L'Inter costruirà ancora lo stadio a Rozzano dopo l'arrivo di Oaktree?
Che ne sarà del nuovo stadio ora che l'Inter è passata nelle mani di Oaktree? Quando al timone del club c'era Suning, sembrava quasi scontato che i nerazzurri abbandonassero San Siro per seguire il sogno di realizzare un proprio impianto nell'hinterland, con Rozzano come zona stabilita, ma con il cambio societario la situazione potrebbe essere cambiata. A parlarne è stato Gianni Ferretti, sindaco di Rozzano, che ai microfoni diNewzgen, il programma prodotto da Alanews, ha anche ammesso che nel corso dei colloqui avuti con Steven Zhang aveva avuto la sensazione che l'imprenditore cinese avrebbe estinto il debito con il fondo californiano. Ecco le sue parole.
Lo scenario cambia con l'arrivo di Oaktree? "Con il cambio di proprietà lo scenario cambia, e cambia in maniera sostanziale: di fatto bisognerà capire se la nuova proprietà vorrà continuare nel percorso tracciato dalla vecchia; è un’incognita".
La scadenza sulla prelazione dell'area: "Rimane la prelazione sull’area, che scadrà a gennaio 2025 e che immagino non sia stata solo strette di mano e pacche sulle spalle, ma anche soldini investiti; soldini che la società, non dovesse far valere la prelazione, normalmente perderà".
Su San Siro: "Bisognerà, dunque, capire l’entità di questa cifra e che cosa WeBuild presenterà: siamo tutti curiosi del progetto che sottoporranno a Inter e Milan per convincerle a ristrutturare San Siro”.
Su Steven Zhang: “Durante le interlocuzioni con l’Inter si è sempre dato per scontato che gli Zhang estinguessero il debito con Oaktree, l’argomento del cambio di proprietà non è mai stato trattato, lo abbiamo appreso tutti il 21 di maggio con stupore e meraviglia perché si credeva che il gruppo Suning quel debito potesse ripianarlo, ridiscuterlo o addirittura saldarlo attraverso un altro fondo. Si è sempre lavorato pensando si andasse avanti con Suning".
Sui contatti avuti con l'Inter: "Io dell’Inter non ho più sentito nessuno da quando mi avevano correttamente avvisato sul rinnovo della prelazione. Era comunque uno scenario possibile, e si è verificato".
La volontà della nuova società: "Personalmente non mi ha infastidito, certo è che la volontà della nuova proprietà è un punto di domanda: non ho la più pallida idea se vorranno accelerare sullo stadio a Rozzano o far decadere il tutto per situazioni meno onerose. Bisognerà anche capire, lo dico anche da tifoso, se vorranno mantenere lo stesso management oppure no”.
L'interesse di Rozzano: “Continuiamo a pensare che sia un’opera che possa fare del bene alla nostra città, in termini di immagine, indotto, posti di lavoro e servizi: essendo un’opera sovracomunale si potrebbero poi richiedere, per esempio, un prolungamento della metropolitana e un adeguamento della viabilità".
Il possibile restauro di San Siro: "L’interesse dell’Inter è testimoniato dal rinnovo della prelazione, certo molto dipenderà dal progetto di WeBuild: la mia idea è che se dovessero garantire alle due squadre una presenza di tifosi abbastanza importante durante la ristrutturazione, costi molto più bassi rispetto alla costruzione di un nuovo impianto e l’ottenimento della parte hospitality nelle percentuali che i club si aspettano, non ci sarà spazio per nessun’altra alternativa. È una bella lotta, d’altronde se si sono presi fino al 30 giugno significa che anche i club sono interessati a valutare questa opzione”.
I cittadini contrari al nuovo stadio: “Mi sono ricandidato alle prossime elezioni e sono convinto che il nostro mandato verrà rinnovato. Certo, non dovesse essere così, ci troveremmo davanti a una giunta i cui elementi già più volte hanno manifestato la loro contrarietà allo stadio, che vedono come fumo negli occhi. Ai miei concittadini e ai comitati del No che sorgono come funghi davanti all’ipotesi di grandi opere, io ricordo sempre che quella è un’area privata i cui diritti edificatori risalgono al 1993. Lo scorso anno, durante la realizzazione del PGT, si è palesata l’Inter con il progetto dello stadio; se non dovessero costruirlo, farebbe comunque fede il progetto che a suo tempo la proprietà del terreno aveva presentato, ossia quello che vede la costruzione di palazzine, uffici, strutture dedicate al terziario. L’opzione area verde non c’è mai stata, la scelta era fra due tipi di edificazione”.