Italia, da passerella a passo falso: cosa non ha funzionato?
La prima uscita ufficiale da Campioni d'Europa, in tanti, se l'aspettavano diversamente. Dopo le settimane di distanza dalla magica notte di Wembley, l'Italia torna in campo davanti al suo pubblico per la sfida contro la Bulgaria, nell'ennesima tappa del percorso che conduce al Mondiale in programma nel 2022 in Qatar.
Al Franchi di Firenze in tanti pregustavano una passerella degli Azzurri con la nuova patch sulla maglia. Ma questa, alla fine, si è trasformato in un passo falso che non fa altro che fa risuonare un campanello dall'allarme e aumentare considerevolmente l'importanza del prossimo impegno contro la Svizzera. La Bulgaria, 75° nel ranking Fifa, ha resistito e colpito quando ne ha avuto l'occasione, sfruttando in contropiede quell'importante dose di cinismo che invece è mancato a Immobile e compagni nella notte di Firenze.
L'Italia ha tenuto in mano il pallino del gioco, ma le imprecisioni sono state tante: in difesa, dove spicca la leggerezza di Florenzi nell'1-1 bulgaro; a centrocampo, dove la palla ha girato meno velocemente rispetto al recente passato; in attacco, dove Immobile e Insigne non sono riusciti a pungere. E dove il solito Chiesa, autore del gol che ha spaccato il match, ha lanciato segnali incoraggianti. La maledizione del “dopo apoteosi” continua: dopo la coppa vinta, la prima partita è una sofferenza. È successo a Bearzot nel 1982, poi a Donadoni nel 2006 fino ad arrivare a Mancini. A Basilea, adesso, serve la svolta.