Kulusevski e il rimpianto Juve: un problema tattico o di fiducia?
Nel pokerissimo che il Tottenham ha rifilato ieri sera all'Everton nel posticipo di Premier League, c'è ancora una volta lo zampino di Dejan Kulusevski. L'esterno svedese ha infatti servito due assist, confermando il suo grande impatto con il campionato inglese.
A volere il suo trasferimento nel nord di Londra è stato Antonio Conte, convinto che un giocatore con le sue caratteristiche avrebbe fatto senz'altro la differenza nel 3-4-2-1 che ha cucito per gli Spurs. E infatti, dal suo arrivo Kulusevski ha messo a segno 2 gol e 3 assist in 6 partite di Premier, diventando già un beniamino della tifoseria.
Lo svedese sembra il lontano parente di quel giocatore prevedibile e poco ispirato che abbiamo visto alla Juventus per un anno e mezzo. In effetti, i tifosi bianconeri non si sono strappati i capelli quando hanno saputo del suo trasferimento al Tottenham. Seppur fossero consapevoli del suo talento, pensavano che non potesse esprimerlo in un top club come la Juve, ma adesso per molti di loro Kulusevski è diventato un rimpianto.
Ma cosa è andato storto nell'esperienza bianconera dello svedese? Premettiamo che non si può parlare di un'ipotetica incompatibilità con la Serie A: Kulusevski ha infatti avuto modo di mostrare tutte le sue caratteristiche (dribbling, velocità, tecnica) con il Parma, quindi non si può fare un discorso circa la discrepanza tra il suo modo di giocare e il rigido schematismo del campionato italiano.
Evidentemente la "colpa" risiede proprio nell'ambiente juventino. Per molti tifosi, Kulusevski non si è espresso bene a Torino perché nessun allenatore ha saputo sfruttarne bene le qualità. Tra Pirlo che lo schierava come esterno a sinistra e Allegri che invece lo faceva giocare col contagocce, il 22enne non ha avuto modo di sentirsi a suo agio sotto la Mole.
Il motivo del flop non è però da attribuire solo alla società, senz'altro il giocatore ci ha messo del suo. Probabilmente, ha sentito la responsabilità di una maglia così pesante e ha sofferto per il significativo investimento fatto dalla società per portarlo a Torino (35 milioni di euro). Lo svedese non ha poi saputo affrontare la concorrenza dei vari Dybala, Bernardeschi, Chiesa e Cuadrado e se non sgomiti in squadre di un livello così alto, difficilmente riesci a trovar spazio.
Tra Dejan Kulusevski e la Juventus non c'erano dunque i presupposti per un matrimonio proficuo. Capita spesso che un giocatore con grande potenziale fallisca al suo primo approccio con una big. Infatti, il 22enne non pare aver avuto problemi di ambientamento al Tottenham, dove ha trovato prima di tutto un allenatore che l'ha voluto a tutti i costi.
Quest'iniezione di fiducia si è trasformata in pieno entusiasmo grazie a un campionato, come la Premier League, che lascia spazi molto ampi e che permette ai giocatori più tecnici di esaltarsi. Lo svedese non ha mai amato essere imbrigliato nel tatticismo, è sempre stato istintivo, uno di quelli che abbassa la testa e parte. Nella Juve non se lo sarebbe mai potuto permettere.
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