Ipotesi falso in bilancio: i rischi per il Napoli e la posizione di Giuntoli
Trova ovviamente spazio sui quotidiani di oggi la situazione legata al Napoli e alla chiusura delle indagini, da parte della Procura di Roma, sull'affare Osimhen: l'accusa mossa ad Aurelio De Laurentiis, patron azzurro, è quella di falso in bilancio per la presenze di contropartite per 21 milioni (nella trattativa col Lille) il cui valore sarebbe stato diverso (ben inferiore) rispetto a quello poi registrato.
Affare Osimhen: i rischi per il Napoli
De Laurentiis sarà ascoltato dai PM e l'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport si sofferma sui rischi per il club partenopeo, soffermandosi ovviamente sui potenziali risvolti sportivi. Il timore è che si ripeta quanto accaduto con la Juventus, nell'ambito dell'inchiesta Prisma che ha condotto ai 10 punti di penalizzazione (e all'esclusione successiva dalle coppe europee per un anno).
Il distinguo importante da fare in questo caso riguarda il pronunciamento del Tribunale Federale, in data 15 aprile 2022: proscioglimento del club e dei dirigenti, con successivo ricorso respinto dalla Corte d'Appello (presentato da Chiné). La situazione potrebbe cambiare in presenza di "fatti nuovi la cui conoscenza avrebbe comportato una diversa pronuncia", come previsto dal Codice di Giustizia Sportiva.
Chiné potrà dunque verificare la presenza di novità rilevanti in tal senso, arrivando a chiedere la revocazione di quanto stabilito e obbligando così il Napoli e i dirigenti azzurri a sottoporsi nuovamente alla Corte d'Appello. A quel punto il rischio sarebbe anche quello di una penalizzazione sportiva.
La posizione di Giuntoli
Anche l'edizione odierna di Tuttosport si sofferma sulla questione e la con riferimento a Cristiano Giuntoli, ex dirigente azzurro oggi alla Juventus. Giuntoli non risulta coinvolto dall'indagine (che coinvolge invece De Laurentiis, la moglie, i figli e l'AD Chiavelli). Il nome dell'attuale dirigente bianconero inoltre, spiega il quotidiano, non figura sui contratti dei trasferimenti oggetto d'indagine: solo Chiavelli e De Laurentiis avevano diritto di firma.