Inzaghi spiega la scelta di non andare in ritiro ma non scioglie i dubbi su Cuadrado
Non sarà decisiva per lo Scudetto, ma nel Derby d'Italia di domani sera l'Inter ha l'opportunità di compiere la prima fuga stagionale. Per riuscirci però servirà il colpaccio: ossia espugnare l'Allianz Stadium battendo una Juventus reduce da 5 vittorie di fila. Alla vigilia del big match, Simone Inzaghi ha parlato così in conferenza stampa (fonte: TMW).
Domani si sfidano le due migliori difese e le due squadre che hanno mandato a segno più difensori. Quali tratti in comune ci sono?
"Domani sarà una grande partita, in uno stadio pieno: prima contro seconda, sappiamo tutti che significato ha Juve-Inter e sarà una gara importante per entrambe le squadre. Stanno facendo punti entrambe, hanno moduli simili e dovremo fare bene i duelli individuali".
Si aspettava la Juve così vicina?
"Assolutamente sì, chiaramente la Juventus ha un allenatore come Allegri ed è un'ottima squadra. Vuole sempre vincere, come l'Inter del resto: ha grandissime ambizioni e quest'anno ha più tempo per preparare le partite, sappiamo tutti che è un grandissimo vantaggio. Noi non ci nascondiamo, ci assumiamo le nostre responsabilità ed è uno stimolo per migliorarci ogni giorno. Ci sono dei momenti in cui dicono che la squadra da battere è l'Inter e altri in cui dicono che ci siamo indeboliti, ma dipende sempre dai risultati".
Come sta Cuadrado?
"Non ci saranno Bastoni e Pavard, Cuadrado e Sanchez sono da valutare oggi. Sanchez è rientrato ieri dalla Nazionale con una leggera distorsione alla caviglia: ieri non ha fatto allenamento, mentre Cuadrado ha fatto ieri primo allenamento completo. È un grandissimo giocatore, che finora ha avuto un problema al tendine mai avuto in carriera. Ci ha penalizzati, valuteremo dopo l'allenamento di oggi".
Dove nasce la scelta di non fare il ritiro?
"Io parto dal presupposto che ho dei grandissimi giocatori, molto responsabili, che hanno giocato tantissime partite di questa importanza. Per quanto riguarda il ritiro, ho tantissimi giocatori che sono rientrati ieri e sono stati fuori con le nazionali: mi è sembrato giusto, visto che la prossima settimana avremo tre trasferte, di lasciarli il più possibile con le loro famiglie".
Quanto conta fare bene domani?
"Tantissimo, ma non considero quella di domani una partita decisiva. Sarà importante, ma sappiamo tutti che domani si arriva a un terzo del campionato: ci saranno tantissime partite dopo e sappiamo tutti cosa significa Juve-Inter".
Ma cosa significherebbe a livello psicologico imporre la partita?
"Noi cercheremo di fare il nostro calcio, sappiamo di avere di fronte una squadra compatta, che si difende molto bene, che ha tanti campioni e che può risolvere la partita da un momento all'altro. Dovremo avere tantissima concentrazione nei 90 minuti, sappiamo quanto è difficile affrontare la Juventus".
Ha un bilancio molto positivo con Allegri in coppa e meno buono in campionato. Come mai?
"Sono tutte partite particolari: con la Juventus negli ultimi anni abbiamo vinto tanto, soprattutto le finali di due anni fa e la semifinale dell'anno scorso, che ci ha portato a vincere un trofeo. In campionato l'anno scorso abbiamo rimediato due sconfitte, diverse tra di loro: a Torino in campionato il primo tempo la mia Inter fece un'ottima partita, dove non riuscimmo a concretizzare occasioni importanti. Poi nel secondo tempo abbiamo perso distanze e concentrazioni: ci abbiamo lavorato in questi pochi giorni, ne abbiamo avuti pochi noi come loro".
Firmerebbe per il pareggio?
"No, non si firma mai per il pareggio, se non in una gara di ritorno dopo aver vinto l'andata. Noi andremo lì consci delle difficoltà che ci saranno e del percorso che abbiamo fatto in trasferta. Sappiamo che da qui al 23 dicembre avremo otto partite: le prossime quattro in campionato saranno contro le prime tre dello scorso anno, tra l'altro tutte e tre in trasferta, con in mezzo due partite di Champions molto impegnative".
Allegri ha più tempo per preparare le partite, senza coppe. Ma lei farebbe mai a cambio?
"Beh, no chiaramente. Ma penso che anche la Juventus e Allegri vogliano giocare le coppe europee: è arrivata questa esclusione e però in campionato ne avranno un vantaggio. Lo abbiamo visto nelle prime quattro giornate: con una settimana a disposizione la gara si prepara in altro modo".
Come ha ritrovato gli azzurri tornati dalla Nazionale e Lautaro?
"Li ho trovati abbastanza bene, diciamo che si torna stanchi, ma non è un fatto di impegno fisico e minutaggio: sono provati mentalmente, dal giocare sfide da dentro o fuori. Li ho trovati bene, contenti del passaggio, purtroppo senza Bastoni. Lautaro è contento, è tornato con una vittoria, come Sommer e Thuram. Un po' meno bene mentalmente Sanchez e Carlos, perché hanno perso ma non era un dentro o fuori".
I giocatori dell'Inter hanno percorso in aereo più chilometri e giocato meno minuti di quelli della Juve. Come si aiutano i giocatori a superare questa stanchezza?
"Bisogna cercare di farli recuperare nel modo migliore, questa volta giocando di domenica insieme allo staff abbiamo dato un giorno libero in più, a parte ai sudamericani. Bisogna cercare di far recuperare energie fisiche e mentali: non contano tanto i minuti, ma l'importanza delle partite. Il recupero è la prima cosa, poi se arrivano felici tanto meglio".
Ieri ha rinnovato Marotta, come la vivete voi all'interno dello spogliatoio?
"Non so ancora se siano ufficiali, in serata non ho visto i miei dirigenti ma sarei contento per loro, se lo meritano, e per l'Inter: è un grandissimo segnale da parte del presidente con la conferma di questi grandissimi dirigenti".
Si aspetta Locatelli in campo e Rabiot su Barella?
"Non so cosa succederà, lo chiederete ad Allegri".
Allegri sta giocando a nascondino?
"Io rischio di diventare ripetitivo, non partecipo a griglie e non nascondo l'ambizione che ha l'Inter. Sappiamo che sarà un percorso lungo: noi dobbiamo guardare la prossima, senza guardare più in là. Noi speriamo di fare più partite possibili, come è stato negli ultimi anni".
Avete subito meno della Juventus, giocando in maniera più offensiva. È quella dell'Inter la miglior proposta calcistica della Serie A finora?
"Non sta a me giudicare. Ci sono dei commenti, a volte buoni e altre meno buoni, spesso influenzati dalla partita che si andrà a fare. Stiamo lavorando bene, dagli attaccanti alla difesa: siamo quasi a un terzo della stagione e stiamo dando grande solidità".
Calhanoglu è un calciatore unico in quella posizione di campo, dove è migliorato negli ultimi mesi?
"Sta avendo un grandissimo percorso. La prima volta che l'ho visto giocare davvero e ho pensato quanto fosse forte era in un 4-2-3-1 nel Milan, io allenavo la Lazio e lui faceva l'esterno d'attacco. Mi fece pensare che era tanto forte, poi negli anni lo abbiamo preso per fare la mezzala: l'anno scorso c'è stata queste esigenza e lo abbiamo provato da regista. A parere mio ci poteva giocare, lo ha fatto per un periodo prolungato e mi ha dato tantissime certezze: gli piace tantissimo giocare lì".
In campionato a Torino avete vinto quando meritavate di perdere e perso quando meritavate di vincere. Cosa si apprende?
"La lettura credo sia giusta, fare delle previsioni su come sarà la partita non è sempre semplicissimo: ci saranno momenti in cui l'Inter dovrà essere più aggressiva e altri in cui dovrà soffrire. Ho chiesto grandissima attenzione, perché giochiamo contro una squadra che ha giocatori forti fisicamente e tecnicamente".