Kulusevski racconta la sua 'liberazione' dalla Juventus: "Dubitavo di tutto"
Dejan Kulusevski, centrocampista del Tottenham, ha rilasciato una lunga intervista ripercorrendo la sua parentesi con la Juventus oltre a soffermarsi sull'attuale tecnico degli Spurs Antonio Conte. Il giocatore sottolinea come il suo approdo nel club bianconero sia avvenuto in un momento non proprio favorevole per la sua crescita, per poi descrivere il carattere e i metodi utilizzati da Conte al Tottenham. Ecco quanto affermato.
Sulla parentesi con la Juventus: "Il mio periodo alla Juventus è stato molto, molto duro. Ne sono uscito più forte. Nella seconda stagione ho iniziato a dubitare di me stesso, pensando di non essere così bravo come credessi. È la cosa peggiore che possa capitare a un calciatore. Quindi ho iniziato a dubitare di tutte le decisioni prese sul campo. Adesso sono in un posto fantastico, dentro e fuori dal campo. Ci saranno anche momenti brutti. Adesso le cose vanno bene in Nazionale, le cose vanno bene nel club", riporta Calciomercato.com
Sempre sulla Juventus: "In quel periodo mi sentivo come se fossi nel posto sbagliato. Sono molto felice di esserne uscito, ora sono molto più forte e ho avuto una buona stagione in Premier League, che è sempre stato il mio sogno. Era lì che volevo giocare. In Premier tutto va molto più veloce, io avevo giocato male alla Juve e non sapevo cosa avrei fatto. Per fortuna sono arrivato in una società che sapeva chi ero, con un allenatore (Conte) che mi aveva voluto un paio di anni prima e un direttore sportivo (Paratici) che mi ha comprato alla Juventus. Sapevano di cosa ero capace. Sarò sempre grato a loro, soprattutto il primo mese mi hanno aiutato molto. Adesso, invece di avere dubbi quando gioco, so che quello che sto facendo è la cosa giusta".
Su Antonio Conte: "È molto severo, ha molte regole. Allo stesso tempo, è molto gentile, gli importa davvero della persona dietro il giocatore. Si prende cura di tutti sul campo di allenamento, compresi i giovani. Alcuni allenatori non allenano nemmeno la squadra, ma lasciano che se ne occupino gli assistenti, lui è lì con ognuno e dà tutto ciò che ha ogni giorno. Lo ammiro".
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