto coerente con quanto espresso dalle due squadre in una sfida piuttosto bloccata.
A sbloccare tutto è Gatti in avvio di ripresa, ribattuta dopo una doppia respinta di Rodriguez: gol inizialmente annullato ma poi assegnato dal VAR, non ravvisando alcun fuorigioco. Al 62' arriva anche il raddoppio con Milik: il polacco beffa Milinkovic-Savic e di testa, su corner di Kostic, mette in discesa la sfida bianconera. Nel finale il Torino non riesce a rendersi pericoloso e a riaprirla, nonostante l'ingresso di Sanabria, e la Juve porta fino in fondo il 2-0: bianconeri che volano dunque a quota 17 in classifica e confermano lo strapotere nel derby.
La chiave tattica
Nelle prime battute il Toro tiene fede al credo di Juric e al pressing immediato sul possesso avversario, al contempo i granata fanno possesso e prestano il fianco al contropiede bianconero. La Juve si difende bassa e appare per certi versi passiva, affidandosi a sporadici lampi e cercando Kean negli spazi con lanci lunghi. L'unica punta bianconera appare però troppo isolata e Miretti resta basso. L'atteggiamento granata si fa meno arrembante col passare dei minuti, la Juve prova ad alzare il baricentro e la linea di pressing, mostrando qualcosa in più rispetto ai primi minuti ma non riuscendo comunque a creare occasioni nitide sul finire del primo tempo.
La nota dolente tra i granata è legata a Zapata, poco coinvolto e mai pericoloso. Allegri prova a cambiare le cose e manda in campo Milik per dare sostegno a Kean, l'atteggiamento bianconero si fa più arrembante e il gol di Gatti contribuisce poi a dare entusiasmo all'Allianz dopo un primo tempo spento. Il Toro torna a fare possesso, a caccia del pari, ma il raddoppio Juve spegne le velleità granata e prepara il terreno per un finale di serenità dei bianconeri. La scelta delle due punte viene ampiamente ripagata, con una Juve ben più in controllo.
L'episodio del match
Partita a dir poco bloccata nel primo tempo, con poche occasioni, all'insegna della noia o comunque di due squadre in grado di annullarsi a vicenda. L'ingresso di Milik e la pericolosità bianconera sui corner fanno la differenza, da sottolineare ovviamente il gol del vantaggio della Juve firmato da Gatti: non per un discorso estetico, trattandosi di ribattuta dalla breve distanza, ma per la lunga attesa dopo l'iniziale annullamento del gol per fuorigioco, una situazione poi rivista e ribaltata dal VAR (dopo un controllo prolungato, favorito nelle tempistiche dai soccorsi a Bremer rimasto a terra in quei minuti).
Il migliore in campo
Gatti - Il premio è da condividere probabilmente con tutto il reparto arretrato bianconero, Gatti ha il grande merito di sbloccare un match fermo sullo 0-0 (povero di occasioni) e di rispondere al meglio alle richieste di Allegri, che lo invita ad allargarsi sulla destra e a spingere più del solito. Al contempo il centrale si rivela sicuro nel gioco aereo e bada sempre al sodo. Anche Danilo e Bremer però, come detto, danno vita a una prova di personalità e coraggio, senza sbavature e cali di tensione.