L'incognita tattica di Gabriele Zappa nel Cagliari di Ranieri
Di Marco Deiana
Se penso a Gabriele Zappa con la maglia del Cagliari nell'ultimo anno e mezzo, mi vengono in mente tre flash: l'assist (con tunnel all'avversario) per il gol di Pavoletti al San Nicola nella finale playoff di Serie B, la rete al Genoa e il cross basso (dopo un ottimo dribbling verso l'area di rigore) che ha portato alla rete di Jankto contro l'Empoli in questa stagione. Cosa hanno in comune queste tre azioni del terzino destro rossoblù? Sono tutte offensive e decisive per la vittoria della squadra. Viene più difficile - almeno personalmente - ricordare interventi difensivi degni di nota. La domanda sorge spontanea: e se Gabriele Zappa fosse un esterno d'attacco?
Forse non è un caso che le sue azioni più importanti siano arrivate in situazioni offensive, libero da compiti di marcatura e di pressing. Qualche difficoltà in più si nota in fase difensiva, con quel solito mezzo secondo di ritardo (in gergo tecnico possiamo definirlo tempo di gioco?) nell'intercettare i passaggi e leggere il dribbling o l'allungo dell'avversario di turno.
Allora perché non esaltarne le caratteristiche? Perché non sfruttare totalmente l'abilità offensiva del classe '99 scuola Inter? D'altronde lo stesso Zappa nasce come attaccante nelle giovanili e arretra di anno in anno il suo raggio d'azione, fino ad arrivare a ricoprire con continuità il ruolo di terzino destro. Quindi non è un caso che le sue migliori azioni nascano su situazione di possesso palla e dalla trequarti avversaria in su. Potrebbe rivelarsi un'arma in più per il Cagliari in questo rush finale di campionato.