Vlahovic si racconta: "Io come Ibrahimovic? I paragoni non mi sono mai piaciuti"

Vlahovic festeggia uno dei tre gol segnati al Benevento
Vlahovic festeggia uno dei tre gol segnati al Benevento / Soccrates Images/Getty Images
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Grazie ai suoi gol, Dusan Vlahovic sta trascinando la Fiorentina verso una salvezza tranquilla. Con Prandelli, l'attaccante serbo sembra aver trovato la sua consacrazione e, con l'estate alle porte, sono molte le squadre interessate al suo cartellino. Il giocatore classe 2000 ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, toccando diversi temi.

FIORENTINA – «Senza compagni io non sono niente. In campo, da solo, non potrei fare molto: c’è la squadra ed io sono parte di questo gruppo. Fare centro è bellissimo, ma solo quando la Fiorentina vince. Ho segnato anche contro la Samp quest’anno, ma non è servito a nulla. E’ vero, ho appena realizzato una tripletta ma ora non conta più: si deve guardare avanti».

IL PARAGONE CON IBRAHIMOVIC – «I paragoni a me non sono mai piaciuti. Sia chiaro, è un onore essere accostati ad un campione come Zlatan, ti dà anche una buona dose di responsabilità, ma un ragazzo deve sempre mantenere il suo equilibrio, perché c’è anche il rischio di bruciarsi».

E IL FUTURO? – «Ho un contratto con la Fiorentina fino al 2023. A Firenze sto benissimo, mi amano. Sono arrivato ragazzino e mi ritrovo uomo. Ci sarà tempo e modo, più avanti, di parlare. In questo momento io sono concentrato sulle 11 finali che ci aspettano».

IL RAPPORTO CON COMMISSO – «Vogliamo fare punti anche per il presidente. Si, è vero, ci siamo sentiti. Ha una passione incredibile per il pallone. Poi non ho dimenticato che dopo aver palleggiato con lui, ho cominciato a segnare con continuità».

FIORENTINA-MILAN – «Il calcio che gioca il Milan è sotto gli occhi di tutti, ma sono queste le partite più affascinanti. Non vediamo l’ora e, soprattutto, non abbassiamo la guardia. Io non sarò distratto da nulla. Il passato, tripletta inclusa, non conta più, bisogna guardare in avanti, pensando solo a migliorare. E adesso, l’unica cosa che conta è fare bene domenica. Ne siamo consapevoli tutti».

PIOLI – «Un grandissimo allenatore, a cui auguro di arrivare sempre più lontano possibile in Europa League, anche in campionato ha fatto vedere cose egregie, non è un caso che sia in corsa per lo Scudetto. Ma è anche una persona di altissimo spessore umano. Quando sono arrivato a Firenze era successa da poco la tragedia di Davide. Pioli stava con noi giocatori, era come un padre. Mi ha regalato la gioia dell’esordio in A, benché non fossi pronto. Per tutto questo posso solo ringraziarlo».

I MERITI DI PRANDELLI – «Devo tutto a lui e alla fiducia che la società mi ha riservato. Mi ha dato fiducia in un momento che per me era complicato: spero di contribuire a portare più punti possibili».

Cesare Prandelli
Da quando Prandelli è allenatore, le prestazioni di Vlahovic sono nettamente migliorate / Danilo Di Giovanni/Getty Images

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