L'Italia rimette (la) Chiesa al centro del villaggio
Sapevamo che la gara contro la Spagna non sarebbe stata affatto facile. Sebbene siano ormai lontani dai fasti del Tiki Taka, le Furie Rosse rimangono una squadra ostica da affrontare, e ieri sera l'Italia ha avuto l'occasione di sperimentarlo.
La Roja ha tenuto il pallino del gioco per quasi tutta la gara, dimostrandosi pericolosa in più di un'occasione e al 59' la tensione nei salotti e nelle piazze italiane si poteva tagliare con un coltello. Le gocce di sudore che ci scendevano dalla fronte erano simili a quelle che sgorgavano dalle nostre birre che iniziavano a riscaldarsi.
Verso l'ora di gioco, la Spagna attacca con insistenza sulla fascia e quando Donnarumma blocca un cross di Jordi Alba, tiriamo un sospiro di sollievo, finalmente possiamo rifiatare. Il portiere decide però di far ripartire la squadra in contropiede e serve Verratti. Il centrocampista del PSG la passa a Insigne che a sua volta cerca di pescare Immobile. La punta della Lazio viene fermata dall'intervento di Laporte, ma la palla finisce sui piedi di Federico Chiesa. Il 14 punta i centrali iberici, si sposta la sfera e calcia a giro sul secondo palo: gol.
L'ansia e la tensione si sono trasformate in gioia incontenibile in pochi secondi. E fa niente se poi la Spagna è riuscita a pareggiare, portando la sfida prima ai supplementari e poi ai rigori. Il gol di Chiesa dimostra la capacità dell'Italia di saper soffrire in silenzio e di sfruttare ogni occasione.
La rete messa a segno ieri sera rappresenta un po' il percorso di Chiesa a questo Euro 2020. Lui che ha iniziato il torneo da panchinaro di lusso, che veniva considerato un giocatore da impiegare a gara in corso come arma segreta, con il passare delle gare ha saputo riprendersi il posto da titolare. Non solo, è come se man mano che le partite diventavano più importanti, il rendimento di Chiesa crescesse. Della serie: quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare.
All'Europeo Chiesa sembra essersi definitivamente consacrato a livello internazionale, facendo cambiare idea sul suo conto anche ai più scettici. Quando l'anno scorso è arrivato alla Juventus, molti storcevano il naso davanti a quei 60 milioni spesi per strapparlo alla Fiorentina. Alla fine era un ragazzo ancora giovane, senza grande esperienza e nemmeno in pianta stabile nel giro della Nazionale, con quella cifra prendi un calciatore già pronto.
L'impatto con il mondo bianconero è stato per certi aspetti simile con quello a Euro 2020. Le prime partite, Chiesa le ha giocate partendo dalla panchina, regalando giocate sopraffine, ma mostrando ancora qualche segno di immaturità calcistica. Pian piano ha saputo però smussare i punti deboli del suo carattere e al suo talento cristallino ha iniziato ad accompagnare una continuità mentale da grande giocatore. L'apice del primo anno di Chiesa alla Juventus è stato sicuramente il gol contro l'Atalanta che ha deciso la finale di Coppa Italia. In quel momento, l'ala azzurra si è imposta definitivamente come punto di riferimento della Juventus, come suo trascinatore.
Tra Juve e Nazionale, il 2020/21 ha segnato l'arrivo di Chiesa nel grande calcio. In entrambe le esperienze, la crescita del giocatore è stata costante e graduale, ma ad oggi possiamo dire che l'esterno classe '97 è sicuramente uno degli italiani più forti al mondo.
Domenica sera l'Italia è chiamata all'ultimo grande passo: la finale di Euro 2020. Non sappiamo ancora quale sarà la nostra avversaria, ma con un Chiesa così partiamo già fiduciosi.