In quali Paesi si valorizzano maggiormente i giovani del vivaio sul mercato?
Il recente report diffuso dal CIES Football Observatory, approfondimento legato ai 100 club (a livello mondiale) che hanno incassato di più negli ultimi 10 anni cedendo talenti dei rispettivi vivai, ci permette di capire quali siano le realtà maggiormente in grado di valorizzare - anche economicamente - lo sforzo profuso a livello giovanile, rendendo i giovani calciatori delle realtà solide del calcio mondiale e ottenendo il massimo anche dal punto di vista del calciomercato.
Un report che regala tante conferme, pensando a realtà come Benfica, Ajax e Lione che da sempre fanno del vivaio un enorme riserva (anche di ricchezza), e che tra le righe ci consente anche di analizzare le differenze tra le varie realtà nazionali, il modo in cui nei vari Paesi vengono valorizzati i vivai, diventando una chiave importante anche sul mercato e generando flussi copiosi di denaro.
- I club (a livello mondiale) che hanno incassato di più con le cessioni dalle giovanili
- Le squadre di Serie A che hanno incassato più soldi grazie alle giovanili
Quali Paesi valorizzano di più chi cresce nei vivai?
Portogallo
Al contempo, osservando il diverso andamento tra i vari periodi presi in considerazione (il report divide l'analisi in due quinquenni), si può capire quali realtà facciano della ricchezza portata dal vivaio un marchio di fabbrica costante e quali società, invece, abbiano goduto di sporadiche cessioni che hanno fruttato cifre da capogiro. Si può notare innanzitutto come il Portogallo sia una Nazione che, perlomeno pensando alle sue big, sa valorizzare eccome il peso dei vivai sul mercato, concludendo spesso affari in uscita a cifre di tutto rispetto (quasi inesorabilmente vedendo partire i propri talenti verso altri campionati).
Il Benfica la fa da padrone, del resto si tratta del club primo in classifica per incassi legati al vivaio negli ultimi 10 anni (ben 516 milioni complessivi ottenuti con la cessione di 30 prodotti del vivaio), Sporting e Porto si difendono comunque egregiamente (non a caso sono al settimo e al quindicesimo posto per incassi).
Si sottolinea, nel caso del Benfica, l'aumento di cessioni remunerative dal vivaio tra il periodo 2014/18 e il quinquennio 2019/23: da 182 a 335 milioni incassati, un aumento che spiega anche chiaramente come facciano le Aquile a occupare attualmente il primo posto in questo report. Curioso anche l'exploit recente del Braga (cinquantacinquesimo in classifica): ben 95 milioni incassati grazie al vivaio nell'ultimo quinquennio e appena 4 in quello precedente (il tutto con appena 8 calciatori). Un cambiamento spiegato evidentemente con cessioni remunerative come quelle di Vitinha, Trincao e Carmo.
Olanda, Francia e Spagna
Situazione portoghese in qualche modo simile a quella olandese, anche qui c'è un club storicamente legato alla valorizzazione del vivaio: l'Ajax. Uno status ancora solido e rafforzato nell'ultimo quinquennio rispetto al precedente (da 119 a 257 milioni) e testimoniato plasticamente dal gran numero di cessioni di calciatori del vivaio: ben 36 negli ultimi 10 anni.
Grande crescita anche del PSV, con 187 milioni incassati nel periodo 2019/23 rispetto ai 61 dei precedenti 5 anni, mentre il Feyenoord registra un lieve calo tra i due quinquenni (da 80 a 63 milioni) ma continua a dire la sua. Tra le formazioni francesi si sottolinea il peso fondamentale del vivaio per Lione e Monaco, entrambe nella top ten mondiale degli incassi per calciatori del vivaio, al terzo e al sesto posto con 370 e 325 milioni di incassi negli ultimi 10 anni. Sorprende la grande stabilità del Lione in tal senso, con 180 milioni incassati grazie al vivaio per ognuno dei due quinquenni presi in analisi (calo vertiginoso, invece, del Monaco).
Il Lione fa dei trasferimenti remunerativi dei calciatori cresciuti nel vivaio un vero punto di forza che dura nel tempo, lo dimostrano anche le ben 32 operazioni concluse. Si sottolinea al contempo la crescita espressa dal PSG a livello di cessioni dal vivaio e conseguenti incassi: 175 milioni nell'ultimo quinquennio, grande aumento rispetto ai 37 milioni del periodo precedente (col contributo di Nkunku, Diaby, Kalimuendo, Bitshiabu e altri giovani partiti negli ultimi anni). Osservando il panorama francese si sottolinea anche la grande capacità del Saint-Etienne di ottimizzare al meglio le cessioni: 141 milioni con appena 9 cessioni (basti pensare che il Rennes ne ha incassati 151 ma con ben 22 addii).
La Spagna ci regala sia esempi di club capaci di sfornare talenti a ripetizione e di cederli, ottenendo cifre importanti se sommate, che realtà capaci di effettuare rare cessioni ma assolutamente remunerative: da un lato Real Madrid e Barcellona (con 28 cessioni per arrivare rispettivamente a incassare 364 e 189 milioni) e dall'altra parte la Real Sociedad e l'Athletic (soprattutto nel periodo 2014/18), capaci di incassare 218 e 149 milioni solo con 6 e con 4 cessioni di giocatori prodotti dal vivaio. L'Atletico Madrid si conferma bottega cara, basti pensare a incassi simili a quelli del Barcellona (180 dei Colchoneros, 189 dei Blaugrana) ottenuti però cedendo soltanto 12 giocatori del vivaio.
La Premier League: un mondo a parte
L'Inghilterra rappresenta per tanti versi un caso a parte: su 100 club presi in considerazione nella classifica espressa dal report, infatti, ben 20 sono inglesi e - di questi - 12 sono riusciti a incassare più di 100 milioni negli ultimi 10 anni grazie ai vivai. Occorre sottolineare come anche realtà non centrali o particolarmente popolari riescano a incassare cifre importanti cedendo calciatori cresciuti nel vivaio (realtà come Fulham, Norwich e Bristol hanno ottenuto cifre vicine a quelle di Juventus e Milan, per intendersi).
Il panorama inglese è del tutto peculiare e vede spesso cedere calciatori cresciuti nel vivaio a rivali dirette o comunque a squadre della stessa Premier: emblematici gli affari che hanno portato Palmer al Chelsea dal City o Mount allo United dal Chelsea, per cifre sempre degne di nota (spesso non replicabili in altri contesti). I Blues dominano la classifica degli incassi dal vivaio negli ultimi 10 anni, con ben 307 milioni su un totale di 347 incassati nel quinquennio 2019/23 e con una crescita esorbitante a livello di valorizzazione economica dei prodotti del vivaio. Una crescita che si può riscontrare anche osservando i numeri del Tottenham, del City, dell'Aston Villa e dell'Arsenal. La squadra maggiormente in grado di farsi pagare cari i propri talenti è l'Aston Villa: ben 203 milioni incassati con appena 11 cessioni di talenti cresciuti nel vivaio.
Italia e Germania
Siamo lontani anni luce dal contesto della Serie A, l'Italia nella top 100 vede infatti appena 9 club e solo 4 di questi sono nelle prime 50 posizioni, con Juventus e Milan che peraltro hanno saputo ottenere cifre ben inferiori a quelle delle altre big europee (94 e 77 milioni in 10 anni dalla cessione dei prodotti del vivaio). Un aspetto da sottolineare positivamente nel contesto italiano è senz'altro la presenza di realtà "minori" ma capaci ugualmente di sostenersi grazie ai calciatori cresciuti in casa: Empoli e Genoa brillano in tal senso, con 104 e 90 milioni incassati rispettivamente, nell'ultimo decennio.
Cifre che peraltro non si legano a un esodo: 15 cessioni per i toscani e 10 per i liguri, con la Juve che (ad esempio) per arrivare a un incasso simile ha dovuto cedere 22 giocatori. L'Atalanta guida di gran lunga la classifica delle italiane e lo fa grazie a cessioni in serie (ben 34) che hanno fruttato alla Dea ben 250 milioni di euro (incassi peraltro stabili tra i due diversi quinquenni presi in esame). Al di fuori del novero delle big si distingue anche il Cagliari, con 57 milioni incassati (col ruolo chiave in questo senso dell'approdo di Barella all'Inter).
Un aspetto che salta all'occhio del caso italiano è l'incasso totale di un miliardo e 60 milioni (sommando tutte le squadre della top 100 degli ultimi 10 anni) ottenuto con ben 187 cessioni: indicativo il fatto che in Ligue 1 il giro di affari sia stato di un miliardo e 689 milioni, quindi ben superiore a quello italiano, con un numero di cessioni inferiore (180). O ancora sorprende la distanza dalla Spagna: un miliardo e 619 milioni incassati con sole 143 cessioni e una capacità media dunque maggiore di valorizzare chi è cresciuto nel vivaio.
Una realtà più affine a quella italiana è presentata dalla Bundesliga: sono solo 7 le squadre nella top 100, con sole 4 squadre capaci di incassare più di 100 milioni negli ultimi 10 anni e con un Bayer Leverkusen che di fatto gioca il ruolo del leone, ricalcando un po' quanto avviene in Italia con l'Atalanta (214 milioni incassati in 10 anni ma, a differenza della Dea, con sole 11 cessioni concluse e un ruolo cruciale di un singolo addio come quello di Havertz).
Non brilla una big come il Bayern Monaco: 118 milioni in 10 anni con 24 cessioni. Un aspetto indicativo, in tal senso, può riguardare anche un lato virtuoso: la tendenza a tenere in rosa i calciatori più forti (e costosi) costruiti all'interno del proprio vivaio, senza bisogno di monetizzare. Merita un discorso a parte il Lipsia, capace di cambiare letteralmente dimensione nell'ultimo quinquennio rispetto a quello precedente: da un milione incassato dal vivaio dal 2014 al 2018 a 54 milioni nel quinquennio 2019/23, a significare una vera e propria svolta (e una tendenza valida anche in ottica futura).
Non mancano altre realtà europee esterne ai principali campionati in grado di distinguersi: il Salisburgo con ben 249 milioni ma anche la Dinamo Zagabria (193 milioni), l'Anderlecht (179 milioni) e lo Shakhtar Donetsk (130 milioni). Al contempo spicca la distanza, nel contesto sudamericano, tra Brasile e Argentina: in Brasile sono tante le società in grado di cedere pezzi pregiati del vivaio incassando cifre importanti (Flamengo, Palmeiras, Santos, San Paolo, Fluminense e Gremio sono in top 50) mentre in Argentina solo River, Boca e Velez sono riuscite a incassare più di 100 milioni negli ultimi 10 anni.