Bonucci: "Il fuoriclasse dell'Italia è il gruppo. Mancini come Conte. Allegri alla Juve? Giusto il ritorno"
Leonardo Bonucci, difensore della Nazionale e anche della Juventus, è intervenuto in conferenza stampa affrontando vari temi. Il centrale, dall'alto delle sue oltre 100 presenze in azzurro, ha parlato del gruppo, di Mancini ma ha toccato anche temi juventini. Ecco le sue parole riprese da calciomercato.com.
Mercato?
"L'abbiamo attesa tanto, finalmente è arrivata. Il comportamento di questa squadra è sempre stato esemplare, è il bello di questo gruppo, l'unione e il rispetto che ci sono. Il mercato ci sarà sempre, ma ho visto i diretti interessati concentrati sulla Nazionale e sugli Europei. Ovvio che piacerebbe a tutti con le cose sistemate, ma potrebbe non succedere. Però siamo professionisti, anche i giovani che sono cresciuti moltissimo. La cosa non mi preoccupa".
Obiettivi?
"Abbiamo intrapreso una strada con Mancini, lo si è visto anche nell'ultima amichevole, impostare il gioco dal basso. Davanti ci sono Nazionali che hanno vinto tutto ma ci siamo: vogliamo lottare, il modo di giocare è ben impresso nei ragazzi. Serviranno tranquillità e spensieratezza, per chi ha meno esperienza non sarà facile ma vogliamo aiutarli. E giocare a Roma col pubblico, finalmente, è importante: ringraziamo chi ha spinto per far sì che Roma fosse presente, che gli italiani potessero esserci. Ce la metteremo tutta: mi rassicura l'entusiasmo, quando c'è stato in Nazionale abbiamo ottenuto risultati importanti".
Non ci sono fuoriclasse?
"Il fuoriclasse è il gruppo. Non abbiamo singoli come Cristiano Ronaldo, Lukaku, giocatori che hanno segnato tanto e svoltano la gara in una giocata. Però il gruppo qui ha sempre fatto la differenza, è questo che deve risaltare: dobbiamo crescere come squadra, combattere per l'Italia e per gli italiani. Dopo una parentesi così nera come il Mondiale 2018, vogliamo riportare l'Italia dove merita".
Valore della Nazionale?
"Non abbiamo avuto modo di confrontarci con Nazionali di alto livello, ma abbiamo sfidato Nazionali con un'idea di gioco precisa. E lì abbiamo imposto noi il nostro gioco. E' un bel biglietto da visita per l'Europeo, il progetto sta prendendo sempre più forma. Ci sono gare dove dovremo soffrire, ma sappiamo farlo. Negli Europei, in una competizione così corta, ci sono anche altri valori che inficiano sul risultato finale. Il gruppo è sano, c'è entusiasmo, ci sono talenti, giovani, esperienza. C'è il giusto mix, mister e Presidente hanno fatto un grande lavoro. Quando sono entrato qui lunedì ho respirato un'aria positiva e dobbiamo portarcela avanti fino all'ultimo giorno degli Europei, speriamo".
Non ci sono polemiche?
"Ci sono stati tanti elogi in questi due anni, non ultimi quelli contro la Repubblica Ceca. Per fortuna le polemiche, per la prima volta da quando sono in Nazionale, non ci sono. E questo permette di lavorare più facilmente. La forza del gruppo però è l'unione e quando ci sono questi valori in un gruppo, fare un percorso preciso è più facile".
Gli otto clean sheet consecutivi?
"Quando non si prende gol, il merito non è solo dei difensori: puoi averli tra i più forti al mondo, ma se non c'è lavoro di squadra, il muro cade. In queste partite disputate, oltre a proporre gioco, c'è anche un lavoro sporco da parte di tutti. Ci auguriamo di mantenere questo trend agli Europei, significherebbe fare un percorso netto, preciso. E poi vincere 1-0 fa sempre piacere...".
La Turchia e Demiral?
"Meritano rispetto. Hanno dimostrato contro la Francia di essere solidi, di saper quello che vogliono. Hanno talento, da Calhanoglu a Under, da Demiral a Yilmaz che ha portato il Lille a vincere la Ligue 1. Sono una squadra interessante, in crescita, ci sarà da fare un grande lavoro di squadra. Ho parlato con Hakan e Merih, li ho visti carichi: sono due amici, ci sentiamo spesso, abbiamo riso e parlato. Merih ha detto che non mi farà fare gol...".
Il ritorno del pubblico?
"E' un altro sport. Giocare con i tifosi, con la parte passionale del calcio, con chi ti spinge e aiuta, è tutta un'altra cosa. Finalmente torneremo nello stadio con tanti tifosi. Sono sicuro che sarà tutta un'altra atmosfera e speriamo di dare gioie ai nostri tifosi".
Riscatto personale?
"Non vedevo l'ora di tornare, farlo mi ha dato entusiasmo: a Torino abbiamo fatto fatica a mantenerlo per i risultati che sono arrivati e non arrivati. Abbiamo però portato a casa gli obiettivi minimi, due trofei e la qualificazione Champions. Ci sono stati problemi come possono capitare a tutti, ma va dato a Pirlo merito di aver gestito tanti campioni nello spogliatoio. Tornare qui mi ha fatto sentire giovane, con entusiasmo e voglia. Per me dopo il Covid, l'ultimo mese e mezzo è stato difficile, ma mi sono risentito di nuovo me stesso in questa settimana. Se mi sento me stesso, posso dare il mio contributo".
Allegri alla Juve?
"E' stata la scelta giusta. Una volta tolto l'incarico a Pirlo, è stato giusto scegliere un allenatore con grandissima esperienza, che conosce la Juve e che ci aiuterà nella gestione e nell'arrivare agli obiettivi che un club come la Juve si prefigge ogni anno".
Conte e Mancini?
"Come motivatore carismatico, Conte è il migliore al mondo: sopperiva a carenze tecniche che avevamo. Con Mancini abbiamo ritrovato entusiasmo, spensieratezza, talento. Sono due tecnici diversi, che hanno dimostrato di essere i numeri uno. Nel 2016 sono stati dei grandi Europei anche se si sono conclusi ai quarti, come ha detto Conte, auguro a Mancini di fare meglio ancora...".
Kean?
"Sono scelte del mister. Qui non c'è mai stato nessuno fuori dal coro. Tutti si sono comportati in maniera egregia, credo sia stata una scelta tecnica. Nessuno in questo gruppo ha mai mancato rispetto a regole e persone. forse per la prima volta non c'è stato nessuno che è andato fuori dalle righe. Conosco Kean da diversi anni, alterna momenti in cui sembra il migliore del mondo ad alcuni in cui vive il suo mondo ma per il resto, durante il ritiro sardo, è stato pronto a mettersi in gioco".
Come stai?
"Avverto ancora un po' di fastidio, ma non sarà questo a mettermi fuori. Però non lo nego, ho avuto paura dopo lo scontro".
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