Italiano si racconta: "Europa sogno da coltivare. Vlahovic? Impossibile toglierlo"
La stagione positiva della Fiorentina, una novità rispetto ad annate deludenti e segnate da una classifica deficitaria, porta senz'altro la firma principale di Vincenzo Italiano, tecnico arrivato in estate dopo l'addio immediato di Gattuso e capace di rilanciare i viola sul piano del gioco e dei risultati. Lo stesso Italiano, a La Repubblica, si è soffermato sull'annata viola e su altri aspetti della propria vita da tecnico. Queste le sue parole:
"Questa Fiorentina respira. Siamo in una posizione tranquilla. Non vedere più il mondo dal basso aiuta, ci allontana da qualcosa che non ci appartiene. Lavorare a Firenze è speciale, il calcio è vita e calore e il fatto che i nostri tifosi sognino mi dà stimoli. Siamo partiti per riavvicinarli e farli divertire, il pensiero ora è l’Europa, non come ossessione, ma come un sogno da coltivare".
Su Prandelli e Malesani, suoi maestri: "Sono stati capaci di tirarmi fuori cose che io non sapevo di avere. Questo mi ha sorpreso. Mi sono chiesto: come hanno fatto ad accendermi il fuoco? Come si possono vedere cose che stanno dentro e che ancora non sono venute fuori? Così ho iniziato a prendere appunti, a segnarmi sui quaderni i loro discorsi motivazionali, le difficoltà che trovavo, gli allenamenti, i carichi di lavoro. Tutto. Ho ancora quei fogli".
Sul giocatore che sognerebbe: "Il giocatore che vorrei avere? Sergio Busquets del Barcellona perché ha detto: la mia partita perfetta è quando non faccio nemmeno un errore".
Sul turnover: "Credo nei ricambi, in chi ha voglia e ha fame, in chi in allenamento dà prova di essere in forma. Non ho preclusioni, tutti devono essere stimolati, sentirsi arrivati non aiuta. Faccio eccezione sul portiere, dove una gerarchia c’è, anche se modificabile, in Coppa Italia ho sempre alternato Dragowski a Terracciano, appunto per farlo giocare. Non alternavo Vlahovic? Come si fa con uno come lui che la butta sempre dentro?".
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