La Juve vince la Coppa Italia: al Mapei Stadium finisce 2-1 contro l'Atalanta, decidono Kulusevski e Chiesa
Il ritorno del pubblico (circa 4.300 i presenti) è la vittoria più importante nella notte del Mapei Stadium di Reggio Emilia, impianto che per la prima volta nella storia ha ospitato una finale di Coppa Italia. In campo c'erano Atalanta e Juventus. E ha fatto uno strano effetto tornare ad ascoltare cori, fischi, proteste. Gasperini, per la storica finale, ha scelto la formazione tipo con Hateboer e Gosens sulle corsie laterali, Pessina e Malinovskyi a supporto dell'unica punta Zapata. Andrea Pirlo ha optato per il 4-4-2 lasciando fuori Morata e Dybala, con Kulusevski a supporto di Ronaldo e con McKennie in mezzo al campo, sulla destra, con Chiesa sul versante opposto.
Una finale spettacolare, ricca di emozioni, tensioni e anche tanto calcio. Ottima partenza della Dea, subito pericolosa con Palomino e Duvan Zapata, poi al 18' decisivo Buffon in uscita sempre sul colombiano. Poi ancora Dea con un rasoterra di Freuler che ha sfiorato il palo alla destra del portiere bianconero. Tante occasioni per l'Atalanta ma il gol che ha sbloccato il match lo ha trovato la Juve, al 31', con l'ex Kulusevski: rimpallo in area tra Romero e Ronaldo, McKennie allarga per Kulusevski che con un colpo di biliardo beffa Gollini. Palla precisa all'angolino, un sinistro a giro chirurgico per il vantaggio bianconero. L'Atalanta però non è rimasta a guardare e dopo 10 minuti ha trovato il pari. Stavolta il mancino di letale è stato quello di Malinovskyi: ripartenza veloce e conclusione dal limite che non ha lasciato scampo a Buffon.
La Juve nel secondo è entrata in campo con uno spirito e una voglia totalmente diversa rispetto al primo tempo. McKennie dopo pochi minuti, di testa, ha sfiorato il gol. Poi occasionissima per la Dea, con un gran salvataggio di De Ligt su Romero, e gran parata di Gollini su Kulusevski. Meglio la Juve, più vogliosa e più cinica. Protagonista Chiesa: palo al 62' e in rete al 73'. Bellissimo triangolo Chiesa-Kulusevski-Chiesa, controllo e mancino sotto le gambe di Gollini. Nel finale tanta tensione, poche occasioni da una parte e dall'altra. Ritmi un po' più bassi, diversi errori, ma squadre sfinite. Finale però, nel complesso, molto bella. Quattordicesimo trionfo nella storia del torneo per la Juventus. Secondo trofeo stagionale per la Juve di Pirlo.
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