Indizi e indicazioni di Palladino sulla sua Fiorentina
L'arrivo di un nuovo allenatore, soprattutto quando va a inserirsi in un contesto condizionato da un triennio importante (nel bene e nel male), porta con sé lo sforzo immaginativo di proiettarsi su quel che sarà, sul tipo di impronta tattica che l'allenatore darà alla sua creatura ma anche sull'atteggiamento mediatico e retorico dello stesso tecnico. Non fa eccezione quanto accaduto in occasione della presentazione, al Viola Park, di Raffaele Palladino come tecnico della Fiorentina. Sostituire Italiano non appare un esercizio semplice, soprattutto per chi si prepara a vivere la prima esperienza sulla panchina di una piazza esigente e chiamata all'ennesima partecipazione europea (la terza Conference consecutiva) e - prima di sentir parlare il nuovo allenatore - ci si chiedeva quante tracce di continuità e quante di rottura si potessero trovare nel suo operato.
La difesa a tre
Ci sono aspetti che non hanno visto Palladino nascondersi dietro frasi di rito, dietro ai consueti "vedremo", ma che ci portano direttamente a un primo mattone non da poco: la Fiorentina lavorerà principalmente sulla difesa a tre, schierandosi di base con un 3-4-2-1 e tornando all'assetto più familiare con Italiano (il 4-2-3-1) soltanto sporadicamente, in base ai momenti della partita o alle caratteristiche dell'avversario. Il nuovo allenatore ha voluto ribadire di non essere un integralista, di non fare del modulo di partenza un mantra ripetuto a oltranza, ma l'ammissione sulla difesa a tre come base di partenza è già un chiaro segnale (anche a livello di mercato).
La Fiorentina ha gli uomini adatti per una simile svolta tattica? Sia Milenkovic che Ranieri, per caratteristiche e per esperienze precedenti, possono agire da braccetti in un reparto a tre (soprattutto il secondo) mentre Martinez Quarta sarebbe da valutare nel ruolo di centrale, per quanto - considerate le caratteristiche - sia stimolante immaginarlo come una sorta di regista difensivo, con qualità e personalità adeguate per il ruolo. Anche ritenendo adeguati i tre potenziali titolari, però, esiste un dato quantitativo: difficile immaginare che i giovani Comuzzo e Lucchesi siano le prime riserve nel pacchetto arretrato ed è verosimile aspettarsi almeno un nuovo centrale (con maggiore esperienza) che possa contendere il posto a uno dei tre titolari.
Sottil ci riprova
Non sono mancate poi altre indicazioni, anche al di là dell'assetto tattico, legate ai singoli attualmente a disposizione e alla loro centralità nella prossima Fiorentina: sorprende scoprire che Riccardo Sottil possa vivere una nuova chance, l'ennesima, per dimostrare di poter fare la differenza con continuità. Eppure Palladino non si è nascosto, assumendosi la responsabilità di crederci ancora: ancora una volta, dunque, il figlio d'arte proverà a tirar fuori in modo più continuo ciò che - da anni - si vede solo a sprazzi (con la sfortunata complicità degli infortuni). Un'investitura esplicita e dai toni importanti: Palladino ha definito Sottil come uno di quegli elementi - alla pari di Nico Gonzalez - che intimoriscono l'avversario di turno, un profilo dotato di gamba e di creatività, tale da seminare il panico nelle difese. In sostanza il nuovo allenatore crede che il "vero Sottil" sia quello ammirato nei giorni migliori, quello che stava ingranando di nuovo prima dell'ennesimo stop forzato.
Nodo Beltran
Chi si aspetta un rilancio, da un lato, ma anche chi potrebbe trovare qualche difficoltà dal punto di vista della collocazione tattica. Ci riferiamo nello specifico a Lucas Beltran, non tanto per dichiarazioni che lo vedono messo ai margini - tutt'altro - quanto per un mero discorso di inserimento nel 3-4-2-1: Palladino ha spiegato di vederlo come sottopunta nel 4-2-3-1 (come del resto giocava con Italiano) oppure come prima punta, aspetto che però cozza con la ricerca viola di un nuovo centravanti. Diventa complicato, considerato il livello del calciatore e la cifra spesa l'anno scorso per portarlo in viola, immaginare Beltran come fuori dai titolarissimi: possibile vederlo tra i due alle spalle della prima punta? La prospettiva andrà necessariamente esplorata per non svalutare una risorsa.
Jorko addio, versatilità cercasi
Un indizio esplicito di mercato è arrivato, invece, sul fronte Jonathan Ikoné: l'addio è più di un'ipotesi, Palladino ha spiegato di non essere riuscito a contattarlo telefonicamente e questo è un dato già rilevante, con tanto di aggiunta su "qualcosa in ballo". Per ultimo, non certo in ordine d'importanza, sottolineiamo il peso della versatilità e dell'adattabilità nelle idee di calcio di Palladino: il tecnico ha fatto capire di apprezzare i jolly, quei calciatori in grado di agire in più posizioni senza calare di livello o risulando funzionali alla squadra. Si può leggere in questo senso, ad esempio, il possibile rilancio di un profilo come Barak, utile sia sulla trequarti che come interno. Un fattore, la versatilità, che sarà senz'altro un faro anche sul mercato, per pescare calciatori in grado di dare quante più soluzioni possibili al nuovo allenatore (anche a partita in corso).