Juve, Dybala guarda avanti: "Non pensavo che il calcio potesse mancarmi così tanto: ho bisogno di tornare in campo"
Protagonista di un'intervista video pubblicata da Adidas, Paulo Dybala, attaccante della Juventus, racconta la sua lontananza dal campo ai tempi del Covid-19: "Non pensavo che il calcio mi potesse mancare così tanto, giocare e fare allenamenti. Ho bisogno di tornare a giocare, di vedere i miei compagni, gli amici e toccare il pallone. A casa gioco, ma non è la stessa cosa. Ho bisogno di mettermi gli scarpini, correre e fare gol… Come dico sempre, quando hai una passione, fai di tutto. E' passato troppo tempo senza allenamenti. Non sappiamo ancora esattamente quando potremo tornare, questa non è come una vacanza, dove sai già per quanto tempo resterai fermo e sai che l’unica cosa che devi fare è rilassarti e mantenere un po’ la forma. A casa mi alleno da quando mi hanno dato la possibilità di farlo, con gli attrezzi. Non sappiamo quando ricominceranno gli allenamenti. Stare isolati a casa per così tanto tempo mi ha fatto provare nuove sensazioni e abitudini, ho trovato una passione nello yoga. Mi aiuta moltissimo” racconta l'argentino.
LINGUE - “Ho tanti compagni brasiliani e grazie a loro ho imparato un po’ il portoghese, anche se loro imparano più facilmente lo spagnolo. Ci sono Douglas Costa, Alex Sandro, Danilo, ma ho giocato anche con Dani Alves, Neto, poi Ronaldo e Cancelo. Ho parlato un po’ portoghese con loro, ma parliamo spagnolo”.
TIK TOK - "Su tik tok ci sono molti balli, la verità è che sono un pessimo ballerino, mi devono concentrare moltissimo per fare un solo video. E Oriana? Lei è molto brava a ballare, è naturale per lei, per me non è così facile, così dobbiamo cambiare con molti video, non solo musica".
IL PRE PARTITA - "Prima della partita quando ci cambiamo negli spogliatoi, noi sudamericani mettiamo musica reaggeton, funk e musica brasiliana. Douglas Costa e io siamo gli incaricati della musica, cerchiamo di variare sempre un po': brasiliana o argentina".
CALCIATORI - "Calcio e cantanti? Credo che siamo molto simili come stile di vita, sia viaggia molto, si lavora per l'intrattenimento. Molte persone pensano che nasciamo già a 20 anni e abbiamo già tutto pronto, mentre molto spesso noi veniamo da piccole città. Non mi è mai mancato nulla, ma vengo da una piccola città con 7000 abitanti, giocare in stadi importanti era un sogno, sembrava impossibile. Se mi guardo indietro dico che è stato molto difficile crederci e arrivare così lontano".
COMPAGNI - "Cosa succede se arriva un giocatore che non piace? Questo non succede. La cosa importante è andare d’accordo in campo come una squadra, niente di più".
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