L'Italia alla conquista d'Europa. Come è successo?
Sembrava una stagione normale ai nastri di partenza. Milan, Inter, Napoli e Juventus impegnate in ostici gironi di Champions League, con giganti da superare per andare avanti nella fase a gruppi ed eliminatoria; Roma e Lazio in Europa League con la stessa preoccupazione, e Fiorentina in Conference League, con un sogno realizzabile, ma un percorso lungo e tortuoso da affrontare.
9 mesi dopo è cambiato tutto. È cambiata la concezione che si aveva di quelle squadre a inizio stagione, è cambiata la consapevolezza degli stessi protagonisti, il coraggio con cui affrontare partite inedite. Inter, Roma e Fiorentina sono in Finale di Champions, Europa e Conference League. Milan (Champions) e Juventus (Europa League) si sono fermate in Semifinale, il Napoli ai Quarti (Champions) e la Lazio agli Ottavi (Conference).
Percorsi diversi, tutti a loro modo esaltanti, con i quali le squadre di Inzaghi, Mourinho e Italiano, si sono prese l'ultimo atto delle rispettive coppe europee. Tre città diverse con una cosa in comune, l'allenatore: ognuno degli allenatori in questione si è seduto in panchina all'inizio della scorsa stagione.
Inter - 13 anni dopo
Da Mourinho nel 2010 a Inzaghi nel 2023. Insospettabile il percorso dell'Inter, sopratutto se guardiamo al corrispettivo in Serie A. Dell'alternanza di prestazioni abbiamo però parlato a lungo in altri articoli. Come si arriva a vincere tutti questi scontri diretti? Come si superano notti di Champions League così complicate?
Il percorso nerazzurro parte da lontano. Forse dal primo anno di Conte, dalla Finale di Europa League raggiunta e persa contro il Siviglia, passa dallo Scudetto, dalle Finali di Coppa Italia e Supercoppa vinte, dall'abitudine a giocare turni da dentro o fuori per un gruppo qualitativamente forte e forse troppo spesso sottovalutato. Se prendiamo proprio quella finale, possiamo notare delle colonne portanti di quella squadra che disputeranno la sfida più importante della loro carriera tre anni dopo.
Formazione Inter vs Siviglia (2020), 3-5-2: Handanovic; Godin (90' Candreva), De Vrij, Bastoni; D'Ambrosio (78' Moses), Barella, Brozovic, Gagliardini (78' Eriksen), Young; Lukaku, Lautaro Martinez (78' Sanchez). All. Conte
Handanovic, che siederà in panchina con De Vrij, Gagliardini e D'Ambrosio, poi Bastoni, Barella, Brozovic, Lautaro Martinez e Lukaku. In più c'è André Onana tra i pali, Darmian e Acerbi in difesa, con Dumfries a destra e Dimarco (o Gosens a sinistra); in mediana si aggiungono Mkhitaryan e Calhanoglu e in avanti Dzeko. Giocatori forti, di qualità e, in diversi casi, con maturata esperienza europea. Un'Inter più forte e con più fame ha alzato il proprio livello nella stagione corrente raggiungendo vette che si potevano soltanto sognare. 9 mesi dopo il sogno di Istanbul è diventato realtà, le vittime sono Viktoria Plzen, Barcellona, Porto, Benfica, Milan e, sperano tutti i nerazzurri, anche Manchester City.
Roma - 32 anni dopo
32 anni dopo l'ultima Finale di Coppa Uefa persa dalla Roma, un anno dopo l'ultima Finale europea vinta dalla Roma. José Mourinho l'ha fatto di nuovo. Dopo un percorso non troppo convincente in campionato, frenato nel finale da una sequenza di infortuni decisiva, l'allenatore portoghese ha impennato nuovamente i battiti dei tifosi giallorossi, alla sua maniera. Una Roma sana e forte ha spazzato via Salisburgo e Real Sociedad nei primi due turni a eliminazione diretta; la stessa squadra, affaticata e incerottata, ha superato Feyenoord e Bayer Leverkusen nelle ultime quattro gare prima della Finale.
Con il cambio di proprietà i tifosi capitolini speravano in un'inversione di tendenza. I Friedkin hanno portato Mourinho, e lui ha fatto il resto. Giocare due Finali europee consecutive è un evento che a Roma, o più in generale in Italia, appare quasi innarturale. E dunque dopo Tirana, ecco Budapest, a tenere con il fiato sospeso una città per poco più di 10 giorni.
La rosa, essendo passato circa un anno, è più o meno la stessa. L'undici titolare avrà invece qualche modifica.
Formazione Roma vs Feyenoord (2022), 3-4-2-1: Rui Patricio; Mancini, Smalling, Ibañez; Karsdorp (44' st Viña), Cristante, Mkhitaryan (17' pt Sérgio Oliveira), Zalewski (22' st Spinazzola); Pellegrini; Zaniolo (22' st Veretout); Abraham (44' st Shomurodov) All. Mourinho
Mourinho non perde le finali europee, il Siviglia nemmeno. È per questo che in Ungheria andrà forse in scena una delle ultime gare più equilibrate di sempre. La difesa, con Smalling recuperato, sarà senza alcun dubbio quella dell'anno scorso. Da capire invece le condizioni di Leonardo Spinazzola, con uno tra Celik e Zalewski che opererà a destra (o entrambi su due fasce diverse). In mediana gli inamovibili Cristante-Matic, con Pellegrini e Paulo Dybala a galleggiare dietro Abraham. Questo l'undici tipo dei giallorossi, con una panchina che rispetto alla stagione passata potrà aiutare un po' di più: Bove, Wijnaldum, El Shaarawy e Belotti scalpitano.
Fiorentina - 33 anni dopo
L'allenatore doveva essere Gennaro Gattuso, invece, dopo la prima delusione della stagione, al Franchi si è seduto in panchina l'uomo che ne avrebbe cambiato il futuro prossimo. Vincenzo Italiano ha riportato la Fiorentina in Europa sette anni dopo l'ultima volta e già sembrava un evento fuori dal comune. Ha dato un'identità definita tirando fuori più qualità di quelle che ci si aspettava dal suo gruppo squadra.
Ha formato calciatori con potenziale, esportando il modello fiorentino in Italia e in Conference League. In patria, a una stagione dimenticabile in campionato, ha alternato una Finale di Coppa Italia che mancava da 9 anni e che disputerà a breve contro l'Inter. In Europa si è preso la scena superando (da secondo) il proprio girone di Europa League per poi spazzare via ogni avversaria sul suo percorso.
La viola è tornata e giocherà una Finale europea 33 anni dopo l'ultima volta, quando scendeva in campo per l'ultimo doppio atto di Coppa Uefa nella stagione 1989-90. Per ritrovare una stagione così, con due finali nello stesso anno, occorre riportare il calendario indietro agli anni 60, quando Kurt Hamrin trionfava in Coppa Italia e Coppa delle Coppe (1961) o in Coppa Italia e Coppa Mitropa (1965).
Il percorso è di quelli da incorniciare. Firenze è in attesa di un doppio evento che spera cambi per sempre le ambizioni viola. Riuscirà Vincenzo Italiano, dopo aver lasciato a casa Braga, Sivasspor, Lech Poznan e Basilea, a laurearsi Campione?