L'Atalanta sbatte su Szczesny, reti bianche con la Juventus al Gewiss Stadium
Juventus e Atalanta appaiate in classifica in uno scontro diretto che ha già il sapore di sfida per un posto in Champions League. Il grande momento della squadra di Gasperini, impegnata anche in Europa League, e le difficoltà offensive di quella di Massimiliano Allegri, caduto fragorosamente a Reggio Emilia e passato di misura all'Allianz sul Lecce.
Diversi i cambi dei bergamaschi nell'undici titolare. Dal primo torna Musso tra i pali, con Kolasinac che resta fuori, rilevato da Scalvini, asente a Verona. Sulla corsia di destra Zappacosta mette in panchina Holm e in avanti rivediamo Charles De Ketelaere. Due sole le sostituzioni per Massimiliano Allegri. Gatti si riprende il posto accanto a Danilo e Bremer e Moise Kean è l'unica punta a disposizione viste le condizioni di Vlahovic e Milik, e fa ovviamente coppia con Chiesa.
Le formazioni ufficiali di Atalanta-Juventus
Atalanta (3-4-2-1): Musso; Toloi, Djimsiti, Scalvini; Zappacosta, Ederson, De Roon, Ruggeri; Koopmeiners, Pasalic; Lookman. Allenatore: Gian Piero Gasperini.
Juventus (3-5-2): Szczesny; Danilo, Bremer, Gatti; McKennie, Fagioli, Locatelli, Rabiot, Cambiaso; Chiesa, Kean. Allenatore: Massimiliano Allegri.
La chiave tattica della partita
Nei primi minuti è l'Atalanta ad avere il pallino del gioco. La Juventus attende senza soffrire, ma non riesce a sfruttare le transizioni, a trasformarle rapidamente in azioni pericolose, e si evidenziano difficoltà quando rientra in possesso della sfera. La prima occasione della partita arriva al quarto d'ora, con il solito schema di Gasperini: la palla servita dal quinto di centrocampo all'altro. Ed è Ruggeri a pescare Zappacosta in questo caso, ma il primo tentativo del 77 si stampa su un difensore, il secondo termina di poco a lato.
Ci sono squadre che dipendono da determinati giocatori in alcuni periodi della stagione. Quello attuale della Juventus dipende da Federico Chiesa, dalle sue sgasate, dalla sua fantasiosa capacità di vivere ogni gara come se fosse l'ultima. I fischi del pubblico bergamasco lo accolgono dai tempi della Fiorentina e sembrano galvanizzarlo, anche se le sue giocate non portano ad occasioni concrete nella prima frazione.
I bianconeri rispondono con un destro di Fagioli ben parato da Musso dopo un corner e la gara appare sempre più equilibrata. Se nel primo quarto d'ora è l'Atalanta a dominare il possesso, nell'ultimo è la squadra di Allegri a tenere il ritmo del gioco, ma nessuna delle due riesce a rendere il primo tempo più elettrico. Al Gewiss Stadium, dopo 45 minuti, si va a riposo sullo 0-0.
I primi 5 minuti servono a riabituarsi alla partita, poi arriva una scossa per entrambe le squadre. Ederson calcia a giro troppo alto e poco dopo Chiesa sfrutta un rimpallo fortunato, ma dal limite dell'area conclude potente ottenendo la pronta risposta di Musso.
Da quel tiro in poi l'Atalanta schiaccia la Juventus nella propria metà campo con un giro-palla da destra a sinistra e viceversa che però non si concretizza mai in un'occasione da gol. Alla metà della ripresa agiscono gli allenatori. Gasperini manda in campo Kolasinac e Muriel, Allegri inserisce Kostic e Miretti.
L'emozione più grande arriva da calcio da fermo. Danilo commette un fallo ingenuo su De Ketelaere e Szczesny si inventa la parata della partita. Muriel mette all'incrocio una traiettoria tesa che si abbassa rapidamente. Il portiere polacco evita il gol con un intervento pazzesco. La Dea continua a spingere e Allegri cambia Kean con il giovane Yildiz.
L'Atalanta preme nei minuti finali e costruisce diversi pericoli che gli permettono di uscire dal campo con qualche rammarico. Un tentativo destinato in rete di Ederson viene salvato dalla respinta di Gatti con i piedi; quello successivo di Muriel è smanacciato malamente da Szczesny, graziato dal tap-in alto e scomodo di Koopmeiners, che poco dopo calcia ancora sopra la traversa dall'interno dell'area di rigore. Al Gewiss Stadium finisce in parità.
La giocata della partita
Non capita sempre, anzi in realtà quasi mai, che la giocata di una partita sia una parata, nonostante in Serie A ci siamo abituati a voli spettacolari dei portieri meno quotati. Questa volta a farlo è invece uno degli estremi difensori più forti sulla carta del nostro campionato, da diversi anni. Wojciech Szczesny si è preso la scena nelle poche emozioni di Bergamo con un volo impensabile. La punizione di Muriel, descritta appena sopra, è talmente ostica che il polacco riesce solo a sporcarla con le dita sulla traversa; poi è anche fortunato, ma in determinati casi la fortuna arriva soltanto dopo essersi conquistati l'opportunità di riceverla.