A questa Juve serve un bomber per rinascere? Il confronto con gli altri campionati
Uno dei temi più percorsi in ottica mercato, considerando nello specifico la Juventus e le sue necessità, è quello di una prima punta da regalare ad Allegri e da aggiungere a Morata e Kean (o in sostituzione del primo, in caso di addio a gennaio).
Aleggia però una domanda, attorno alle tante voci di mercato, un dubbio che riguarda proprio l'importanza di un bomber particolarmente prolifico, di un centravanti in senso stretto, come elemento basilare per costruire un ciclo vincente o comunque per arrivare al successo in una stagione.
Un'analisi che si può intraprendere sia a ritroso nel tempo, osservando quanto accaduto in casa Juve negli ultimi 10 anni, ma che può regalare spunti anche attraverso un giro dei principali campionati europei e del modo in cui le squadre più vincenti si suddividono il bottino dei gol. Prendiamo dunque in considerazione quanto accaduto nella stagione 2020/21 in Premier League, Liga, Serie A, Bundesliga e Ligue 1.
Premier League
Per quanto riguarda la Premier League possiamo notare come la squadra che ha ottenuto il titolo nella scorsa stagione, il Manchester City di Pep Guardiola, non abbia accentrato in alcun modo i gol fatti su un singolo nome ma abbia prodotto un gran numero di gol grazie ai centrocampisti offensivi e alle ali (risultando infine il miglior attacco della Premier).
Il miglior marcatore in assoluto è stato Gundogan, sia in Premier che tra tutte le competizioni (13 gol in campionato, 16 in tutto) ma anche in linea generale la chiave è stata quella di un'orchestra perfettamente funzionante, con tanti gol da parte di Foden, Sterling, Mahrez, Ferran Torres e De Bruyne. Un'assenza di centravanti ormai storica e parte del DNA di questo City che, anche in estate, ha deciso di non investire su una prima punta ma su Grealish, in linea con quanto già visto nel recente passato.
Liga
Ci trasferiamo in Spagna, nella Liga, e prendiamo dunque in considerazione quanto accaduto all'interno dell'Atletico Madrid del Cholo Simeone, campione in carica. I Colchoneros, pur avendo in rosa un attaccante prolifico come Luis Suarez (21 gol per lui) ha trovato la via del gol in modo sorprendente con Marcos Llorente (ben 12 reti) e con altri interpreti come Correa, Joao Felix e Carrasco (9, 7 e 6 gol rispettivamente, nella Liga).
I 21 gol di Suarez sono comunque un traguardo ragguardevole nel contesto di un Atletico in cui il miglior marcatore, dal 2017/18, non ha mai superato proprio quota 21 in campionato. Bisogna anche riconoscere come la Liga, nell'era in cui Messi e CR7 si contendevano il titolo con Barcellona e Real, ha sempre offerto un binomio stretto tra titolo vinto e gol a valanga da parte della stella della squadra.
Serie A
In Serie A sappiamo bene cosa sia accaduto nella stagione scorsa, col ritorno al titolo dell'Inter e la fine del ciclo di vittorie consecutive della Juve. Un'Inter che, a differenza di quanto accadeva per i bianconeri di Conte, non ha costruito le proprie fortune in attacco sul solo contributo dei centrocampisti ma, al contrario, ha visto Romelo Lukaku arrivare a quota 24 gol messi a segno.
Non è però scontato, tutt'altro, che in Serie A la squadra campione abbia in rosa una singola punta particolarmente prolifica e la Juve, del resto, ce lo ha insegnato efficacemente lungo il suo ciclo, in cui solo Higuain e CR7 hanno rappresentato, a tratti, delle eccezioni in tal senso.
Bundesliga
Per quanto riguarda la Bundesliga troviamo un contesto particolare, di dominio assoluto e duraturo da parte del Bayern Monaco, con un centravanti come Lewandowski in grado di regalare numeri sempre più impressionanti e di rappresentare probabilmente un caso unico nello scenario europeo.
Il titolo di capocannoniere conseguito dal polacco per 6 volte negli ultimi 8 campionati, ci racconta in modo evidente come il binomio Bayern-Lewandowski sia significativo e inscindibile, un unicum difficile da confrontare con altre realtà e da costruire anche altrove.
Ligue 1
Infine passiamo in Ligue 1, campionato in cui nella scorsa stagione il Lille di Galtier è riuscito a sovvertire i pronostici e ad avere la meglio sul ricco PSG infarcito di stelle. Appare palese come, in questo caso, nella logica del successo finale non abbia giocato un ruolo fondamentale la presenza di un attaccante particolarmente prolifico.
Il miglior marcatore del Lille in Ligue 1 è stato l'esperto turco Burak Yilmaz, con 16 reti, seguito da Jonathan David con 13 gol e dal buon contributo di ali e centrocampisti offensivi come Yazici, Bamba, Ikoné e Araujo. In tal senso occorre anche specificare come la squadra di Galtieri abbia costruito sulla solidità difensiva una buona parte del successo: miglior difesa con appena 23 gol subiti e solo quarto miglior attacco (64 gol fatti, contro gli 86 del PSG).
Un possibile bilancio
Così come la prospettiva "storica", la valutazione degli ultimi 10 anni di Serie A, ci permette di capire come la presenza di un centravanti prolifico non sia garanzia di successo (o non ne sia comunque la chiave), anche sul fronte europeo - limitandoci alla stagione scorsa - vediamo come sia perlopiù il DNA di una squadra, l'identità trasmessa dal tecnico, a condurre poi la formazione verso il titolo.
Anche così, insomma, possiamo comprendere quanto la strada bianconera verso la vetta della classifica (anche a medio-lungo termine) possa passare molto difficilmente dal mero investimento sul mercato indirizzato sul centravanti, per quanto prolifico, soprattutto se si dovesse trattare di elementi come Scamacca o Azmoun che, per ragioni diverse, sarebbero tutti da testare nel contesto bianconero.
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