Juve-Fiorentina, quante storie di ex tra rimpianto e rivalsa
Le rivalità sportive potrebbero proporci come naturale conseguenza un panorama fatto di steccati, di separazioni nette ed eterne, strade parallele che non hanno il verso per incrociarsi e sono destinate a restare distanti.
Il viola e il bianconero per loro natura non sembrano proporre appigli per intrecciarsi, parliamo di ruggini, attacchi e veleni con radici lontane e rinnovate poi col passare dei decenni. Contrasti riproposti in forme diverse e con diversi protagonisti, una rivalità talvolta indicata come "a senso unico", coi viola che la sentirebbero in modo particolarmente intenso rispetto ai bianconeri. Una rivalità che fornisce comunque una cornice aggiuntiva a una sfida diversa dalle altre, attraverso sviluppi che si muovono su un piano differente da quello dei trofei e della classifica.
E anziché nella separazione netta ecco che il contrasto tra Fiorentina e Juventus trova risalto negli intrecci, nelle contaminazioni, in vere e proprie epopee di mercato vissute come tradimenti oppure, d'altro canto, foriere di riscatto e voglia di rivincita.
Da Firenze a Torino
Da un lato, pensando ai trasferimenti dalle rive dell'Arno fino a Torino, è evidente come la questione rimanga di stretta attualità, sempre di più: Nico Gonzalez è arrivato ieri a Torino e si prepara a diventare ufficialmente bianconero, ultimo viola di una lunga serie a percorrere quel tragitto. L'argentino andrà a raggiungere (e ritrovare) quel Dusan Vlahovic che occupa il ruolo di centravanti titolare della Juventus, altro protagonista di un caso di mercato ancor più doloroso per il popolo viola (nel bel mezzo della stagione 2021/22).
Sempre di attualità si parla riferendosi a Federico Chiesa, recentemente passato dallo status di punto fermo a quello di vero e proprio esubero, palesemente (e senza ipocrisie di sorta) fatto fuori dal progetto bianconero. A lungo vero e proprio pupillo e idolo di casa a Firenze, sbocciato proprio nel capoluogo toscano e viola fin da piccolo, partito poi per inseguire quell'amore proibito per i colori bianconeri, con tanto di musi lunghi. Un distacco silenzioso divenuto sempre più ingombrante nel periodo che precedeva l'addio.
Sempre un Federico, sempre un figlio del vivaio viola, quel Bernardeschi che nel 2017 intraprese lo stesso percorso dell'omonimo: dalla foto rifiutata con la sciarpa della Juve, a maggio, a un matrimonio consumato appena due mesi dopo, una ferita in chi auspicava un futuro da bandiera e da capitano viola per il talento di Carrara. Sciarpe rifiutate oppure, andando indietro nel tempo, sciarpe raccolte: come quella lanciata dagli spalti che Roby Baggio tenne con sé, da ex viola al Franchi con la maglia della Juve, a testimonianza di un distacco indesiderato e non imputabile al giocatore.
Un vero e proprio caso mediatico rimasto nell'immaginario come nessun altro, quello del divorzio tra Baggio e la Fiorentina nel 1990, con tanto di rivolte di piazza dopo l'affare da 25 miliardi di lire che vide Firenze salutare il suo talento più luminoso: tracce di un calcio in procinto di cambiare, di legami divenuti sempre più rari, fotografie che appaiono lontane e sbiadite ma che (agli occhi dei più romantici) conservano ancora un loro senso.
Da Torino a Firenze
D'altro canto, invertendo la rotta, è possibile anche scoprire storie dal sapore diverso e sicuramente meno ripercorse anche a posteriori: su tutti ricordiamo i passaggi in viola di Moreno Torricelli e Angelo Di Livio, simboli della Juve (153 presenze in bianconero il primo, 186 il secondo) capaci poi di entrare nel cuore di Firenze e di rilanciarsi in una piazza storicamente nemica, dopo apposito rito di degobbizzazione a cui gli ex bianconeri devono sottoporsi inesorabilmente una volta arrivati nel capoluogo toscano.
Non sono mancati del resto altri ex bianconeri in grado di avere un impatto positivo in viola, Maresca e Marchionni su tutti, così come paradossi degni di nota, come un Chiellini capace di imporsi al suo primo anno in Serie A proprio a Firenze, prima di diventare una bandiera in bianconero, o un Prandelli ex calciatore della Juve divenuto poi, a tutti gli effetti, fiorentino d'adozione e legato profondamente ai colori viola. Il tutto va poi a unirsi al recente arrivo di Moise Kean, nuovo centravanti titolare dei viola, il probabile approdo di Kostic alla corte di Palladino e l'eventuale ritorno di Arthur: la dimostrazione pratica di come un'inimicizia possa tramutarsi (con buona pace dei tifosi) in fruttuosa collaborazione di mercato.